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Idea Monti per la crescita: per tre anni fuori dal patto fiscale Ue

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Roma – Finalmente Mario Monti si smarca dalle politiche di rigore imposte da Bce e Germania. E lo fa con un’idea condivisibile e lineare: esentare per tre anni le spese per investimenti (in determinati settori) dai vincoli di bilancio Ue e del fiscal compact. Altrimenti crescere rimarra’ un’utopia.

Il premier italiano ha lanciato la proposta, come esempio di ‘golden Rule’, con l’obiettivo dichiarato di allentare la morsa dell’austerità (dovuta ai rigidi obiettivi di bilancio pubblico) quanto prima. Gli ha fatto eco il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che ha garantito che già da fine anno il paese tornerà a crescere (e il Pil sarà “non più negativo dalla fine di quest’anno”).

Il presidente del Consiglio, dunque, da Firenze ha fornito la sua ricetta per incidere sulla crescita: Diciamo ad esempio – ha affermato – che “per i prossimi tre anni gli investimenti per la broad band o l’agenda digitale vengono incoraggiati” perché “non andranno contati ai fini del Fiscal Compact”.

In questa ipotesi – ha tenuto a rimarcare – “non c’é proprio niente di elusivo della disciplina di bilancio”. “Sarei contento – ha proseguito poi Monti – se vivessi in un Paese che avesse anche un indebitamento del 120% del Pil se sapessi che tutti quei soldi fossero stati trasformati in infrastrutture”, piuttosto che se fossero stati usati in spesa pubblica corrente. E ha ricordato come in realtà il Fiscal Compact non dia che la minima importanza a questa distinzione fra spesa corrente e spesa per investimento, aggiungendo che su questo “del lavoro può essere fatto”.

Il premier ha quindi rassicurato la Merkel: Il governo italiano “non ha nessuna intenzione di sovvertire i principi della disciplina di bilancio” e “la cancelliera” Angela Merkel “sa che non deve temere che proposte italiane siano formulate contro questo principio”. Merkel – ha aggiunto – “é interessata e forse da domenica ancora più interessata a trovare vie per una maggiore crescita in Europa” esattamente come l’Italia.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel, da parte sua, ha chiuso ancora una volta la porta in faccia agli Eurobond (“insostenibili”). Aggiungendo che “il freno ai debiti e la crescita sono i due pilastri” della strategia contro la crisi europea”.

Merkel, interventuo in Parlamento a Berlino ha precisato che bisogna accettare che “la crisi non si supera in un colpo”. “Una crescita basata sui debiti ci riporterebbe all’inizio della crisi”, ha aggiunto la cancelliera. “Una crescita basata sulle riforme strutturali e’ ragionevole, importante, necessaria”.

Intanto il commissario Ue Olli Rehn ha definito “infondati” i rumor secondo cui i leader d’Europa starebbero studiando un modo per allentare i limiti imposti sul deficit dei paesi membri.