Con l’arrivo del 2000, le luci sono rimaste accese, i bancomat in tutto il mondo hanno continuato a fornire contanti, gli aerei sono atterrati in tutti gli aeroporti senza problemi, i computer e il relativo software si sono accesi regolarmente, i siti internet (compreso il nostro Wall Street Italia) non hanno riportato guasti di sorta.
I mercati finanziari e le borse di mezzo mondo sabato hanno gia’ fatto sapere che i sistemi computerizzati di trading non sono stati toccati dal ”baco”. L’okay e’ venuto da: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Svezia, Belgio, Australia, Corea del Sud, Hong Kong, Cina, Taiwan, Singapore, Malaysia, Pilippine, Thilandia, India,
Sri Lanka, Pakistan, Bangladesh e Oman. Questi ultimi due mercati erano aperti ufficialmente, gli altri hanno semplicemente simulato le contrattazioni.
Insomma, del Millennium Bug – previsto dagli apocalittici – non s’e’ vista traccia.
Alcune delle misure ”paracadute” non sono state assolutamente necessarie. Le banche centrali avevano accumulato enormi riserve di liquidita’, nel caso di una fuga dei depositanti o di un uso eccessivo dei bancomat. Non e’ accaduto nulla. La Banca del Giappone e la Banca Centrale Europea, tra le altre, non hanno verificato nessun incremento della domanda. E i bancomat hanno funzionato regolarmente.
Le compagnie aeree americane e europee hanno volato senza nessun incidente al momento del passaggio al Greenwich Mean Time, l’ora standard per il settore aereo. Il centro speciale per il Millennium Bug della U.S. Federal Aviation Administration ha comuicato che 548 aerei hanno volato nello spazio aereo americano ad un’altezza superiore ai 6.000 metri alla mezzanotte, ora di New York.
La Visa International, la societa’ leader mondiale per le carte di credito, ha confermato che non c’e’ stato alcun problema negli otto centri globali di smistamento degli ordini elettronici. Anche la American Express annuncia il perfetto funzionamento del suo network.
La maggior parte dei siti internet sono rimasti attivi e hanno funzionato regolormente, cambiando al momento giusto la data con la dicitura ”1 gennaio 2000” senza problemi. Uno staff di ingegneri e’ rimasto ”consegnato” alla sede di Yahoo!, il maggior portale del mondo, a Santa Clara, in California. Non e’ successo nulla. Tutto okay anche alla Exodus Communications Inc., che gestisce migliaia di web sites per conto terzi.
Alla Microsoft Corp., il piu’ grande produttore di software, comunicano che tutti i sistemi funzionano. Il centro di supporto per il Millennium Bug ha avuto solo qualche sporadica telefonata di lamentela riguardante Windows, il sistema operativo che gestisce la maggior parte dei personal computer del mondo.
Decine di grandi aziende di largo consumo, da Merrill Lynch & Co., alla British Airways Plc alla Fujitsu Ltd, hanno confermato che nei loro network computerizzati intorno al mondo non e’ stato riportato alcun guasto o incidente. Le aziende, e i vari governi, hanno speso complessivamente – secondo alcune stime – circa 300 miliardi di dollari (quasi 600mila miliardi di lire) di cui la meta’ negli Stati Uniti – per mettere in atto le salvaguardie necessarie a garantire il normale funzionamento dei computer al passaggio del 2000.
Soprattutto non hanno avuto problemi le centrali elettriche, nucleari, quelle del gas, e le torri di controllo del traffico aereo. Le maggiori preoccupazioni riguardavano gli impianti atomici in Russia e in Asia, considerati i piu’ soggetti a guasti: anche qui, gli apocalittici sono stati smentiti, non e’ accduto assolutamente nulla.