I vertici del governo Meloni disertano il Forum di Davos. Cos’è e perché è importante
Lunedì prossimo si aprirà l’edizione invernale 2023 del World Economic Forum (WEF) di Davos. Oltre 2.700 leader mondiali del mondo politico, economico e sociale si riuniranno nella città svizzera per confrontarsi sulla questione della “Cooperazione in un mondo frammentato”.
Tra i temi caldi di questa 53ma edizione, che durerà fino a venerdì 20 gennaio, spiccano le sfide legate alla sanità post pandemia, la guerra e le tensioni internazionali, nonché la crisi energetica.
Fa rumore l’assenza di Giorgia Meloni e di altri esponenti di spicco del governo italiano; l’unico rappresentante dell’esecutivo sarà infatti il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Cos’è il World Economic Forum?
Il Forum Economico Mondiale di Davos è un evento annuale che si tiene solitamente alla fine di gennaio nella località svizzera di Davos, situata nel cantone dei Grigioni. L’appuntamento, ideato nel 1970 dal professor Klaus Schwab, attira leader di alto livello da tutto il mondo, tra capi di stato, ministri delle finanze, manager di grandi aziende, vertici sindacali, rappresentanti di organizzazioni non governative e della società civile.
Il forum rappresenta un’occasione per discutere questioni di attualità e macrotrend globali afferenti a temi come l’economia, la tecnologia, la politica, la salute e l’ambiente. Durante l’evento vengono presentate anche idee innovative e soluzioni per affrontare le sfide mondiali del presente e del futuro.
Il Forum di Davos è strutturato in diverse sessioni tematiche, tra cui incontri plenari, tavole rotonde, sessioni di lavoro e meeting bilaterali. Gli incontri plenari sono particolarmente rilevanti e seguiti, poiché consentono ai leader di alto livello di condividere le loro visioni con una vasta platea.
Il WEF offre anche l’opportunità alle aziende di fare networking, presentare prodotti e servizi, oltre a incontrare potenziali clienti e partner commerciali.
Perché il Forum di Davos è importante
Nel corso degli anni, il World Economic Forum di Davos ha lanciato diverse importanti iniziative per rispondere alle principali sfide globali.
Tra queste si possono citare quelle relative ad una crescita maggiormente inclusiva, attraverso la definizione di politiche eque e in grado di supportare tutte le tipologie di imprese e di lavoratori, in ogni fascia della popolazione.
Da citare poi l’iniziativa finalizzata a realizzare uno sviluppo sostenibile delle città, attraverso partnership tra governi locali, aziende e organizzazioni della società civile. Il WEF ha contribuito a sviluppare l’Indice di Sostenibilità Ambientale e pubblica annualmente un rapporto per classificare le prestazioni ambientali di 178 Paesi.
Altri progetti riguardano la promozione di investimenti sostenibili nelle infrastrutture e lo sviluppo di progetti per garantire la parità di genere e un’educazione di qualità.
I temi caldi del Forum 2023
Tra le iniziative attualmente sul tavolo, su cui si incentreranno le discussioni di quest’anno, il World Economic Forum indica i seguenti temi:
- Plastica e Ambiente: Accelerare i modelli di riutilizzo per realizzare un mondo senza rifiuti plastici, promuovendo gli imballaggi riutilizzabili;
- Ucraina: Il Logistics Emergency Team del Forum, composto da quattro delle più grandi compagnie di trasporto globali, ha fornito aiuti all’Ucraina durante la crisi umanitaria e si impegna a sostenere concretamente i Paesi che affrontano situazioni simili;
- Agricoltura, Food & Beverage: Oltre 35 partner sono impegnati a fornire alimenti sani, nutrienti, sicuri e sostenibili per salvaguardare il nostro pianeta, promuovendo soluzioni collettive per le aziende agricole e i mercati alimentari;
- Comunicazioni digitali: I nuovi princìpi globali sulla sicurezza digitale stanno guidando l’allineamento di più parti interessate, promuovendo comportamenti e azioni positive e applicando i diritti umani nel mondo digitale;
- Cybersecurity: Il Forum riunisce i leader globali della sicurezza informatica per collaborare alla protezione dei dati nel settore energetico e migliorare la resilienza informatica della rete elettrica.
