PECHINO (WSI) – La guerra commerciale con gli Stati Uniti potrebbe essere il punto di svolta per l’economia cinese, che ha un debito di 14 mila miliardi di dollari.
Nelle ultime due settimane si è accresciuta l’ipotesi di una guerra commerciale tra le due superpotenze dopo che la Cina ha imposto dazi del 178,6% sul sorgo, una coltura utilizzata per produrre alcol e biocarburanti, mentre dagli Usa si è levata la minaccia del presidente Donald Trump di imporre dazi su 150 miliardi di dollari di merci, dai pannelli solari agli aerei alle automobili.
Se seguisse una guerra commerciale con gli Stati Uniti, le prospettive di crescita economica della Cina potrebbe essere influenzato negativamente in modo significativo. Negli ultimi anni l’economia del paese del Sol Levante si è spostata verso l’interno, affidandosi ai propri cittadini per alimentare la crescita, ma continuando ad esportare ancora miliardi di dollari in beni e servizi ogni anno. Solo l’anno scorso si è quantificato che quasi il 20 per cento delle esportazioni cinesi vanno in America, mentre gli Stati Uniti hanno venduto solo 130 miliardi di dollari ai cinesi.
Nel mese di gennaio il Fondo Monetario Internazionale ha detto che la crescita economica della Cina potrebbe arrivare al 6,6 per cento nel 2018, un livello top, ma ora potrebbe diminuire fino allo 0,5 per cento se verranno imposte queste tariffe e potrebbe rallentare ancora di più se una guerra commerciale globale si attuerà veramente.
“Se la crescita rallentasse al 2%, allora sarebbe una crisi”, ha sottolineato alla Cnbc David Dollar, analista del Brookings Institute’s John L. Thornton China Center. Se le banche cinesi inizieranno a fallire, allora ciò sicuramente causerà il panico dei mercati. Da qui molti i funzionari cinesi che avvertono sull’imminente scoppio di una bolla del debito del settore finanziario.