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Hagerty (Vanguard): “Perchè siamo favorevoli allo stop alle retrocessioni”

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di Sean Hagerty, head of Vanguard Europe 

Nell’ambito della futura proposta legislativa EU Retail Investment Strategy, il supporto al divieto di retrocessioni nella distribuzione di prodotti finanziari ha riacceso il dibattito sul tema. Il superamento del collocamento tradizionale di prodotti finanziari, basato su commissioni, rappresenta sicuramente uno dei tre pilastri fondamentali del modello che l’industria del risparmio gestito e quello della distribuzione finanziaria dovrebbero adottare per favorire la canalizzazione dell’eccesso di liquidità verso il risparmio gestito, assieme alla diffusione della consulenza a parcella e alla riduzione dei costi complessivi. È importante garantire che gli investitori alla ricerca di consulenza finanziaria possano accedere a un mercato aperto e competitivo, libero da potenziali conflitti di interesse. Solo in presenza di un sistema trasparente ed efficiente gli investitori potranno adottare tutte le misure utili a difendere i propri patrimoni, ma anche quelle per generare ulteriore ricchezza, affiancando al wealth management il concetto di wealth creation.

Da sempre Vanguard promuove la trasparenza negli investimenti ed è un sostenitore del divieto delle commissioni di retrocessione nella distribuzione di prodotti finanziari. L’introduzione di tale divieto ridurrebbe significativamente i costi per gli investitori e creerebbe maggiore trasparenza, come accaduto nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Tale divieto dovrebbe quindi essere esteso a tutta l’Ue. In questo modo, l’investitore saprebbe esattamente cosa paga per le singole componenti della catena del valore dell’investimento. In quasi 50 anni di storia, Vanguard non ha mai pagato commissioni ai collocatori. Consideriamo i nostri prodotti “clean-fee”, in linea con la nostra struttura societaria mutualistica e con i nostri valori, focalizzati nel fornire ai clienti le migliori possibilità di successo negli investimenti.

In questo contesto, pensiamo che i fondi indicizzati e gli ETF rappresentino strumenti efficaci in grado di smuovere lo status quo di un mercato basato su retrocessioni e costi elevati. Nell’ultimo ventennio gli investitori hanno sempre più utilizzato gli ETF per la gestione core dei portafogli azionari e di quelli obbligazionari grazie al loro elevato livello di liquidità, all’accesso immediato al mercato, ai bassi costi e all’elevata diversificazione. Del resto, il crescente utilizzo degli ETF da parte degli investitori è sicuramente riconducibile a due elementi portanti della gestione passiva:

  1. costi bassi;
  2. efficienza in termini di ritorni – che nel lungo termine, impattano positivamente sulle performance. Il costo, infatti, è l’unico elemento certo che gli investitori possono controllare, tenendo presente che ogni euro che si paga in più per i costi, è un euro che tolto ai potenziali ritorni futuri.

È per questo che Vanguard ha sempre avuto una particolare attenzione per il mondo della consulenza finanziaria, oltre a dialogare con gli intermediari per promuovere un maggior ricorso a prodotti passivi all’interno di veicoli come le unit-linked e le gestioni patrimoniali. Stiamo collaborando con tutti i consulenti e le reti finanziarie, anche con quelli che potrebbero non essere allineati al divieto sulle retrocessioni, con l’obiettivo di creare partnership basate su soluzioni di prodotto efficienti che riducano il costo totale degli investimenti per i clienti. In tal senso, abbiamo già avviato una serie di collaborazioni molto proficue con società come Banca Widiba, Banca Consulia, Banca Aletti, Zurich e CheBanca!