Le prospettive di una guerra commerciale tra le due principali potenze economiche al mondo sta mettendo sotto pressione i mercati finanziari. Il nuovo consulente economico dell’amministrazione Trump non ha fatto che esacerbare le tensioni, quando ha dichiarato che Pechino non rispetta le regole del gioco e che quindi va fatto qualcosa.
Non appena Larry Kudlow è stato scelto come nuovo direttore del Consiglio Economico Nazionale ha pensato bene di andare in tv a fare dichiarazioni minacciose nei confronti della Cina, facendo capire alle autorità di Pechino che devono aspettarsi misure più dure.
“Per essere qualcuno a cui non piacciono i dazi alle importazioni, devo ammettere che (per le sue pratiche scorrette in ambito commerciale) la Cina si è guadagnata una risposta, e non solo dagli Stati Uniti… Penso che gli Usa potrebbero guidare una coalizione di partner commerciali e alleati che si confronti contro la Cina, o comunque che le faccia sapere che sta violando tutte le regole”.
“Questo è l’approccio che vorrei vedere. Una sorta di coalizione commerciale” tra i paesi che ci stanno. Sebbene Kudlow abbia espresso l’intenzione di difendere la forza del dollaro, sottolineando che è anche nell’interesse del presidente, le sue dichiarazioni e le prospettive di una guerra commerciale a tutto campo rischiano di avere esattamente l’effetto contrario.
Commercio: la Cina è pronta per andare in guerra con gli Usa
La Cina è pronta ad andare in guerra con gli Usa e questo potrebbe avere un impatto negativo sugli americani, sia le famiglie sia le imprese. Un grande esperto di rapporti diplomatici tra Usa e Cina, il professore di Scienze Politiche del Boston College Robert Ross, ritiene che se la Cina dovesse diventare un avversario degli Stati Uniti nella sfida commerciale, potrebbero risentirne anche i colloqui tra Washington e Pyongyang, alleato della Cina, volti a mettere fine alle ambizioni nucleari della Corea del Nord. Un vertice tra Trump e Kim Jong-un è in calendario per il prossimo mese.
Le paure di un’escalation della guerra commerciale tra Usa e resto del mondo, in particolare Europa e Cina, stanno pesando negli ultimi tempi sui mercati finanziari. Ieri a Wall Street il Dow Jones ha perso un punto percentuale circa con Boeing che ha subito un ribasso del 2,5%. I mercati asiatici sono invece contrastati quest’oggi: l’indice della Borsa di Sidney ha perso lo 0,25% mentre l’azionario indiano ha ceduto qualcosina. Tra i peggiori si segnala la performance dell’indice delle Borse delle Filippine, in contrazione di quasi il -2%.
Gli investitori sono intimoriti dalle prossime mosse che potrebbe fare Donald Trump. Secondo Mazen Issa, senior foreign exchange strategist presso TD Securities, “stando alle voci che circolano l’amministrazione Trump sta preparando un’altra serie di dazi”, stavolta studiati espressamente per punire la Cina. “Se a questo si uniscono le speculazioni di ulteriori rimpasti del gabinetto” in seno al governo Trump, allora l’appetito per i titoli più rischiosi “potrebbe diventare vulnerabile”.
Guerra commerciale, UBS: i titoli e i settori da evitare
In quest’ottica UBS ha identificato gli 11 titoli assolutamente da evitare in Borsa. Tra questi figurano le aziende che generano un’alta percentuale dei loro ricavi in Cina. La banca svizzera le ha messe in fila in ordine crescente di rischio.
- Xilinx (24,6% del fatturato viene dalle attività in Cina)
- Expeditors International of Washington (26,5%)
- Amphenol (28,6%)
- Microchip Technology (31%)
- A.O. Smith (33,4%)
- Texas Instruments (42,9%)
- Micron Technology (49,5%)
- Broadcom (51,9%)
- Qorvo (60%)
- Qualcomm (63,3%)
- Skyworks Solutions (80%)
Lukman Otunuga, research analyst presso FXTM, sottolinea che le guerre commerciali non sono mai positive per la crescita economica globale. Con Wall Street che è intimorita da un’escalation del protezionismo americano, che potrebbe scatenare un conflitto a colpi di tariffe e dazi, l’azionario potrebbe estendere ulteriormente le perdite in Usa, con i sentiment negativo scaturito dalla guerra commerciale che rischia di prevalere su tutto il resto. “L’avversione al rischio potrebbe diventare un tema dominante dei mercati d’ora in avanti, con le paure sulle tensioni commerciali che si intensificano” e i trader consapevoli dell’impatto negativo che questo avrebbe sulla crescita.
Michael Hewson di CMC Markets si chiede se Kudlow e Trump andranno d’accordo e troveranno una linea politica comune in ambito commerciale. I timori che l’amministrazione Usa sia intenzionata a implementare nuovi dazi contro i beni cinesi fino a 60 miliardi di dollari ha pesato sull’appetito per il rischio degli investitori nelle ultime contrattazioni, anche se poi i cali sono stati relativamente contenuti: tale andamento, osserva l’analista, “potrebbe essere legato alla nomina di Larry Kudlow”, che andrà a sostituire il posto di consulente economico speciale della Casa Bianca lasciato vacante da Gary Cohn. Nei giorni scorsi, prima di accettare l’incarico, Kudlow ha affermato di non essere un grande sostenitore dei dazi alle importazioni.