Roma (WSI) – Un anno fa il presidente spagnolo, Mariano Rajoy, si è insediato alla guida dell’esecutivo. Ieri ha deciso di giocare di sponda con il premier italiano, Enrico Letta. Entrambi, la prossima settimana, chiederanno insieme che il Consiglio europeo di giugno faccia della “lotta al dramma della disoccupazione giovanile” il proprio tema centrale, non temendo almeno su questo fronte la rigidità della Germania.
Eppure sempre più economisti non si fanno più allettare dalle promesse di Rajoy. Anche se all’inizio della legislatura aveva proclamato che l’economia sarebbe stato il suo cavallo di battaglia, i fatti raccontano un’altra verità. Dopo quasi un anno e mezzo, la maggior parte degli spagnoli e soprattutto gli elettori del PP si sentono delusi: hanno capito che Rajoy non aveva previsto alcuna strategia economica per portare la Spagna fuori dalla recessione.
C’è chi denuncia che “l’attuale governo non abbia tutt’ora una strategia economica, anche se persegue sulla strada di un obiettivo definito: quello di mantenere l’attuale politica, amministrativa e territoriale a tutti i costi unita. Ma mantenere questo sistema si è dimostrato distruttivo per l’economia spagnola. I soli a beneficiarne sono stati i membri della casta politica”.
In particolare gli esperti di mercato dicono che la presa di distanza del premier dall’austerità è stata tutta un bluff.
Sotto il suo governo sono, infatti, stati implementati maggiori aumenti di tasse. E nonostante questo il debito pubblico continua a crescere in modo non sostenibile, e gli obiettivi di disavanzo non sono stati centrati. Lo stesso commissario agli affari economici dell’Unione europea, Olli Rehn, lo ha riconosciuto. Qualche giorno fa ha criticato la politica economica di Rajoy che aumenta le tasse senza ridurre la spesa pubblica e non riduce neanche l’obolo politico.