ROMA (WSI) – La Grecia è senza luce. Ogni mese 30mila famiglie greche rinunciano all’elettricità. Il quotidiano ellenico Ekathimerini ha riportato che ad oggi sono circa 700 mila i greci che hanno tagliato questa spesa per necessità. Erano 400mila alla fine del 2011.
Si tratta di una situazione destinata a peggiorare nei prossimi mesi a causa dell’aumento delle tariffe elettriche e degli ulteriori tagli dei redditi previsti per le famiglie.
Il quotidiano ha approfondito questo dramma dei tempi moderni, spiegando che sono circa 1.000 le connessioni elettriche tagliate ogni giorno nel Paese perché sempre più greci non sono in grado di far fronte al pagamento delle bollette.
Nonostante stime ufficiali parlino del 21% dei greci in stato di povertà, cioè con un reddito inferiore a 470 euro mensili, la cifra reale ha già toccato il 25%, ovvero un greco su quattro è povero.
In altre parole, degli 11,2 milioni di greci, due milioni e 800 mila non hanno abbastanza di che vivere. Ma, secondo un’indagine della Rete greca per la lotta alla povertà (Eapn), a causa dell’evolvere della crisi, la Grecia potrebbe presto registrare fino al 30% della popolazione sotto la soglia di povertà.
C’è anche un’altra faccia della medaglia non meno drammatica: se si assottiglia la base di clienti per le compagnie elettriche elleniche significa meno introiti. Tanto che le grandi società che forniscono elettricità nel Paese si trovano in gravi difficoltà: lottano per non fallire perché hanno accumulato debiti per oltre oltre 1,3 miliardi di euro alla fine del 2012.
Le societa’ pensano a stipendi ridicoli per investire sulla Grecia: buste paga mensili di 250-300 euro, solo per il lavoro part-time. Allo studio anche modifiche nel diritto del lavoro per evitare di incorrere al pagamento degli indennizzi.
Secondo l’edizione domenicale del To Vima, agli occhi dei dirigenti delle multinazionali, un’ulteriore riduzione degli stipendi sarebbe un prerequisito per l’incremento della competitivita’. “Investiremmo molto di piu’, se la Grecia fosse piu’ propensa agli investimenti” hanno dichiarato all’unisono gli 11 dirigenti, chiedendo una limitazione delle pratiche burocratiche, una riduzione dei costi energetici e una semplificazione delle procedure per svolgere le attivita’ produttive.