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I tweet chiedono un “governo qualsiasi”

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ROMA (WSI) – Fate presto! La rete fa propria la sollecitazione del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, alla classe politica: il Paese – in particolare il suo sistema economico – ha assolutamente bisogno di un governo. Le formule contano meno: ognuno ha le proprie preferenze, e le manifesta, ma quel che conta è che un governo ci sia.

Altrimenti i mercati finanziari faranno crescere lo spread e i costi della crisi lieviteranno. E pochi credono nel “modello” belga (541 giorni senza governo): il nostro sistema non può reggere, almeno a detta di chi si esprime on-line, senza un esecutivo. Quindi: o un accordo subito o tutti di nuovo alle urne.

Quasi 30 mila tweet letti e classificati da Voices from the Blogs negli ultimi sette giorni forniscono un responso chiaro: l’88,2% degli italiani è convinto che alla nostra economia serva un governo.

La ragione principale è che, in assenza di adeguati e urgenti provvedimenti economici, il Paese sarà preda della speculazione finanziaria e il costo dell’incertezza si tradurrà in crescenti punti di spread (29,1%). Molti pensano anche che, se la spesa non viene messa sotto controllo da una incisiva azione di riforma, ben presto ci ritroveremo a pagare più tasse(21,6%) e, più in generale, che i tempi di uscita dalla crisi diverranno più lunghi e i percorsi più dolorosi (15,4%), in particolare sul fronte dell’occupazione.

Ma i più non si attardano a fornire spiegazioni: per oltre un terzo degli italiani un governo al sistema economico serve e basta. E bisogna anche garantirglielo in fretta.

La minoranza (11,8%) che ritiene che un esecutivo non sia affatto indispensabile per orientare i destini dell’economia esprime invece i sentimenti dell’antipolitica: il timore prevalente (67,7%), infatti, è che un nuovo governo faccia ripartire i costi della politica, che si traducano nella necessità di imporre nuove tasse.

Meglio navigare a vista, quindi, sperando di replicare la performance belga. E poi, in fondo, un governo Monti ce l’abbiamo già (32,3%), e per gestire i nostri problemi economici sembra il più adatto (o il meno dannoso a seconda dei pareri).

Ma la prova più evidente del clima di emergenza è l’opinione espressa su quale sarebbe la formula di governo più idonea: poche alchimie – implora la rete – e idee chiare sui provvedimenti urgenti e le priorità (“Lo spread si impenna, le aziende falliscono, la povertà aumenta. E noi perdiamo più di un mese per fare un governo essenziale”). [ARTICLEIMAGE]

Si comprende, quindi, che solo il 10,2% dei tweet manifesti un sostegno esplicito all’ipotesi di un governo Bersani, o addirittura che l’auspicio di un governo a 5 Stelle sia espresso da poco più del 2% dei commenti. Più ampio è il consenso raccolto dall’idea di governi “di scopo” (“Lo spread cresce ai massimi dell’ultimo mese. Collocamento Btp decennale a 4 e 75 per cento. Meglio governo di scopo. Fate presto”): un governo del presidente (11,6%) o di un governo di larghe intese (13,9%), finalizzati alla realizzazione di poche riforme e ad un (relativamente) rapido ritorno al voto.

Ma la richiesta più frequente (39,3%) – dettata forse più dalle ansie per il futuro che da sottili analisi politiche (“Il governo non riesce a prendere una strada, l’economia è ferma … ma in che futuro si può sperare!? sono sempre più demoralizzata…”) – è per un governo “purchessia”, sostenuto da qualsiasi maggioranza. Altrimenti – ed è l’opinione del 22,8% degli italiani che scrive in rete – si ritorni subito al voto. Insomma, la grande maggioranza dei cittadini chiede solo di essere governata.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da La Repubblica – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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