Il mercato continua a scambiare in calo dopo i massimi di due anni e mezzo toccati di recente. A pesare sono stati alcuni dati macro poco convincenti, come le vendite al dettaglio, salite ma meno delle attese.
Il Dow Jones lascia sul campo circa 40 punti dopo aver chiuso cinque punti sotto lunedi’. Presi di mira Exxon Mobil, Intel e DuPont, mentre JP Morgan e i finanziari in generale si muovono in controtendenza. L’indice Vix di volatilita’ e’ salito sopra quota 16. Tra i principali settori in calo finora figurano energia, telecomunicazioni e materiali di base.
La debolezza, che si e’ fatta piu’ accentuata con il passare della seduta, arriva dopo che l’S&P 500 ha raggiunto i massimi di oltre due anni, a solo un punto di distanza dalla soglia del doppio dei livelli di 666 punti toccati ai minimi di 12 anni il 9 marzo 2009.
Una sfilza di dati macro per ora nel complesso inferiori delle attese non ha aiutato. Il rialzo delle vendite al dettaglio in gennaio – il settimo consecutivo – e’ stato dello 0,3%, mentre il mercato si aspettava un +0,5%. Le cifre del mese precedente sono state riviste al ribasso.
L’indice Empire State che misura l’andamento dell’attivita’ dell’area di New York, e’ salito a quota 15,4, lievemente sotto le previsioni. I prezzi all’import hanno registrato un aumento dell’1,5% dopo il +1,2% del mese precedente. Dagli ultimi numeri macro nel mondo sono emersi rialzi dei prezzi al consumo in Cina e Regno Unito, mentre il Giappone ha rivisto al rialzo l’outlook sulla crescita economica di quest’anno.
Gli investitori tentano di lasciarsi alle spalle il senso di incertezza che aleggia da un po’ di tempo sui mercati. Un occhio di riguardo e’ rivolto comunque sempre al rialzo dei prezzi del petrolio: sul Nymex il WTI aumenta sopra gli $85 al barile. I nuovi rialzi si spiegano con le tensioni che permangono sul fronte geopolitico in Medio Oriente: i riflettori sono ora sull’Iran , dove, sull’onda dell’Egitto, scoppiano nuove proteste.
Tentativo vano di reazione per l’euro che sui mercati newyorchesi prova a recuperare la soglia degli $1,35, dopo la debolezza seguita al raggiungimento dell’accordo sulla creazione di un Fondo Permanente dai ministri delle Finanze dei 27 paesi dell’Unione Europea, avvenuto nella giornata di ieri. A New York, l’euro si attesta in rialzo.
L’inflazione in Cina e’ salita del 4,9% in gennaio rispetto a un anno prima, sotto le previsioni che erano per un incremento del 5,4%. I prezzi al consumo britannici sono aumentati del 4% su base annuale il mese scorso dal +3,7% di dicembre.
Sul fronte societario non si segnalano grandi notizie, fatta eccezione per i conti di Qwest Communications International, che ha chiuso l’ultimo trimestre in perdita. In calendario e’ prevista anche la trimestrale di Sirius XM Radio.
da notare inolte che FedEx ha tagliato le linee guida in risposta all’impatto del maltempo. Marriott ha registrato un utile sorprendentemente positivo, ma accompagnato da un outlook a luci e ombre. Meglio delle stime hanno fatto anche i conti di Marsh & McLennan.
Nel frattempo l’operatore dei listini di New York, NYSE Euronext, e Deutsche Boerse hanno confermato l’operazione di fusione che dara’ vita alla maggiore borsa valori del mondo per fatturato e volumi scambiati. La notizia, ampiamente anticipata nei giorni scorsi, si inserisce in un processo di generale consolidamento del settore. Nei giorni scorsi e’ stato infatti ufficializzato il matrimonio tra il London Stock Exchange e la borsa di Toronto, mentre i mercati di Singapore e Sydney lavorano a un’alleanza.