Nel 2020, Paul Tudor Jones è stato fra i primi a riaccendere l’interesse degli hedge fund per il Bitcoin e le criptovalute. Nel maggio dell’anno scorso, quando il clamoroso rally delle crypto era solo agli inizi, aveva reso noto il proprio acquisto Bitcoin – giustificandolo come un valido trade per proteggere il portafoglio dall’inflazione.
Ora, gran parte degli hedge fund sembra intenzionata ad accrescere le rispettive posizioni sulle criptovalute. Secondo un sondaggio condotto da Intertrust, che ha raggiunto 100 hedge fund cfo, questa categoria di fondi si appresta ad investire in criptovalute il 7,2% del portafoglio entro i prossimi cinque anni. Considerando la dimensione attesa per il comparto, si tratterebbe di un investimento in crypto del valore di 312 miliardi di dollari, ha affermato Intertrust.
Inoltre, un significativo 17% degli intervistati ha dichiarato che la propria società potrebbe investire in criptovalute oltre il 10% del suo portafoglio.
Gestori tradizionali e hedge fund manager: due versioni opposte su Bitcoin
Questo atteggiamento è in aperto contrasto con le opinioni dei gestori di fondi più tradizionali. Appena qualche giorno fa un sondaggio di Bank of America, rivelava che il per l’81% dei fund manager, il quello del Bitcoin resta un fenomeno-bolla, anche dopo il brusco crollo di maggio.
“Per il momento, gli investimenti in criptovalute rimangono limitati ai clienti che hanno un’elevata tolleranza al rischio e, anche in questo caso, gli investimenti rappresentano in genere una bassa percentuale delle risorse investibili”, hanno affermato Morgan Stanley e la società di consulenza Oliver Wyman, in un recente rapporto sulla gestione patrimoniale.
Per il direttore esecutivo di Quilter Cheviot Investment Management, gli hedge fund “sono ben consapevoli non solo dei rischi ma anche del potenziale a lungo termine” delle crypto. Sulla stessa lunghezza d’onda, si è sintonizzato anche il fondatore del più grande fondo hedge al mondo, Ray Dalio, che ha gradualmente ridotto gli indugi sul Bitcoin: “Ne ho comprati un po’”, aveva dichiarato a maggio il numero uno di Bridgewaters Associates, “li preferisco ai bond”.