Che il presidente Usa Donald Trump abbia una passione smodata per Twitter, non è una novità. La presenza dell’inquilino della Casa Bianca sui social network ha creato non poche ripercussioni sui mercati finanziari. Pochi giorni fa Bank of America ha svelato che più numerosi sono i tweet del presidente, peggio va la Borsa.
Il fenomeno non è sfuggito agli analisti del colosso bancario JP Morgan Chase, che hanno deciso di tracciare in un indice l’impatto dei tweet di Trump sui rendimenti dei titoli di Stato americani. Il risultato del loro lavoro si chiama Volfefe Index, che richiama il misterioso messaggio nel quale il tycoon scrisse covfefe, ma lo modifica in nome della “volatilità” che Trump è in grado di creare.
I messaggi di Trump che muovono il mercato spesso riguardano la politica commerciale e monetaria, con parole chiave tra cui “Cina”, “miliardo” e “prodotti”. Dalla sua elezione nel 2016, Trump ha registrato in media più di 10 tweet al giorno per i suoi quasi 64 milioni di follower, per un totale di 14.000 in tutto il periodo associato al suo account personale, di cui oltre 10.000 avvenuti dopo l’inaugurazione del 2017.
Su circa 4.000 non tweet che si verificano durante le ore di mercato dal 2018 ad oggi, solo 146 hanno spostato il mercato. La maggior parte dei tweet di Trump arriva da mezzogiorno alle 14:00 secondo il rapporto di J.P.Morgan.
Guardando a quel che succede ai rendimenti dei titoli di Stato americani nei cinque minuti successivi al lancio di un tweet, gli analisti hanno verificato come effettivamente ci sia una correlazione, soprattutto sulle scadenze un po’ più brevi della curva (due e cinque anni) piuttosto che sui titoli decennali.