Il presidente americano Donald Trump è al lavoro per imporre dazi fino a 60 miliardi di dollari sulle importazioni cinesi, che peseranno sui settori della tecnologia dell’informazione, elettronica di consumo e delle telecomunicazioni ma potrebbero essere molto più ampie. L’elenco potrebbe arrivare a includere 100 prodotti. Il piano sui dazi, in programma “nel futuro prossimo”, è stato rivelato da due persone che hanno discusso la questione con l’amministrazione Trump citate da Reuters e sta compromettendo il sentiment degli investitori.
“Non passiamo continuare a chiudere gli occhi nei confronti delle pratiche commerciali scorrette contro il nostro paese!”, ha scritto in un tweet Trump. Le dichiarazioni e le indiscrezioni su una guerra commerciale a tutto campo con la Cina hanno depresso i listini azionari, con il Dow Jones che in Usa perde anche 300 punti. Il gruppo di aerei Boeing è uno dei titoli più colpiti dalle vendite.
Le azioni sono state sotto pressione mercoledì e il dollaro si è mantenuto vicino ai minimi di una settimana, a causa delle preoccupazioni degli investitori sulle conseguenze del piano per le prospettive di crescita economica e dei timori di una guerra commerciale. La Casa Bianca ha rifiutato di commentare le dimensioni o i tempi di ogni mossa. Il portavoce del ministro degli Esteri cinese Lu Kang ha dichiarato ai giornalisti:
“Abbiamo detto molte volte che la Cina si oppone risolutamente a qualsiasi tipo di misure protezionistiche unilaterali. Se gli Stati Uniti intraprendono azioni che danneggiano gli interessi della Cina, la Cina dovrà adottare misure per proteggere con fermezza i suoi diritti”.
Trump starebbe prendendo di mira le aziende cinesi di alta tecnologia per punire il Paese per le sue politiche di investimento, che costringono le aziende statunitensi a rinunciare ai segreti tecnologici in cambio di essere autorizzate a operare in Cina, e per altre pratiche che Washington considera ingiuste. L’amministrazione Trump sta anche valutando l’ipotesi di imporre restrizioni agli investimenti per le società cinesi.
Ma lo spettro di una guerra commerciale diventa sempre più concreto non solo nei rapporti fra Usa e Cina. Dopo la decisione di Trump di imporre dazi su acciaio e alluminio, tutti i principali partner commerciali degli Usa hanno fatto sentire la loro voce, a cominciare dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker che non ha esitato a minacciare contromisure contro merci simbolo del “made in Usa” come le moto Harley Davidson, i jeans Levi’s o il whiskey Kentuky Bourbon.