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Il futuro del dollaro come valuta di crescita?

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LEGNANO (WSI) – La recente grande forza del dollaro americano ha vissuto nella giornata di ieri una fase importante di correzione che ha visto il greenback venduto contro le altre major, sterlina, euro, dollaro australiano e canadese su tutti.

Nei giorni scorsi abbiamo infatti fornito una chiave di lettura interpretativa delle dinamiche del mercato valutario che partiva dal presupposto oggettivo che vede il biglietto verde come la più forte tra le valute del cosiddetto G10 del Forex. E che ci ha fatto assistere, sin dall’inizio dell’anno, a guadagni sia in situazioni di avversione che propensione al rischio.

La spiegazione di questa metamorfosi è ben spiegata da quella che abbiamo definito come la transizione da valuta di finanziamento a valuta di crescita. In breve, questo processo si conforma in ottica rialzista perché i carry trade di lungo termine, volti a sfruttare i differenziali strutturali dei tassi di interesse, stanno via via andando a ridursi e il miglioramento della situazione economica a stelle strisce sia di breve che di medio termine, come dimostrano le più recenti release pubblicate, non fa che attrarre nuovi investimenti in dollari americani.

Inoltre la Fed si è dimostrata molto più rivolta agli aspetti della crescita dei fondamentali macroeconomici delle altre Banche Centrali (BCE su tutte), di fatto creando aspettative per aggiustamenti restrittivi delle attuali politiche monetarie di allentamento legati al miglioramento del fronte del mercato del lavoro.

Quanto avvenuto ieri è ancora spiegabile attraverso questa dinamica, che ancora una volta dimostra l’enorme sensibilità dei prezzi alle news macro per quello che nei giorni scorsi abbiamo definito come “macromercato”. La release sulla richiesta dei sussidi di disoccupazione è stata infatti migliorativa rispetto alle attese (332k vs 350k) e quindi teoricamente avrebbe dovuto ancora una volta privilegiare acquisti di dollari americani.

Ma ad un’analisi più accorta del dato è bene avanzare due considerazioni: in primis, i dati precedenti sono stati rivisti al ribasso e in secondo luogo, motivo più importante, il valore di 332mila unità è ancora ben al di sopra del valore ottimale di 300k in grado di abbassare statisticamente la media delle rilevazioni degli ultimi 6 mesi.

Ciò ha perciò mitigato il grande entusiasmo scaturito dai dati su Payrolls e Tasso di disoccupazione della settimana scorsa e ha causato vendite di dollaro, favorito dalle comunque importanti prese di profitto.

L’azionario, da controaltrare, è andato a spezzare la correlazione positiva di breve con il biglietto verde e gli indici americani hanno fatto registrare nuovi massimi…

EurUsd

Dopo lo strappo rialzista l’euro sta consolidando sopra la soglia di 1.3000, con le medie orarie che hanno quasi incrociato a rialzo. Occorre osservare con attenzione i livelli di 1.3000 e di 1.3035 prima di poter ipotizzare eventuali evoluzioni dei prezzi, data anche la neutralità degli indicatori di sentiment che disegnano una situazione non definita dal punto di vista direzionale, per quanto riguarda i trader retail.

Una rottura dei livelli indicati, potrebbe portare ad aumenti di volatilità che potrebbero arrivare anche a 50 punti. Se dovessimo assistere alla discesa verso le medie, è possibile ipotizzare anche operazioni di acquisto di euro con stop o stop e reverse sotto i supporti.

UsdJpy

Continua il consolidamento sopra le medie e nei dintorni di 96.00 per il UsdJpy. Il tentativo di rottura ribassista di due giorni fa, rientrato velocemente senza aver rotto i supporti principali fa sì che l’ultimo confine da considerare prima di poter considerare acquisti di yen giapponesi risulti essere 95.40, raggiungibile in caso di rottura di 95.60, a sua volta raggiungibile se dovesse essere oltrepassato il livello di 95.85. Se dovessimo superare 96.35 invece, potremmo assistere al raggiungimento dei massimi e, potenzialmente, al raggiungimento di 97.00.

EurJpy

L’incrocio delle medie orarie a rialzo è avvenuto ed il fatto che i prezzi abbiano tentato di sforare a ribasso la media mobile a 21, ma che siano stati contenuti sia dai punti di minimo precedenti sia dalla trendline di breve termine rialzista offre degli spunti long, che potrebbero essere considerati in caso di ritorno sui supporti ovvero in rottura di 126.10. Se dovessimo superare a ribasso 123.65 potremmo assistere al tentativo di raggiungimento dei primi livelli significativi, passanti per 122.90.

GbpUsd

La vendita di dollari ha portato la sterlina a rifiatare e a riportarsi sopra il livello di 1.5000. Stiamo ora consolidando sopra la media a 21 oraria, che dopo forti aumenti di volatilità sappiamo poter fungere da supporto dinamico, in una formazione a rettangolo, potenzialmente rialzista, da poter seguire con l’idea di sfruttare eventuali rotture in un senso o nell’altro, che possono portare ad accelerazioni che possono andare dai 30 ai 70 punti.

AudUsd

Le vendite di dollari sono risultate meno importanti sul dollaro australiano rispetto a quanto visto su euro, sterlina e canadese, a causa del fatto che già durante la giornata precedente l’australiano aveva guadagnato molto terreno nei confronti del biglietto verde. Ci stiamo appoggiando ora sulla media a 21 e stiamo uscendo da una piccola bandiera rialzista che potrebbe riproporre i massimi se dovessimo superare 1.0385. In caso di raggiungimento di 1.0400, attenzione alle potenziali false rotture, che in caso di superamento di 1.0430 potrebbero divenire definitive e portare al raggiungimento, in primis, di 1.0465.

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