Società

I 10 Paesi più “furbetti” nel gestire i fondi UE, PNRR incluso

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

In questi giorni il PNRR non solo è tornato sotto la lente dell’UE perché l’Italia è in ritardo sulla realizzazione degli obiettivi di spesa e sta mettendo a rischio l’erogazione della terza tranche. Ma anche perché l’Agenzia antifrode dell’Unione europea (Olaf) ha dato il via a una serie di indagini sulla gestione dei fondi dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) da parte di alcuni Paesi europei. Anche se, al momento, non sono stati forniti dettagli particolari sugli specifici casi e su quali siano gli Stati membri attenzionati.

A questo proposito proprio nel 2022 l’Olaf (acronimo inglese dell’ufficio europeo anti-frode), considerando che il piano Next Generation EU prevede di iniettare nell’economia europea fino a 750 miliardi, ha istituito un nuovo gruppo di esperti dedicato a vigilare sull’utilizzo delle spese del Recovery che si è subito attivato a indagare su casi di possibili abusi dei finanziamenti del dispositivo UE per la ripresa e la resilienza.

Con l’occasione, l’Olaf ha diffuso anche il report annuale omnicomprensivo dei controlli sull’uso dei fondi europei relativo al 2022 e ne è emersa una pagella italiana che posiziona il Belpaese al secondo posto della classifica dei furbetti delle frodi sui fondi UE. Davanti alla Polonia e dietro l’Ungheria. Un dato che ci mette in cattiva luce non solo di fronte agli altri Stati membri, ma anche verso tutti i contribuenti europei, visto che si tratta di soldi pubblici. Anche se irregolarità non sempre fa rima con corruzione.

Le indagini Olaf sotto la lente

Oltre al PNRR, le indagini dell’anti-frode UE hanno riguardato sospetti casi di “collusione, manipolazione delle procedure di appalto, conflitti d’interesse e fatture gonfiate” nella gestione dei fondi del bilancio UE.

In totale nel 2022 l’Olaf ha protetto oltre 600 milioni di euro che appartengono ai contribuenti europei, raccomandando il recupero di più di 426,8 milioni da frodi e irregolarità ed evitando la spesa indebita di 197,9 milioni di euro. L’Olaf ha inoltre fermato una serie di meccanismi di contrabbando, contraffazione e frode doganale, ha contribuito a mettere in atto le misure di difesa commerciale dell’UE ed ha continuato a elaborare e adattare politiche di prevenzione e contrasto delle frodi.

“La salvaguardia del denaro dei contribuenti europei da destinare alle infrastrutture e alla digitalizzazione, il sequestro di 531 milioni di sigarette illecite e di 14,7 milioni di litri di vino, birra e alcolici illeciti, un’azione internazionale contro il miele adulterato e il recupero a favore del bilancio europeo di quasi 3 miliardi di euro da un caso di sottovalutazione doganale sono solo alcuni esempi del considerevole impatto dell’Olaf”, ha chiosato il direttore generale dell’Olaf Ville Itälä.

La top ten dei furbetti delle frodi UE

Nel dettaglio, in Ungheria l’Olaf ha concluso 15 indagini di cui 10 con raccomandazioni, in Italia 10 di cui 9 chiuse con raccomandazioni, in Polonia 9 di cui 7 con raccomandazioni, in Romania e Francia 7 ma quelle chiuse con raccomandazioni sono state 5 in Romania e 2 in Francia. In Bulgaria ha condotto 6 indagini di cui 4 chiuse con raccomandazioni, in Slovacchia e Croazia 5 di cui 4 e 3 rispettivamente chiuse con raccomandazioni. Infine in Lettonia e Macedonia del Nord ha condotto 4 indagini di cui 3 concluse con raccomandazIoni.

Classifica Olaf Paesi con più frodi sulla gestione dei fondi UE