“I tassi d’interesse caleranno nel 2024?”. Questa la domanda, che centra uno dei temi economici più attuali, cui hanno fornito interessanti risposte il segretario generale Fabi Lando Maria Sileoni, il professore Donato Masciandaro dell’Università Bocconi, la presidente Consumatori Attivi Barbara Puschiasis, il direttore di Wall Street Italia Leopoldo Gasbarro, il caporedattore di Repubblica Milano Francesco Manacorda, moderati dal vicedirettore del Tg5 Giuseppe De Filippi. La cornice in cui si è tenuta la tavola rotonda è il 128° Consiglio nazionale della Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, in programma da ieri 9 gennaio fino al 12 gennaio 2024 agli East End Studios di Milano.
Un tema delicato e centrale in termini di importanza, certo, perché la politica monetaria condiziona direttamente l’andamento dell’economia e degli investimenti finanziari. Vediamo quali sono state le considerazioni fatte dagli speaker presenti al panel.
Il cortocircuito sui mutui
“Per quanto riguarda i mutui, fin quando erano prossimi allo zero sono stati venduti a tutti. Adesso non sappiamo se sono stati venduti perché si poteva avere una quantità di denaro a un prezzo irrisorio, oppure perché i risparmiatori cercavano a tutti i costi quel tipo di servizio. Sta di fatto che andando a vedere i dati dei mesi scorsi, a livello globale, molte banche hanno cambiato i mutui ai loro sottoscrittori, facendoli passare dal tasso variabile al fisso. Nel momento in cui il tasso era molto basso questa operazione in Italia non è stata fatta, e oggi ci troviamo nella situazione opposta. La risposta non è quella di vendere gli immobili, per fortuna ci sono molte banche che stanno cambiando l’approccio al tipo di mutuo. C’è una situazione difficile dal punto di vista dei tassi, certo, ma in molti hanno allungato la tempistica del mutuo per avere una rata più bassa. Ci sono quindi delle soluzioni che permettono alle persone di non andare a vendere la casa. Ultimo aspetto, dove andranno i tassi interesse. Ci sono istituti che hanno perso il 4-5% soltanto perché la discesa dei tassi interesse non è quella preventivata di cui si parla da qualche giorno, perché l’inflazione in Germania è un po’ risalita. L’inflazione in Europa è risalita, però noi stiamo andando in contro ad un anno molto particolare, un’annata elettorale sotto tutti i punti di vista. Di solito gli anni elettorali, sono quelli in cui si spinge molto per la politica della crescita, poi qualcuno andrà a vedere tra qualche mese che cosa succede ai debiti pubblici di mezzo mondo, soprattutto quello del Paese in cui viviamo. Quindi c’è una situazione in cui io, per quanto riguarda i tassi interesse, non sono così fiducioso che vadano nella direzione opposta rispetto a quella dove sono andati finora”, ha evidenziato Leopoldo Gasbarro.
L’importanza della trasparenza
“I mercati iniziano a interpretare, iniziano a scommettere. Quello che è successo in questi due anni è stato questo. E purtroppo continua a essere così. Quindi, io credo che le banche centrali, la BCE e la FED, ci abbiano perso. E devo dire che sono state anche fortunate, perché avevano accumulato una credibilità passata. Ragion per cui non l’ha ancora consumata tutta. La condizione necessaria per recuperarla è essere trasparenti. Condizione necessaria è annunciare il percorso dei tassi. Lo fanno in Svezia. Sanno benissimo quali sono i tassi di interesse. Lo sanno i mercati, lo sanno i consumatori, lo sanno le imprese. Sono rivedibili, ma è giusto che sia così. BCE e FED hanno fatto il contrario, hanno smesso di parlare e a un certo punto hanno continuato a ripetere, come un criceto che gira sulla ruota, a fare le stesse cose e non hanno capito che l’inflazione non era più quella che loro stavano a raccontare”, ha spiegato il professor Masciandaro.
La pressione dei tassi sulle famiglie
“Io vorrei partire da un dato che è quello del mercato immobiliare, nel senso che il 50% della richiesta delle famiglie italiane è sulla casa. E parlo di questo proprio perché i tassi d’interesse per le famiglie hanno inciso maggiormente sul tema mutui, quindi sul peso della rata. L’altro dato è che noi abbiamo visto, e vi parlo di esperienze concrete, come addirittura sia raddoppiato in certi casi il peso della rata, quindi da una rata mensile di 400, in alcuni casi siamo passati addirittura a 800, ma dirò di più alcune famiglie. Vi dirò di più, ad alcune famiglie la rata ha assorbito l’intero stipendio, quindi praticamente sono stati privati di quella che era la possibilità di sostentamento. Riporto un altro dato ancora che è quello della povertà energetica, il quale ci fa capire che ci sono due milioni di persone in Italia che purtroppo vivono in grave sofferenza. Tutti questi dati aggregati delineano una situazione non più sostenibile da parte di tantissimi cittadini. E anche i dati sulle sofferenze ci fanno capire che in tre anni all’incirca abbiamo avuto un incremento di queste sofferenze di circa 3 miliardi. Le misure che il Governo ha cercato in qualche modo di adottare noi le reputiamo purtroppo non sufficienti”, ha sottolineato la presidente dei Consumatori Attivi.
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