Lo scenario macroeconomico attuale
Dopo due anni profondamente segnati dalla pandemia da coronavirus e dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’economia globale si trova in una fase cruciale, minacciata dall’aumento dei prezzi e dallo spettro di una recessione più o meno marcata.
A questi fattori si aggiungono una crescente frammentazione geoeconomica, la vulnerabilità del sistema finanziario, la crisi energetica e gli stravolgimenti climatici che sempre più spesso causano ingenti danni.
In questo contesto senza precedenti, il World Economic Forum è chiamato a riaffermare il valore e l’imperativo del dialogo e della cooperazione pubblico-privato; non solo per affrontare le attuali crisi, ma, cosa più importante, per guidare un cambiamento tangibile e sostanziale nel lungo termine.
Mai come quest’anno è necessario cercare soluzioni per ripristinare un senso collettivo e trasformare le misure difensive in politiche e strategie aziendali proattive e orientate alla visione.
Le critiche al Forum di Davos
Il WEF di Davos ha ricevuto sovente critiche legate alla sua natura esclusiva, anche a causa dei costi di partecipazione che lo rendono inaccessibile a molti rappresentanti della società civile e delle organizzazioni non governative.
Gli altri elementi di criticità riguardano la scarsa concretezza delle iniziative dibattute e l’attenzione insufficiente per i Paesi in via di sviluppo, poco rappresentati all’interno dell’evento.
Gli stravolgimenti degli ultimi due anni hanno profondamente inciso su alcuni cardini dell’economia moderna, come la globalizzazione e il libero scambio commerciale. Tra i principali fattori di cambiamento spiccano le restrizioni imposte per far fronte alla pandemia, le sanzioni innescate dall’invasione russa in Ucraina e i nuovi equilibri geopolitici mondiali, con la Cina salita al ruolo di seconda potenza globale dietro gli Stati Uniti, oltre alla deriva autoritaria di diversi Paesi.
Questo nuovo scenario ha spinto lo stesso Schwab, il fondatore del WEF, a proporre una nuova idea di ricostruzione sostenibile dell’economia, denominata “Grande Reset” e incentrata sugli stakeholder (i portatori d’interesse nei confronti di un’impresa) piuttosto che sugli shareholder (azionisti). Il nuovo paradigma prevede una sorta di quarta rivoluzione industriale per realizzare una crescita resiliente, rispettosa dell’ambiente e più equa, grazie all’impiego di strumenti come l’intelligenza artificiale, l’energia pulita, il telelavoro e la telemedicina.
Viceversa, molti ritengono che queste proposte rimarranno vane e che il Forum di Davos sia destinato a contare sempre meno, riducendosi ad un incontro fra superpotenze ferme su posizioni diverse e senza la reale volontà di incidere sul cambiamento globale.
I vertici del governo italiano disertano Davos
Come si colloca la politica italiana in questo scenario? Una parziale risposta sembrerebbe emergere dal fatto che l’unico esponente del governo presente al Forum sarà il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Questo nonostante, secondo quanto riportato da “la Repubblica”, l’invito fosse esteso al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, al capo di dicastero degli Affari Esteri e Vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, e al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, aveva invece confermato la sua presenza ma ha dovuto fare dietrofront per sopraggiunti impegni. A maggio 2022 l’Italia era stata rappresentata da quattro ministri.
Pesa anche l’assenza della premier Giorgia Meloni che – suggerisce “la Repubblica” – potrebbe essere in parte legata alle divergenze tra il suo partito, Fratelli d’Italia, e i rappresentanti della finanza internazionale. In passato, secondo quanto riportato dal quotidiano un esponente di spicco di FdI avrebbe affermato: “Davos è diventato un ambiente degradato”. La stessa Meloni in un tweet del 2018 ha parlato di “gotha mondialista” con riferimento al Forum.
In ogni caso, al netto dei dubbi più o meno condivisibili sulla reale efficacia delle iniziative del Forum, l’assenza dei vertici del governo appare come una presa di distanza dell’Italia in un momento di condivisione della comunità politica ed economica internazionale.