New York – Cambiano i tempi e sorge la legittima domanda: la speculazione non paga più? Anche per i fondi più spericolati di Wall Street la vita è, infatti, dura. Nel 1980 George Soros e Julian Robertson, con i loro hedge fund, dettavano legge sul floor della Borsa americana. Adesso quelle regole che inneggiavano ai guadagni facili sono sconfessate. Nell’ultimo anno il ritorno dell’indice HFRX, che misura il ritorno delle scommesse degli hedge, segna un +3%, mentre l’indice S&P 500 ha realizzato una crescita del 15%.
Anche se si allarga l’orizzonte temporale il risultato non cambia. Nel corso degli ultimi dieci anni l’S&P 500 ha sempre fatto meglio dell’indice degli hedge fund, ad eccezione dell’annus horribilis, il 2008. Per gli addetti ai lavori tutto questo significa una sola cosa: gli investitori che hanno costruito un portafoglio, con un’esposizione all’azionario pari al 60% e il resto in titoli di Stato, hanno realizzato guadagni oltre il 90%, mentre coloro che si sono lasciati affascinare dalle strategie più azzardate solo un 17% in più.
Secondo Simon Lack, consultante finanziario, la rigidità dei modelli di investimento degli hedge ha frenato il raggiungimento di ritorni accettabili. “Anche la massa di fondi gestiti ha concorso al buco nell’acqua: il patrimonio degli hedge fund si è quadruplicato dal 2000 in avanti e loro non sono stati in grado di essere all’altezza”, sostiene. In effetti a ben vedere solo una manciata di fondi hedge come segnala la società di ricerca Hedge Fund Research ha realizzato ritorni superiori al 30% nel corso dell’ultimo anno, ma c’è anche un terzo che ha perso tutto. Nell’approntare la strategia di investimento per il 2013 sarà meglio tenerlo a mente.