I finiani: e basta con la telenovela di Montecarlo. Ma i “manganellatori” picchiano ancora
Gianfranco Fini “ha risposto alle domande a cui aveva il dovere di rispondere. Non ci sono elementi per alimentare una campagna che rischia di delegittimare l’intero sistema politico e istituzionale. Chiudiamo la telenovela di Montecarlo e occupiamoci dell’Italia. Una classe dirigente si interroga su come rispondere alla domanda di governo e assicurare stabilità alle istituzioni”. Lo dice il capogruppo di Futuro e Libertà al Senato, Pasquale Viespoli, sottosegretario al Welfare, in una intervista al Corriere della Sera.
“In alcune fasi – sottolinea il finiano – l’esercizio e la forza della leadership è la mediazione e non l’imposizione. Berlusconi dovrebbe assumere l’iniziativa per riportare il confronto nell’alveo della politica e delle istituzioni”.
Ma Viespoli rifiuta di parlare di verifica. “E’ una brutta parola, richiama vecchie storie. Penso a un nuovo patto su grandi temi, a una stagione di grande dibattito nel Pdl. Berlusconi deve fare sintesi e riportare il confronto, anche aspro, nell’alveo delle istituzioni. Rischiamo una deriva che può diventare crisi di sistema e da cui non si salva nessuno. Oggi Fini, domani può toccare a Berlusconi…”.
Ma anche oggi Il Giornale rilancia: “Fini a casa, ondata di firme”. Titola così il Giornale di Vittorio Feltri all’indomani del lancio della raccolta firme per chiedere le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera “in seguito – si legge sul modulo da sottoscrivere, ritagliare e spedire pubblicato in prima pagina – all’imbarazzante vicenda della casa di Montecarlo. Lasciata in eredità ad An e finita nella disponibilità del fratello della compagna di Fini”.
E il condirettore del quotidiano, Alessandro Sallusti, informa che “una valanga di sms, mail e fax ha invaso in poche ore la redazione del Giornale. Molti non sono giunti a destinazione perché anche le nuove tecnologie si intasano per eccesso di carico. Ce ne scusiamo, oggi dovrebbe andare meglio”.
Completa la prima pagina, tutta dedicata alla terza carica dello Stato, l’editoriale di Feltri dal titolo: “Ecco perché a settembre la rottura è inevitabile”. Il direttore del Giornale slega la tenuta della maggioranza dalla vicenda della casa monegasca che, rileva, “è ancora in divenire e non si concluderà presto, non c’entra nulla con le divergenze politiche all’origine della frattura del Pdl”.
E prevede che a settembre la rottura in Parlamento avverrà sui temi etici “se è vero che i finiani su iniziativa di Della Vedova proporranno sul biotestamento un testo diverso da quello già approvato da Pdl e Lega” e “una normativa sulle coppie di fatto anche quelle gay”. Secondo Feltri, “non è pensabile che Fini faccia macchina indietro e accetti di uniformarsi all’ex Forza Italia e alla Lega su posizioni di ispirazione confessionale” quindi “a settembre il patatrac è garantito”.
A dire la sua oggi è anche il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, secondo cui è “inimmaginabile che si proceda con il logorio e i ricatti di queste settimane”. Il Pdl “è l’unico partito pronto ad affrontare anche il voto, se necessario. E se lo sarà, meglio il prima possibile”.
In una intervista a Repubblica, Prestigiacomo ammette che “il ritorno alle urne non è ciò che vorremmo. Ma se servirà a fare chiarezza di fronte agli elettori, ben venga. Siamo prontissimi. A sinistra atterriscono all’idea. Per non dire di tutti coloro che lavorano ad alleanze spurie e improbabili terzi poli”.
Per il Ministro è stato “doloroso ma dovuto l’atto di chiarezza con i finiani: volevano indebolire per i prossimi due anni governo e premier”. Quanto alla vicenda della casa di Montecarlo Prestigiacomo si astiene dall’esprimere valutazioni ma osserva: “La politica si fa con la politica. Brandire il tema della legalità per motivi strumentali ha solo indispettito quanti non accettano di essere messi dalla parte dei cattivi”.
E sulla richiesta di dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera dice: “Ho partecipato all’ufficio di presidenza del Pdl che ha votato quel documento. Non è stato facile ma dopo settimane di attacchi continui occorreva un momento di chiarezza. Era necessario uno scatto di reni”.