A cura di Matteo Oddi
Nella terra del Sol Levante potrebbe sorgere un nuovo ETF basato sull’andamento delle criptovalute.
Un membro della Financial Services Agency del Giappone, l’equivalente nipponico della Consob, ha rivelato a Bloomberg che l’ente regolatore sta vagliando l’interesse degli investitori istituzionali verso gli exchange-traded fund basati sulle crypto.
Le autorità locali avrebbero quindi ripreso il discorso circa l’approvazione di strumenti finanziari legati alle criptovalute, dopo aver sbarrato la strada, appena un mese fa, a una riforma che avrebbe permesso il lancio di derivati come i contratti futures sul bitcoin o le opzioni sull’ether.
In caso di responso positivo, la palla passerà al governo liberal democratico, che, secondo Bloomberg, “probabilmente presenterà una proposta durante l’attuale sessione della Dieta (il parlamento giapponese) che termina a marzo, con l’obiettivo finale di diventare legge già nel 2020”.
Dando per buone queste indiscrezioni, appare evidente che la febbre dei crypto ETF ha contagiato anche il Giappone, anche se fino a poco tempo fa sembrava un fenomeno ristretto all’Occidente.
“Se confermata, l’apertura della FSA giapponese nei confronti dei crypto ETF è un segnale indubbiamente positivo e segna un nuovo capitolo nel processo di scrutinio e legittimazione dell’intero comparto”, scrive Anatoliy Knyazev del broker Exante.
L’anno passato la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha respinto diverse proposte riguardanti ETF sul bitcoin ed entro la fine di febbraio dovrebbe pronunciarsi in merito ad un fondo preparato da VanEck e SolidX e destinato al trading sul Chicago Board Options Exchange.
Molti considerano l’eventuale approvazione di questo particolare ETF come uno spartiacque decisivo per il destino di tutto il mercato delle criptovalute (la cui capitalizzazione ha registrato una contrazione di oltre l’85% rispetto a un anno fa).
Nel frattempo, lo scorso novembre, sul SIX Swiss Exchange è stato lanciato, sotto forma di ETP (exchange-traded product), un fondo indicizzato legato a un paniere di cinque criptovalute e che attualmente registra scambi giornalieri per circa un milione di dollari. Senza dimenticare che sul mercato svedese è disponibile un ETN (exchange-traded note) sul bitcoin già dal 2015.
Dopo Stoccolma e Zurigo, sarà Tokyo, invece di Chicago, la prossima tappa?