NEW YORK (WSI) – Che cosa dareste per possedere un chip in grado di farvi vedere le cose al buio, oppure riuscire a sentire ogni tipo di conversazione all’interno di un ristorante? Una sorta di chip che installato nell’ippocampo del vostro cervello vi permetta di leggere e capire tutto quello che vi accade attorno?
Tutto questo può ricordare alcuni film di fantascienza però, come riporta the Wall Street Journal, qualcosa di reale sta iniziando a nascere.
Da diversi decenni infatti sono in commercio, sotto forma di impianti cocleari utilizzati nelle orecchie di più di 300.000 persone non udenti di tutto il mondo, gli apparecchi. Ora però si sta provando a fare degli esperimenti sfruttano lo stesso principio: un dispositivo esterno, sia un microfono o una telecamera che cattura suoni o immagini e li elabora, ottenendoli grazie ad una serie di elettrodi che stimolano sia il nervo dell’udito che quello ottico.
La stimolazione elettrica però potrebbe anche migliorare alcune forme di memoria. In un esperimento, utilizzando una configurazione simile ad un videogioco, sette pazienti hanno imparato a navigare in un ambiente di una città virtuale con un joystick. Grazie ad un’appropriata stimolazione elettrica al cervello, durante il gioco è aumentata la loro velocità e precisione nella realizzazione dei vari compiti.
Ma per arrivare a dei dispositivi tali quanto siamo ancora lontani? Per cominciare, gli scienziati, i medici e gli ingegneri hanno bisogno di capire i modi più sicuri e affidabili per l’inserimento di sonde nel cervello della gente. Per ora, l’unica opzione è quella di praticare piccoli fori attraverso il cranio e inserire lunghe matite sottili sotto forma di elettrodi come porta, per raggiungere le profondità all’interno del cervello. È un cosa che porta rischi di infezione, in quanto i fili che si estendono attraverso la pelle potrebbe essere devastante o addirittura fatali.
Un altro problema è quello biologico: l’impianto deve essere non tossico e biocompatibile in modo da non provocare una reazione immunitaria. Deve anche essere abbastanza piccolo per essere racchiuso all’interno del cranio e con un basso consumo energetico, che può essere ricaricato tramite bobine di induzione immesse sul cuoio capelluto durante la notte.
Tali ostacoli possono sembrare scoraggiante, ma basta ricordare come anche due decenni fa ce ne erano molti per i produttori di cellulari, quando avevano ancora le dimensioni di scatole di scarpe, quindi tutto si può risolvere. L’evoluzione dopo tutto dice proprio questo e non ci sarà da stupirsi se tra 10 o 20 anni riusciremo a leggere nella mente di altre persone.