Bangkok – Listini asiatici in marcato calo. L’approvazione del piano sul tetto limite del debito e sul taglio della spesa da parte della Camera dei Rappresentati degli Stati Uniti, non riesce a dare la spinta di cui l’azionario ha bisogno. Pesano i dati sull’attività manifatturiera Usa, ai minimi da 2 anni, e il rischio di un downgrade del rating sul debito governativo. L’oro mantiene la forza acquisita nelle ultime settimane, ora a $1.622,8. Yen in calo, si intensificano i timori che la Banca centrale possa intervenire per contrastare l’apprezzamento, considerato eccessivo. Cede anche l’eurodollaro, ora a $1,4236.
L’indice Dow Jones Asian Titans della regione perde l’1,81%. Nikkei (-1,21% in chiusura), sulla scia dei dati deboli Usa e della chiusura in negativo di Wall Street, ma beneficia di un possibile intervento per deprezzare lo yen. Seul (-2,23%) la piazza peggiore. Sydney (-1,28%) perde a seguito del rallentamento dell’attività manifatturiera, sia nei paesi industrializzati che nei mercati emergenti. Hong Kong (-0,64%) e Shanghai (-1,53%), risentono di una possibile perdita di spinta per l’economia cinese, e dei numeri sull’inflazione. Singapore (-1%).
“Adesso dobbiamo tornare a concentrarci sulla crescita globale”, ha detto a Bloomberg Tim Schroeders, fund manager per Pengana Capital Ltd. a Melbourne. “L’accordo (sul debito Usa) dovrebbe portare tagli alla spesa e quindi un ulteriore rallentamento dell’attività economica. Gli strategist e gli investitori dovranno riformulare le loro stime sulla crescita degli Stati Uniti e in ultima istanza sull’economia mondiale”.
Wti ($94,61, -0,29%), Brent ($116,5, -0,27%), oro ($1.626,4, +0,29%), argento ($39,665, +0,91%) e rame ($4,405, -0,11%).
Eurodollaro in calo a $1,4236 (-0,17%). Sullo yen a ¥110,05 (-0,3%). Sul franco svizzero a CHF1,1124 (-0,47%).