(9Colonne) – Roma, 11 lug – La presenza degli enti locali e regionali nella vita economica del paese è un fenomeno importante anche se poco indagato. Una recente ricerca (B. Bortolotti, L. Pellizzola e C. Scarpa, “Le partecipazioni dei governi locali in Italia”) ha provato a misurare la presenza degli enti locali e regionali nel capitale delle imprese, e i dati colpiscono. Comuni, province e regioni detengono partecipazioni rilevanti in 369 imprese, che impiegano oltre 200mila addetti; solo nelle imprese del comune di Roma lavorano 25mila dipendenti, in quelle del comune di Milano 20mila. Si tratta di una realtà finora mai misurata con precisione e che ha dimensioni davvero notevoli: oltre l’1 per cento del reddito nazionale si forma in queste spa. E questo senza contare la amministrazione pubblica vera e propria, le Asl, le scuole, e la presenza nelle fondazioni bancarie. Le città più ricche? In termini di capitale a bilancio, Milano, Roma e Torino. Ma se si considera la dimensione delle città, balza in testa Brescia seguita da Aosta. Tra le top 10 abbiamo anche Verona e Parma, Vicenza e Cremona, Trento e Bolzano, e Roma scivola al diciannovesimo posto. In sostanza, il Nord davanti a tutti: il capitalismo municipale, come lo chiamano gli economisti Bernardo Bortolotti e Carlo Scarpa presentando il loro studio su la voce. info, non è certo figlio del Centro-Sud. E peraltro, quando si misura la dimensione delle imprese tramite l’occupazione invece che il capitale, Napoli e Palermo salgono al quarto e al sesto posto, rispettivamente. Imprese magari poco capitalizzate, ma molto “capaci” di generare occupazione. Circa duecento di queste imprese locali sono nei settori dei servizi di pubblica utilità e altre cento nei trasporti pubblici locali, ma la presenza in settori tradizionalmente aperti alla concorrenza (il manifatturiero, i servizi, il commercio) è comunque significativa. Si tratta di oltre sessanta imprese (medio-grandi) per un totale di quasi 25mila addetti e un fatturato totale di circa 3 miliardi di euro. Sono imprese efficienti? Se da un lato si osserva una redditività del tutto positiva in alcune regioni del Nord quali il Trentino, il Friuli, il Piemonte e la Lombardia, dall’altro diverse regioni meridionali (Puglia, Campania, Abruzzo) e la Liguria presentano margini operativi sensibilmente inferiori, che si traducono in valori negativi del Roa. Alcune di queste imprese sono totalmente in mano pubblica, altre hanno invece alcuni azionisti privati. Ebbene, con la sola eccezione del settore residuale (che comprende il manifatturiero, i servizi, il commercio, eccetera), le società miste presentano una redditività superiore rispetto alla società in house, in particolare in termini di margine operativo lordo.