Il cloud non è solo una tecnologia che permette di elaborare e archiviare dati in rete. È anche una piattaforma per la trasformazione del business aziendale, che può cambiare il modo in cui le banche e altri servizi finanziari (FSI) lavoreranno in futuro. Deloitte nel suo studio “Cloud computing. More than just a CIO conversation” scrive in proposito: “Il cloud può essere un catalizzatore per la trasformazione del business aziendale; un potenziale cambiamento di rotta per le istituzioni dei servizi finanziari in futuro”.
Per questo motivo, i leader del settore bancario sono sempre più concentrati sul suo utilizzo per promuovere l’innovazione e nuove funzionalità, ottimizzare l’organizzazione aziendale, ridurre i costi emigliorare le prestazioni dell’infrastruttura informatica, oltre che i ritorni degli azionisti.
Il cloud non è più un tema riservato al dipartimento tecnologico delle aziende, ma fa parte dell’agenda di manager e consigli di amministrazione. Tuttavia, non è necessario passare da zero ad avere i propri sistemi completamente in cloud: numerose banche stanno abbracciando dei modelli ibridi e multicloud per supportare la strategia aziendale e operativa. In ogni caso, i dati sono egualmente, se non maggiormente sicuri rispetto alle opzioni di archiviazione in-house.
I vantaggi
Secondo il 90% degli intervistati del “Deloitte US Future of Cloud Survey Report”, il cloud, combinato con altre tecnologie come AI, IoT e analytics, funge da moltiplicatore della strategia digitale e porta a risultati positivi per il business, in termini di:
- mitigazione dei rischi legati al business e alla regolamentazione (per l’83% degli intervistati);
- costruzione di nuovi ricavi da prodotti o servizi (80%);
- espansione in nuovi mercati (74%);
- maggiore sostenibilità verso l’ambiente (72%).
Le sfide legate al cloud
Tuttavia, l’adozione di questa tecnologia non comporta automaticamente un vantaggio per banche e assicurazioni. Ciò avviene, ad esempio, quando le capacità innovative non sono allineate alle priorità strategiche. Secondo lo stesso studio di Deloitte , mediamente sussiste un divario del 14,5% tra le priorità aziendali dichiarate e l’effettivo impatto del cloud. Secondo Chris Thomas, il problema sono i sistemi legacy e le infrastrutture datate su cui operano le nuove piattaforme. Un’altra criticità, spiega Cathleen Domes, è la velocità: “Molte organizzazioni erano già a buon punto nel loro percorso verso il cloud quando è arrivata la pandemia, ma si sono mosse ancora più rapidamente per adattarsi al nuovo ambiente. Sebbene i tempi richiedessero velocità, molte aziende non hanno massimizzato il valore dei loro investimenti lungo il percorso”.
Un’altra sfida importante consiste nella ricerca di un modello operativo e di governance efficiente nella gestione del cloud. Come ha spiegato Marina Natalucci, ricercatrice senior dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano il 6 ottobre scorso al convegno “Cloud ecosystem: prepararsi a una nuova complessità”, le aziende hanno disegnato una strategia di lungo periodo per sfruttare il cloud come leva di trasformazione digitale, ma la sfida della gestione dei costi di questa tecnologia è acuita dalla crisi energetica in atto. D’altro canto, le nuove esigenze delle aziende stanno spianando la strada a nuove opportunità per i fornitori. “Il 34% delle aziende adottano strumenti applicativi per monitorare i costi del cloud. Per farlo, esistono degli strumenti: sviluppati internamente; messi a disposizione da cloud provider (ma spesso legati ai servizi offerti dal singolo provider); cost management platform (offerti da startup oppure operatori consolidati, offrono strumenti personalizzati). Il Politecnico di Milano ha gestito 57 aziende che offrono delle cost management platform. L’ecosistema è molto ricco”, racconta Natalucci.
Michele Paolin, Partner Cloud Migration and Managed Services Leader di Deloitte, nel suo intervento al convegno, ha avvertito: “Il make or buy (realizzare internamente o comprare all’esterno, ndr) non risolve i problemi delle aziende sulla gestione dei costi del cloud”. A suo avviso, bisognerebbe chiedere al managed service provider di gestire i costi, magari con una success fee. “Questo perché i managed service provider hanno competenze e sono in grado di ottimizzare i servizi. Occorre responsabilizzarli di più”, sottolinea Paolin. Paolo Gianturco, Business Operations & FinTech Team Leader di Deloitte Consulting, conclude: “Il cloud può costituire un catalizzatore per la trasformazione aziendale e un game-changer per le modalità di lavoro delle società dei servizi finanziari. È un’opportunità da non perdere”.