A dispetto di quanto spesso si sente dire, l’acqua non è una risorsa scarsa. Al contrario, rappresenta il terzo elemento più diffuso sul pianeta. Il vero problema è un altro: in alcune aree, le acque sotterranee, ovvero quelle che garantiscono maggiore purezza, sono difficilmente accessibile e quando lo sono il processo di estrazione avviene a prezzi molto alti. Il risultato? “L’80% dell’acqua che utilizziamo finisce per arrivare da fiumi e laghi. In pratica quelle che vengono definite acque superficiali” scrivono gli analisti di SeekingAlpha in un lungo articolo sull’argomento, specificando che queste acque sono affette dal problema della scarsità.
Un esempio per tutti. Nel 2005, solo Stati Uniti hanno consumato qualcosa come 328 milioni galloni di acqua superficiale al giorno (gran parte di questa arrivava dai fiumi) a fronte degli 83 milioni di acque sotterranee.
Quello della scarsità dell’acqua – si legge nell’articolo – è un problema la cui soluzione deciderà il destino delle nazioni. In tutto il mondo, stiamo usando acqua potabile acqua più velocemente di quanto non possa essere rimpiazzata: si pensi solo al processo di desertificazione dell’Africa.
L’offerta non è tuttavia l’unico problema. C’è anche un problema altrettanto importante che è quello della potabilità. In questo momento, solo il 40% della popolazione mondiale ha accesso all’acqua potabile, e nonostante gli sforzi di modernizzazione, questa percentuale dovrebbe passare al 50% entro il 2025. In assenza di acqua pulita, la gente finisce per bere acqua contaminata con conseguenti ricadute negative sul fronte della salute. Si stima infatti che circa metà dei letti d’ospedale nel mondo siano oggi occupati da persone che hanno sviluppato malattie, bevendo acqua infetta.
Una soluzione al problema arriva dal potenziamento delle tecnologie per i trasporti. Così come è avvenuto con il petrolio, è dunque necessario puntare sullo sviluppo di un sistema di condutture che garantisca l’offerta di acqua nelle zone in cui questa è assente o scarsa. Ciò tuttavia pone problemi di carattere sociale non irrilevanti: la costruzione di condotte significa di fatto prendere una risorsa vitale da qualcuno per darla a qualcun altro con il rischio di far scoppiare proteste e violenze.
A questo proposito, nel 1995, Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca mondiale, affermò: “Se le guerre del Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del Ventunesimo avranno come oggetto del contendere l’acqua”.
Non c’è dubbio che quella dell’acqua è una crisi incombente, che non possiamo evitare – continuano gli autori – Tutti hanno interesse nell’ acqua. Dal punto di vista dell’investitore in borsa, questo potrebbe tradursi in una notizia positiva. Gli autori consigliano di tenere d’occhio le azioni della società che fanno ricerca e sviluppo nel settore. Forse i guadagni non saranno imminenti, ma quello dell’”oro blu” sembra il nuovo Eldorado per gli investitori.