NEW YORK (WSI) – Le ombre di una guerra commerciale all’orizzonte innescate dalle tariffe imposte da Donald Trump arrivano anche sul mercato delle materie prime.
Secondo Barnabas Gan, economista della Banca OCBC, proprio le materie prime sono le vittime designate del protezionismo made in Usa e rischiano una disfatta fino al 30%. Per Gan ci saranno molte oiù conseguenze negative per le materie prime se l’attrito commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina si dovesse intensificare e trasformare in un vero e proprio scontro. Il rischio di perdite di metalli e petrolio potrebbe essere anche di un terzo.
“Le materie prime legate alla crescita potrebbero potenzialmente essere in un anno recessivo, con il petrolio e i metalli in caduta libera tra il 10% e il 30%”.
Gan aggiunge che si potrà essere un balzo nella domanda di beni rifugio con l’oro sopra i $ 1.600 dollari. Per mettere le cose in prospettiva, un calo del 30% del petrolio significa un ritorno del greggio ai livelli di 40 dollari, mentre l’ultima volta che i prezzi dell’oro hanno superato i 1.600 dollari era nel 2013.
Tuttavia, egli osserva che “almeno per ora, le minacce tariffarie commerciali sono solo minacce”.
Il rischio potrebbe dissolversi se alla fine tutto restasse come una guerra di minacce“.