I Paesi BRICS stanno lavorando attivamente alla creazione di una moneta unica, un progetto recentemente confermato da Kazem Jalali, ambasciatore dell’Iran in Russia. L’iniziativa mira a ridurre la dipendenza globale dal dollaro statunitense e promette di sconvolgere l’economia globale se si concretizzerà.
Questa moneta potrebbe rimescolare le carte del potere economico globale, ma anche incidere profondamente sul dollaro.
Tre effetti allarmanti della moneta dei BRICS sul dollaro
Nel dettaglio sono tre i modi concreti in cui la moneta dei BRICS influenzerà il dollaro USA. In primis la creazione di una valuta BRICS avrà diversi effetti significativi sul dollaro. Adottando una moneta comune, i membri del blocco BRICS potranno condurre transazioni commerciali senza ricorrere al dollaro USA. Ciò porterebbe a una diminuzione dell’offerta e della domanda di dollari sulla scena internazionale, indebolendone potenzialmente il valore.
La valuta dei BRICS potrebbe anche erodere la posizione del dollaro USA come principale valuta di riserva del mondo. Molti Paesi detengono riserve in dollari per stabilizzare le loro economie, ma l’adozione di una valuta alternativa potrebbe incoraggiare la diversificazione di queste riserve. Tale diversificazione indebolirebbe la posizione dominante del dollaro, riducendone l’influenza sui mercati finanziari globali.
Infine, la creazione di una moneta comune permetterebbe ai Paesi BRICS di rafforzare le loro valute locali. Facilitando il commercio interno senza dipendere dal dollaro, queste economie potrebbero stabilizzare e rafforzare le proprie valute. Ciò potrebbe sfidare il dollaro USA nei mercati forex, offrendo una nuova concorrenza e diversificando le opzioni per le transazioni internazionali.
Verso un nuovo ordine economico mondiale?
I Paesi BRICS stanno cercando di liberarsi dalla morsa del dollaro statunitense adottando una moneta comune. Questa iniziativa mira a ridurre la loro dipendenza dal dollaro, un tempo dominante nelle transazioni internazionali ma sempre più evitato da queste economie emergenti. Promuovendo il commercio interno e prendendo in considerazione una moneta comune, i BRICS cercano di rafforzare la loro sovranità economica.
Tuttavia, il successo di questa iniziativa rimane incerto. Sebbene la moneta dei BRICS rappresenti una sfida al dollaro, quest’ultimo non ha ancora detto l’ultima parola. Il dollaro gode ancora della fiducia globale e di un’infrastruttura finanziaria consolidata, che lo rendono difficile da sostituire.
Per raggiungere i suoi obiettivi, l’alleanza dei BRICS dovrà superare numerosi ostacoli, in particolare conquistare la fiducia degli investitori internazionali e dimostrare l’affidabilità della sua valuta nel lungo periodo.
Chi sono i paesi BRICS
L’acronimo BRICS, che inizialmente non includeva il Sudafrica, è stato coniato nel 2001 dall’allora capo economista di Goldman Sachs Jim O’Neill in una ricerca che sottolineava il potenziale di crescita di Brasile, Russia, India e Cina.
Il gruppo è stato fondato in maniera informale nel 2009 per fornire ai suoi membri una piattaforma per sfidare un ordine mondiale dominato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati occidentali. La sua creazione è stata promossa dalla Russia.
Non è un’organizzazione multilaterale formale come le Nazioni Unite, la Banca Mondiale o l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC). I capi di Stato e di governo dei Paesi membri si riuniscono annualmente e ogni Paese assume la presidenza del gruppo a rotazione per un anno.
Brasile, Russia, India e Cina sono i membri fondatori. Il Sudafrica, il membro più piccolo in termini di peso economico e popolazione, è stato il primo beneficiario di un’espansione del blocco nel 2010, quando il raggruppamento è diventato noto come BRICS. Insieme i Paesi rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale e un quarto dell’economia globale.