I wealth manager si affidano sempre più spesso alla tecnologia per affrontare i problemi di valutazione dell’idoneità dei portafogli dei clienti. Lo dimostra una ricerca globale degli esperti di finanza comportamentale di Oxford Risk, una società che sviluppa software di idoneità al rischio comportamentale per aiutare i gestori patrimoniali a supportare i clienti. Lo studio è stato condotto su un campione di 300 gestori patrimoniali di Gran Bretagna, Francia, Spagna, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda tra il settembre 2022 e il gennaio 2023.
Wealth manager e tecnologia
Lo studio ha rilevato che il 78% dei wealth manager prevede un aumento della spesa globale del settore per le tecnologie di valutazione dell’idoneità nei prossimi cinque anni.
Inoltre, il 16% prevede un aumento sostanziale della spesa per la tecnologia, in quanto i gestori patrimoniali si concentrano sul miglioramento della valutazione dell’idoneità per i clienti.
La ricerca mostra una diffusa insoddisfazione per le valutazioni di idoneità esistenti durante i recenti shock finanziari, tra cui la pandemia da Covid-19 e l’attuale volatilità unita all’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse.
Per quanto riguarda i sistemi di idoneità esistenti, quasi il 70% dei gestori patrimoniali concorda sul fatto che siano troppo macchinosi per adattarsi a circostanze in rapida evoluzione. Il 14% è fermamente convinto che non siano stati all’altezza del compito. Inoltre, il 66% dei wealth manager ammettono che i sistemi esistenti sono troppo soggettivi e dipendono dal giudizio e dai pregiudizi umani quando effettuano le valutazioni.
Tuttavia, una delle motivazioni principali per l’aumento della spesa in tecnologia è che i gestori patrimoniali ritengono che essa fornisca loro un vantaggio competitivo rispetto ai rivali e il potenziale per nuove opportunità di business. Circa l’81% ritiene che la tecnologia li renderà più attraenti per i potenziali clienti e il 20% è un convinto sostenitore della conquista dei clienti attraverso la tecnologia. Greg B Davies, responsabile finanza comportamentale di Oxford Risk, commenta:
“I gestori patrimoniali sono stati spesso lenti nell’adottare la tecnologia, ma in tutto il mondo sono ora convinti che la tecnologia abbia un ruolo importante nell’affrontare l’idoneità, È preoccupante quando gli stessi gestori patrimoniali ammettono che i loro processi e sistemi sono difettosi, ma è positivo che riconoscano i problemi. È chiaro che gli ultimi tre anni sono stati impegnativi e i processi di idoneità ne hanno risentito, e alcuni di essi si sono rivelati semplicemente non all’altezza. Strumenti macchinosi e processi di revisione annuale sono stati spesso inadeguati a rispondere ai rapidi cambiamenti della situazione dei clienti. La vita cambia velocemente e gli strumenti devono rifletterlo. La combinazione di tecnologia e scienza comportamentale consente un approccio completo all’idoneità che riconosce la complessità di ciascun cliente e le sue esigenze emotive nel tempo. Non può essere solo un esercizio di spunta”.