Economia

Il 98% dei ceo si prepara al rallentamento economico

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Secondo l’ultima edizione dell’EY CEO Outlook Pulse, quasi tutti i ceo a livello globale si dichiarano pronti ad affrontare una fase di rallentamento dell’economia attesa nel prossimo futuro. L’indagine ha registrato le opinioni di oltre 1.200 capi d’azienda in tutto il mondo, dei quali oltre 50 in Italia, sulle prospettive, sfide e opportunità delle aziende italiane e internazionali nel difficile contesto in cui operano.

I risultati della survey EY CEO Outlook Pulse dimostrano che i ceo di tutto il mondo hanno mostrato preoccupazione per le prospettive dell’economia globale e del loro settore, ma il 98% ha dichiarato di aver già avviato programmi di trasformazione per adattarsi ai mutamenti portati dallo scenario attuale. Commenta Marco Daviddi, Strategy & Transactions Markets Leader Europe West, EY:

“Nonostante il momento storico di grande incertezza che stiamo vivendo, dalla nostra indagine emerge che il 100% dei ceo intervistati in Italia sta attivamente perseguendo transazioni e operazioni straordinarie. La maggior parte di essi (56%) attraverso joint venture e alleanze strategiche con altri operatori in quanto sono soluzioni più flessibili e consentono di ridurre l’esposizione debitoria, in un periodo di tassi di interesse in crescita come questo. Inoltre, il 96% degli intervistati conferma di voler investire secondo una logica di friendshoring, ovvero in Paesi con solide relazioni geopolitiche e di business, modalità ormai consolidata sul mercato che conferma anche il dato emerso sulle preoccupazioni diffuse per quanto riguarda le tensioni geopolitiche. Rimane importante, invece, la necessità di affrontare le tematiche ESG attraverso processi di crescita esterna, con l’obiettivo (per circa i due terzi degli intervistati) di saper più facilmente rispondere a spinte innescate da cambiamenti regolatori, basti ricordare, ad esempio, la recente normativa europea sulle auto a propulsione elettrica e di diversificare la propria offerta di prodotti e servizi per intercettare la nuova domanda espressa dal mercato”.

Le due strategie più diffuse tra i ceo sono la riorganizzazione delle supply chain (secondo il 44%) e la riconfigurazione delle strategie di investimento (il 42%). I ceo si aspettano una fase di rallentamento economico, ma sono pronti a gestirla. Sono stati avviati programmi di trasformazione aziendale per cogliere nuove opportunità e gestire eventuali rischi.

Il contesto critico attuale è causato dalla pandemia, ancora visibile in alcuni mercati e aree geografiche, ma soprattutto dalle tensioni e incertezze generate dal conflitto in Ucraina. Questo si è sovrapposto ad uno scenario geopolitico già complesso che sta determinando una contrazione della domanda, aggravata dagli effetti economici dell’inflazione, dalla ridotta reperibilità di merci e materie prime e dall’incremento del costo del denaro.

Inoltre, i ceo italiani identificano tra i principali rischi per la crescita e lo sviluppo del proprio business proprio l’incremento delle tensioni geopolitiche (40%), l’impatto del cambiamento climatico e le implicazioni normative attorno ai temi della sostenibilità (38%), le incertezze in termini di politiche monetarie e di costo del denaro (36%).

In un momento storico di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo, i ceo si trovano a dover ripianificare le proprie priorità di investimento a breve e lungo termine, anche nelle attività di business. La capacità di trasformazione è, oggi più che mai, una delle chiavi per la creazione di valore nel lungo periodo.