Mercati

Il calo del petrolio mette ko Wall Street

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Dopo una partenza in lieve calo, gli indici a Wall Street ampliano le perdite sulla scia del nuovo tonfo del petrolio: il contratto a gennaio ha ceduto il 4,5% a quota 60,94 dollari al barile, minimi dal luglio 2009.

Di conseguenza il settore energetico cede il 3,2%. Gli investitori si trovano a digerire il taglio da parte dell’Opec delle stime sulla domanda per l’anno prossimo e le scorte settimanali americane, inaspettatamente cresciute.

Nel finale, il Dow Jones cede l’1,51% a 17.533 punti, l’S&P 500 l’1,64% a 2026 punti. Il Nasdaq è giù l’1,73% a 4.684 punti.

L’oro si è allontanato dai massimi di sei settimane con alcuni trader che hanno optato per le prese di profitto. Il contratto piu’ scambiato, quello a febbario, ha ceduto 2,6 dollari, lo 0,2%,a quota 1.229,4 dollari l’oncia al Comex, divisione del New York Mercantile Exchange. Ieri aveva finito a 1.232 dollari l’onica, massimi del 22 ottobre.

Tornando al greggio, le vendite sono state causate dal taglio delle stime sulla domanda 2015 globale di greggio da parte dell’Opec, domanda tornata sui livelli piu’ bassi di 12 anni fa. Il cartello dei Paesi produttori il 27 novembre scorso ha mandato in tilt una materia prima gia’ in preda alle vendite: quel giorno ha deciso di non tagliare la produzione.

Come se non bastasse oggi l’americana Energy Information Administration ha diffuso i dati sulle scorte settimanali di greggio, salite di circa 1,5 milioni di barili contro attese per un calo intorno ai 3 milioni di barili. Quei dati sono stati “decisamente bearish”, negativi, dicono i trader. Non solo il Wti ma anche il petrolio del Mare del Nord, il Brent, ha sofferto, tanto che nel durante e’ sceso per la prima volta dal settembre 2009 sotto quota 65 dollari al barile e ha poi ampliato i cali rompendo al ribasso anche quota 64 dollari, poi recuperata. In questo momento il future a gennaio cede il 4,1% a 64,10 dollari.

Con un’agenda macroeconomica scarna in Usa, l’attenzione si è focalizzata sull’Europa alle prese con la crisi politica in Grecia. Intervistato da Marketwatch Connor Campbell, analista finanziario presso SpreadEx, ha fatto notare che il calo dell’indice Dow Jones di norma è il migliore indicatore del sentiment economico globale, e che il listino è reduce da due giorni consecutivi di perdite per la prima volta in due mesi.

I prezzi dei Treasury si muovono in lieve rialzo mentre il sell-off dei bond greci e della periferia dell’Eurozona in generale alimenta la domanda di beni considerati rifugio. Il decennale sale di 2/32 con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – al 2,213%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,03% a $1,2370; dollaro/yen -0,33% a JPY 119,30; euro/yen -0,37% a JPY 147,56.

(Na-Mt)