Da una parte riaffermano, in occasione di ogni vertice, l’intenzione di eliminare progressivamente i sussidi a carbone, petrolio e gas per combattere i cambiamenti climatici; dall’altra aumentano l’uso dei combustibili più inquinanti.
È doppio gioco in cui sono impegnati i paesi del G20, responsabili complessivamente del 79% delle emissioni globali di gas serra, che, stando al rapporto “G20 coal subsidies: tracking government support to a fading industry”</em> dell’Overseas Development Institute (ODI) pare abbiano continuato a sostenere anche l’utilizzo del carbone, il combustibile più inquinante: negli ultimi anni gli aiuti alle centrali elettriche a carbone sono addirittura triplicati, raggiungendo la cifra record di 63,9 miliardi l’anno.
Stando ai dati del rapporto, il Giappone risulta tra maggiori sostenitori finanziari di questo combustibile. Questo nonostante il primo ministro, Shinzo Abe, a settembre 2018 abbia invitato i suoi “colleghi” a intraprendere politiche per ridurre l’uso di combustibili fossili.
Il Sol Levante è solo terzo nella classifica dei grandi sostenitori dei sussidi al carbone. Il primo e secondo posto vanno rispettivamente a Cina e India. Seguono a ruota il Sud Africa, la Corea del Sud, l’Indonesia e gli Stati Uniti.
“Sono passati 10 anni da quando il G20 si è impegnato a eliminare progressivamente le sovvenzioni ai combustibili fossili, ma sorprendentemente alcuni governi stanno aumentando la quantità che danno alle centrali a carbone”, ha affermato Ipek Gençsü, ricercatore presso ODI e autore principale del rapporto. “Il momentum sta crescendo in tutto il mondo affinché i governi intraprendano azioni urgenti per affrontare la crisi climatica e porre fine alle sovvenzioni al carbone porterebbe benefici a tutti [compreso un ridotto inquinamento atmosferico] e contribuire a creare condizioni di parità per l’energia pulita”.