La fine della guerra in Ucraina è vicina? Dopo oltre due mesi di combattimenti forse si è aperto uno spiraglio per una tregua. L’Ucraina sarebbe disposta ad accettare un accordo di compromesso con la Russia se le forze di Mosca si ritirassero “sulle posizioni del 23 febbraio”, secondo quanto affermato dal presidente ucraina Volodymyr Zelensky, nel corso di una video conferenza alla Chatham House, think tank britannico con sede a Londra. In cambio Kiev rinuncerebbe alla restituzione della Crimea, penisola sul mar Nero annessa de facto alla federazione russa nel 2014.
Guerra Ucraina, Crimea e Donbass ancora contesi
“Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati”, ha precisato il presidente, senza però citare anche quella parte del Donbass fra Donetsk e Lugansk resasi autonoma nel 2014.
Kiev non ha mai riconosciuto, assieme a gran parte della comunità internazionale, il referendum con cui nel marzo 2014 la Crimea ha scelto la secessione dall’Ucraina e l’annessione poi alla Russia. Una posizione mai cambiata nel corso degli anni e adesso al centro dei negoziati tra Russia e Ucraina.
Mosca ha sempre chiesto il definitivo riconoscimento del cambio di status della Crimea, dove vive una popolazione in maggioranza russofona. A questa richiesta è stata aggiunta di recente anche quella del riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk, nell’est dell’Ucraina dove sono in corso pesanti combattimenti tra i due eserciti.
Zalensky ha poi ribadito di non vedere alcuna intenzione della Russia nel cercare un accordo per la pace.
Alla domanda se fosse d’accordo con i leader occidentali che chiedono la sconfitta del presidente russo Vladimir Putin, ha precisato: “Non mi interessa dove finiscono i leader, ma quello che conta per me è la vittoria dell’Ucraina. La vittoria è per me non perdere 11 milioni di persone: sono 5 milioni quelli che hanno lasciato l’Ucraina”.