L’Unione europea potrebbe utilizzare 33,8 miliardi di euro confiscati alla Russia per aiutare, finanziariamente, la ricostruzione in Ucraina. Nel dettaglio, secondo le indicazioni fornite direttamente dall’Ue agli Stati membri, il blocco imposto ai beni e alle proprietà, che fanno capo alla Banca Centrale Russa, possono essere utilizzati per la ricostruzione in Ucraina.
Secondo i legali, che si stanno occupando della gestione dei beni sequestrati, è completamente sostenibile un piano che preveda di inviare dei finanziamenti tratti direttamente dai beni sequestrati per provvedere alla ricostruzione in Ucraina. Per poter utilizzare questi fondi è necessario, però, che i beni non siano espropriati e che vengano rispettate alcune condizioni. Tra i requisiti richiesti, per poter dar il via a questo piano, vi deve essere la certezza che il capitale e gli interessi siano restituiti alla Russia in un secondo momento.
I beni espropriati alla Russia
Il 30 novembre 2022 la Commissione europea aveva provveduto a definire le opzioni legali attraverso le quali si è provveduto a confiscare i beni statali e privati russi. Grazie a queste disposizioni è possibile utilizzare questi fondi per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Attraverso un comunicato, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha spiegato che l’Ue ha “bloccato 300 miliardi di euro di riserve della Banca centrale russa e abbiamo congelato 19 miliardi di euro di denaro degli oligarchi russi”.
L’ipotesi avanzata fin da subito era quella di utilizzare i beni confiscati alla Russia dagli Stati membri dell’Unione europea per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina e, contestualmente, compensare il paese dai danni provocati dall’invasione guidata da Putin. Il primo passo effettuato dall’Ue era stato quello di “chiarire il contesto internazionale, individuare i modi per rafforzare il rintracciamento e l’identificazione dei beni come passi preliminari per una potenziale confisca ed esplorare le vie che potrebbero portare alla confisca dei beni russi congelati”.
Un passo avanti per l’utilizzo dei beni sequestrati
Ursula von der Leyen ha confermato la posizione dell’Ue e ha sottolineato di aver intenzione di far pagare alla Russia, direttamente con i fondi ed i beni sequestrati agli oligarchi e alla Banca Centrale Russa, la distruzione provocata in Ucraina a seguito dell’invasione.
I responsabili, che stanno gestendo le pratiche relative ai sequestri, hanno sottolineato come non ci siano degli ostacoli legali per utilizzare i beni sequestrati ed utilizzarli per aiutare Kiev.
Il primo passo, che ha intenzione di compiere l’Ue, è quello di mettere in comune le risorse sequestrate a livello europeo – ed eventualmente anche internazionale – per generare rendimenti che potrebbero essere utilizzati per finanziare la ricostruzione ucraina: un compito che secondo le stime della Banca mondiale potrebbe costare almeno 350 miliardi di dollari.
Sa da un lato gli avvocati dell’Unione europea hanno già tracciato una strada da seguire, alcuni tecnici dell’Ue sembrano essere più cauti sulla fattibilità legale dell’utilizzo dei beni. Tra l’altro è stato messo in evidenza come un’operazione del genere sia particolarmente complessa e di non facile esecuzione. Risulta, inoltre, particolarmente difficile prendere una decisione fino a quando non ci sarà più chiarezza sul volume dei beni, che potrebbero essere utilizzati. Il primo passo da compiere sarà individuarli. Alcune stime suggeriscono che i beni della banca centrale russa congelati all’estero ammontino a 300 miliardi di dollari. I tecnici dell’Ue stimano che sia pari a circa 33,8 miliardi di euro il valore dei depositi russi nei vari paesi dell’Europa.