di Ettore Minelli
Poco importa se prima del DL del 9 marzo si apparteneva a differenti schieramenti politici o ideologici, messi di fronte a una pandemia globale i colori si sbiadiscono e l’unico bisogno primario diventa la sopravvivenza. Ma è proprio in queste circostanze estreme che deve emergere la necessità di una riflessione valoriale.
L’Italia si ritrova oggi unita nella speranza di poter uscire da una emergenza sanitaria che ha già fatto migliaia di morti e decine di migliaia di contagiati.
Il controllo della crisi non è più nelle possibilità del singolo, ma nella fiducia che poniamo nella capacità del Governo e nell’amministrazione pubblica di affrontare un nemico invisibile. Ciò spinge 60 milioni di persone a rimanere nelle proprie case per paura, ma soprattutto perché, davanti all’impotenza dell’individuo, ci si affida alle Istituzioni.
La parola chiave è dunque fiducia. Come nasce la fiducia?
La fiducia in una nazione nasce nel momento in cui il Governo riesce a dare giustizia ai propri cittadini ed il sistema giurisprudenziale è equo ed efficiente. La fiducia è quella leva che muove l’economia: questa semplice affermazione è possibile dimostrarla con due indici riconosciuti internazionalmente, lo Human Development Index, dell’United Nations Development Programme e il Rule of Law Index del World Justice Project.
Il primo indica il benessere di un paese: speranza di vita, reddito e livello d’istruzione; il secondo definisce lo stato del sistema di diritto di un paese: livello di corruzione, ordine e sicurezza, rispetto delle leggi e altri valori riferiti alla giustizia civile e penale.
Un semplice calcolo matematico porta al valore di ρ = 73%, dimostrando come vi sia una interdipendenza altissima tra benessere di una nazione ed efficienza del proprio sistema giuridico.
In sintesi, comparando gli indici sopra esposti è facile notare come gli stessi siano strettamente correlati, pertanto quanto più un paese ha un sistema giuridico efficiente, tanto più è alto il suo livello di benessere.
Se non ci fossero state in passato tassazioni, forse impopolari ma necessarie, oggi non ci sarebbe alcun tipo di sistema sanitario a cui appellarsi per la cura delle decine di migliaia di contagiati dal virus.
Se non vi fosse stato uno stringente sistema fiscale, milioni di italiani perderebbero il lavoro, senza poi avere ammortizzatori sociali, poiché il Governo non avrebbe i fondi per salvare l’economia, trasferire denaro e accordare tutele.
Il Governo ad oggi, ha stanziato 25 miliardi di euro a sostegno dell’economia nazionale. Cifra di tutto rispetto, ma comunque una frazione, se si pensa all’evasione fiscale del 2019 a danno dello Stato italiano, stimata intorno a 110 miliardi di euro. Ad oggi, se ognuno in Italia rispettasse le regole, potremmo permetterci più di 5 manovre finanziarie a sostegno dell’economia e del sistema sanitario.
Sempre di pochi giorni fa è la notizia di un’imponente evasione carceraria all’interno di numerosi istituti di pena italiani. I detenuti richiedono amnistia e indulto, prendendo a pretesto la crisi pandemica del coronavirus in atto.
Ciò che sorprende tuttavia, non è tanto l’evasione dei detenuti, ma la solidarietà di soggetti totalmente estranei al mondo del carcere che sostengono a gran voce la libertà di criminali.
A Foggia, dove l’evasione ha avuto effetti devastanti e molti detenuti sono riusciti ad evadere, si è avuta notizia di danni ingenti a strutture pubbliche e private.
Chi sostiene l’abolizione del carcere è miope davanti all’evidenza dei fatti. Chi si fiderebbe a tenere aperta un’attività, se poi si vedesse sottratto con facilità il frutto delle proprie fatiche? Senza che esista adeguata deterrenza a condotte criminali?
La giustizia è presupposto necessario al mantenimento dell’ordine, alla garanzia del rispetto della persona e alla tutela della proprietà privata e collettiva, al fine di consentire lo sviluppo umano, scientifico, tecnologico, culturale ed economico che permette il progresso delle Nazioni.
La redazione di questo articolo in un periodo di crisi di enorme portata, non solo economica e sanitaria, ma anche valoriale, in cui il dolore e la paura hanno prevalso, in cui la solidarietà e la pietà hanno avuto l’apice più straziante con le immagini dei mezzi dell’esercito italiano carichi di decine di bare, vuole essere un incoraggiamento per tutti coloro che stanno lottando contro la pandemia e che ogni giorno, con fatica e sacrificio, salvano migliaia di vite umane.
Non darsi per vinti dalle anomalie della Natura, noi uomini sopravviveremo anche a questa sfida, forti della consapevolezza che abbiamo costruito una civiltà basata sull’empatia, l’umanità e la giustizia.