Economia

I soldi fanno la felicità. Ecco le ultime scoperte scientifiche

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“I soldi non fanno la felicità”, recita l’adagio popolare. A smentirlo ci hanno pensato un premio Nobel per la “scienza triste” (il copyright è del filosofo scozzese Carlyle), ossia lo psicologo Daniel Kahneman, e uno studioso di felicità, Matt Killingsworth. Vediamo cosa dicono i loro studi sul legame tra soldi e felicità.

Il legame tra soldi e felicità

E’ dei giorni scorsi lo studio di Kahneman e Killingsworth pubblicato dalla rivista della “National Academy of Sciences”. I due sono partiti da tesi opposte. Per Kahneman, denaro e felicità erano correlati direttamente solo fino alla soglia di 100 mila euro. Per Killingsworth invece alla crescita del denaro corrispondeva una crescita della felicità delle persone.

Il loro studio è stato condotto su 33 mila lavoratori statunitensi, che ogni giorno tramite una app hanno monitorato i loro livelli di felicità, per un totale di 1,7 milioni di dati raccolti e analizzati. La ricerca ha dimostrato che la “soglia di sbarramento” alla felicità in corrispondenza del 100 mila euro sussiste, ma solo per il 15% di popolazione più infelice. Per il 60% della popolazione, con livelli di felicità tra il medio e il buono, la felicità cresce con l’aumentare della ricchezza.

Inoltre, per il 25% delle persone le crescite elevate del reddito producono livelli di benessere sempre più intensi. In generale, per l’85% della popolazione il livello di felicità sale insieme a quello della ricchezza. Lorenzo Dornetti, ceo di Neurovendita, società privata di neuroscienze, mette però in guardia:

“Con queste scoperte si mette un punto al dibattito che contrapponeva la crescita del Pil al benessere delle persone. È bene ricordare però che il denaro è solo una delle variabili con impatto positivo sulla felicità; c’è la rete delle relazioni affettive, la soddisfazione sul lavoro, la sfera della spiritualità, tutti elementi che interagendo tra di loro influiscono positivamente sul livello di felicità delle persone”. 

Gli autori delle ricerche

Classe 1934, Daniel Kahneman è originario di Tel Aviv. Laureato in psicologia alla Hebrew University di Gerusalemme nel 1954, 4 anni dopo si è trasferito negli Stati Uniti per presso l’università della California a Berkeley per conseguire il dottorato di ricerca in psicologia (1961-70). In seguito è stato nominato professore di psicologia presso lo stesso ateneo. Nel 1993 è stato nominato docente di psicologia all’Università di Princeton, dove tuttora insegna la medesima materia come professore emerito. 

Kahneman ha iniziato a studiare le decisioni economiche nel 1968, insieme al collega Tversky. In particolare, i due hanno approfondito le determinanti delle scelte in condizioni di incertezza e con limitate risorse individuali, concludendo che le decisioni non derivano da processi razionali finalizzati a raggiungere l’utilità individuale. Kahneman è stato insignito del premio Nobel per l’Economia nel 2002 “per aver integrato le visioni della ricerca psicologica nelle scienze economiche, specialmente per quanto riguarda la capacità umana di operare scelte e decisioni in situazioni di incertezza”. Kahneman è il secondo psicologo al mondo ad aver ottenuto il Premio Nobel.

Matt Killingsworth ha conseguito un dottorato di ricerca in psicologia presso l’Università di Harvard e lauree in ingegneria ed economia presso la Duke University. E’ senior fellow alla Wharton School dell’Università della California. Studia la natura e le cause della felicità umana, compresa la felicità sul lavoro, il rapporto tra denaro e felicità, il modo in cui le relazioni sociali influenzano la felicità e molti altri argomenti. È il anche il direttore di www.trackyourhappiness.org, un progetto di ricerca globale che utilizza gli smartphone per studiare la felicità in tempo reale durante la vita quotidiana.