I prezzi europei del gas oggi sono scesi dai massimi di quattro mesi dopo che il governo norvegese è intervenuto per porre fine allo sciopero dei lavoratori di petrolio e gas, che minacciava di esacerbare la crisi energetica sempre più profonda della regione e alimentare i prezzi del mercato europeo del gas; già alti a causa della delle forti tensioni con la Russia.
Il TTF olandese, un punto di riferimento europeo per il commercio di gas naturale, è stato visto l’ultima volta scambiare il 2,5% in meno a 161 euro ($164,6) per megawattora. Il contratto è salito brevemente sopra i 178 euro per megawattora a causa dell’intensificarsi dei timori sull’offerta nella sessione precedente, raggiungendo il livello più alto dall’inizio di marzo. Martedì il governo norvegese ha proposto un “arbitrato salariale obbligatorio” per porre fine all’azione sindacale dei lavoratori offshore.
La controversia sul gas in Norvegia
Il ministro del Lavoro Marte Mjos Persen ha affermato: “L’escalation annunciata ha implicazioni critiche nella situazione attuale, sia in relazione alla crisi energetica che alla situazione geopolitica che stiamo affrontando con la guerra in Europa. Le parti stesse sono generalmente responsabili della ricerca di una soluzione in tali casi. Ma quando il conflitto potrebbe avere un impatto sociale di così vasta portata per tutta l’Europa, non ho altra scelta che intervenire nel conflitto”.
Martedì i lavoratori offshore di petrolio e gas hanno lasciato il lavoro, con il sindacato di Lederne che ha addotto come motivazione la frustrazione per il continuo calo del potere d’acquisto per i suoi membri. L’interruzione ha comportato la chiusura di tre impianti e ulteriori scioperi erano stati programmati sia per oggi che per sabato.
Il governo norvegese ha affermato che, in base ai numeri degli scioperi annunciati, si temeva che più della metà delle esportazioni giornaliere di gas del paese sarebbero andate perse entro il fine settimana. E’ stato proposto un consiglio salariale per risolvere la controversia tra il sindacato di Lederne e l’Associazione norvegese per il petrolio e il gas: ciò significa che entrambe le parti hanno deciso di porre fine allo sciopero.
L’allarme di von der Leyen sul gas
La notizia arriva mentre i governi europei si affrettano a riempire i depositi sotterranei con forniture di gas naturale, nel tentativo di fornire alle famiglie abbastanza carburante per mantenere le luci accese e case calde durante l’inverno. L’Ue riceve circa il 40% del suo gas attraverso i gasdotti russi, sta cercando di ridurre rapidamente la sua dipendenza dagli idrocarburi russi in risposta alla guerra in Ucraina.
Il colosso energetico russo Gazprom è pronto a chiudere temporaneamente il gasdotto Nord Stream 1, la più grande infrastruttura di importazione di gas dell’Unione europea, per la manutenzione annuale della prossima settimana. La chiusura ha alimentato i timori di ulteriori interruzioni delle forniture. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando alla Plenaria dell’Eurocamera di oggi ha avvertito:
“Dobbiamo prepararci a ulteriori interruzioni delle forniture di gas, persino a un’interruzione completa della fornitura da parte della Russia. Oggi, complessivamente, 12 Stati membri sono direttamente interessati da riduzioni parziali o totali della fornitura di gas. È evidente: Putin continua a usare l’energia come un’arma. Per questo la Commissione sta lavorando a un piano di emergenza europeo. Presenteremo questo piano e gli strumenti necessari entro la metà di luglio”.