ROMA (WSI) – Per gli italiani l’indicatore di benessere principale è rappresentato dalla salute, considerata l’elemento prioritario (16 percento in media della somma totale), davanti a istruzione (13,5 %), equilibrio lavoro-tempo libero (10,8%), ricerca e innovazione (9,1%).
Fanalino di coda il settore politica ed istituzioni, per cui gli intervistati investirebbero solo il 4% della somma a disposizione, secondo l’indagine condotta da un team di economisti del CEIS Tor Vergata.
Alla domanda “Cos’è il benessere per gli italiani?” ha risposto un campione di circa 2600 italiani, cui è stato chiesto come avrebbero ripartito idealmente una somma di 100 milioni di euro tra gli 11 domini che compongono l’indice di Benessere Equo e Sostenibile presentata dal team composto da Leonardo Becchetti, Luisa Corrado, Maurizio Fiaschetti e Lorenzo Semplici con il supporto di Fondazione Sud, FQTS e FocusMarketing.
L’orientamento politico è la variabile che discrimina di più nelle scelte: chi si definisce di destra investirebbe maggiormente in sicurezza e benessere economico. Meno in istruzione, ambiente, tutela del patrimonio naturale e culturale, ricerca e sviluppo, valori cari per chi si dichiara di sinistra.
“Dall’indagine emergono indicazioni importanti per la politica, per chi volesse costruire ponti o governi di grande coalizione” – spiega Leonardo Becchetti, coordinatore del team di ricerca, stando a quanto riportato in un comunicato. “Esistono molti ambiti bipartisan quali le relazioni sociali, la qualità dei servizi, l’equilibrio casa-lavoro e l’ambito politica-istituzioni dove l’orientamento politico non discrimina e sinistra e destra sono d’accordo”.
“Sui terreni controversi è possibile costruire ponti convincendo la sinistra che si può lottare contro la povertà partendo dalle famiglie e dal loro accesso al credito (terreno preferito della destra). Convincendo la destra che puntare su istruzione, ricerca e tutela dell’ambiente (terreno preferito dalla sinistra) ha un impatto importante anche sul benessere economico” – conclude il Prof. Becchetti.
L’orientamento politico è la variabile che discrimina di più nelle scelte: chi si definisce di destra investirebbe maggiormente in sicurezza e benessere economico. Meno in istruzione, ambiente, tutela del patrimonio naturale e culturale, ricerca e sviluppo, valori cari per chi si dichiara di sinistra.
“Dall’indagine emergono indicazioni importanti per la politica, per chi volesse costruire ponti o governi di grande coalizione” – spiega Leonardo Becchetti, coordinatore del team di ricerca.
“Esistono molti ambiti bipartisan quali le relazioni sociali, la qualità dei servizi, l’equilibrio casa-lavoro e l’ambito politica-istituzioni dove l’orientamento politico non discrimina e sinistra e destra sono d’accordo”.
“Sui terreni controversi è possibile costruire ponti convincendo la sinistra che si può lottare contro la povertà partendo dalle famiglie e dal loro accesso al credito (terreno preferito della destra). Convincendo la destra che puntare su istruzione, ricerca e tutela dell’ambiente (terreno preferito dalla sinistra) ha un impatto importante anche sul benessere economico” – conclude il Prof. Becchetti.