ROMA (WSI) – Come previsto approvata la fiducia alla Camera al Governo Letta con 379 sì e 212 no. Rinnovata la fiducia posta dal presidente del Consiglio sulla mozione presentata dalla nuova maggioranza Pd-Ncd-Sc-Udc-per l’Italia-Cd a sostegno delle comunicazioni da lui rese al Parlamento. Anche il Senato ha concesso la fiducia al governo Letta. I voti favorevoli sono stati 173, i contrari 127.
A Montecitorio a favore della fiducia si sono espressi i deputati della nuova maggioranza presenti. Contrari invece Fi, M5S, Lega, Sel e Fdi. Il voto della Camera ha dunque formalizzato il passaggio di Forza Italia fra le file dell’opposizione.
Il confronto parlamentare sul governo odierno consacra agli atti anche un’altra novità. E’ il primo confronto parlamentare da vent’anni sulla fiducia politica a un governo a cui Silvio Berlusconi non partecipa da parlamentare di maggioranza o di opposizione.
Per ragioni diverse, inoltre, non sono più parlamentari nè il leader del partito principale della maggioranza Matteo Renzi (incompatibilità con la carica di sindaco di Firenze che il neo segretario del Pd ricopre), nè i leader delle tre principali forze di opposizione: Beppe Grillo (il leader M5S non è eleggibile per Statuto Cinque Stella a causa dei suoi trascorsi giudiziari), Silvio Berlusconi (il leader di Fi è stato dichiarato decaduto dal Senato a fine novembre per la condanna definitiva per frode fiscale), Matteo Salvini (il neo eletto segretario della Lega non è stato candidato alle ultime elezioni politiche).
Durissima reazione dei deputati M5S verso Enrico Letta quando il premier li ha ripresi sul tema dei giornalisti. Riccardo Nuti ed altri si sono alzati ed hanno inveito urlando mentre dai banchi del Pd si applaudiva e si urlava “fascisti, fascisti”!. Il Pd in piedi ha applaudito Letta quando ha detto che è inaccettabile dare del disonesto a chicchessia.
“Pensavo che le accuse di Grillo ai giornalisti Oppo e Merlo fosse una gaffe e immaginavo che si finisse ed invece vedo, collega Nuti, che lei ha rilanciato che o i giornalisti scrivono le cose che vi piacciono o vengono messi alla gogna. E’ inaccettabile”. Così il premier, accolto in Aula dalle proteste dei deputati M5S.
“Esprimo solidarietà al collega Farane per le cose ingiuriose dette qui dal collega Nuti. Questa logica della delazione e accusa è inaccettabile“. Così il premier Enrico Letta in Aula replica al capogruppo M5s Riccardo Nuti che in aula aveva attaccato il deputato del Pd Davide Faraone.
“Che cosa dovrei fare io che ogni mattina leggo sui giornali le cose più strampalate, incredibili, scorrette e ingiuste dal mio punto di vista ma, caro collega Nuti, è il mio punto di vista e c’è una differenza di fondo perché se lei ritiene che un giornalista leda le regole delle nostre istituzioni può rivolgersi alla magistratura, tutto il resto fa parte del normale dibattito politico e democratico”.
LA DIRETTA DALLA CAMERA
E’ tensione nell’Aula della Camera dopo che Riccardo Nuti (M5s) ha contestato a Davide Faraone (Pd) di essere stato a casa di un pregiudicato. Faraone ha chiesto di parlare per fatto personale, ma il vicepresidente Luigi Di Maio gli ha chiesto di farlo a fine seduta, con vive proteste dai banchi del Pd. Dure le critiche anche di Sel alla contestazione avanzata dal deputato M5s ai deputati, che ha generalmente accusato di scarsa onestà.
Nuti respinge gli attacchi di Letta a M5S per le critiche alla stampa (“Essere giornalista significa essere indipendente e non scrivere sui giornali di partito, significa dire il vero e non offendere e scrivere il falso”, sostiene), ma anche sulla lettera di Grillo alle forze dell’ordine. “Chi devono difendere? Le istituzioni corrotte o i cittadini onesti?”. E, ricordando la sua origine da un quartiere popolare di Palermo, sostiene che Davide Faraone, da poco nominato nella segreteria del Pd da Matteo Renzi, “è stato visto andare in casa di un pregiudicato e durante le primarie prometteva posti di lavori in cambio di voti”. Non mancano gli attacchi al ministro della Giustizia Cancellieri ed al viceministro Vincenzo De Luca “che quando lo buttate fuori è sempre tardi”.
L’intervento di Letta
“Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio” con queste parole Letta (VIDEO PIÙ SOTTO) ha cominciato il suo discorso.
L’attacco a Grillo: ‘”Le istituzioni esigono sempre rispetto e a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avallano la violenza, mette all’indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa e arriva ad incitare all’insubordinazione le forze dell’ordine”.
“Questo parlamento repubblicano e le istituzioni esigono rispetto in periodi così amari”. Lo afferma Enrico Letta nel suo intervento ala Camera, riferendosi indirettamente alle affermazioni di Grillo sulla vicenda dei ‘forconi’. Il premier ribadisce anche la “fedeltà indiscussa” ai valori repubblicani delle forze dell’ordine.
“Ho la determinazione a lottare con tutto me stesso per evitare di rigettare nel caos tutto il Paese proprio quando sta rialzandosi: l’Italia è pronta a ripartire e è nostro obbligo generazionale” aiutare a farla, ha detto Letta
“Il 2 ottobre a dispetto del voto finale mi sono rivolto a una nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa negli intenti. Oggi ciò che chiedo è di confermare quella fiducia per segnare anche una discontinuità e segnare bene un prima e un dopo” ha sottolineato il premier.
“Rivendico la positività del governo nei primi sei mesi, nei quali ho lavorato con con dedizione nonostante aut aut e minacce da cui ho cercato di tenere il governo al riparo. Un governo che dalla contrapposizione tossica tra nemici passa alla collaborazione sana tra avversari per archiviare un ventennio sprecato”, ha aggiunto.
La trasformazione politica in questi ultimi 7 mesi è la più radicale di tutta la II Repubblica. C’è un prima e un dopo e poi una storia da scrivere. Lo può e lo deve fare il Parlamento pena la condanna alla paralisi. Oggi la coalizione è diversa ma più coesa e nelle prossime settimane proporrò un patto di governo il 2014″ ha rilevato Letta.
“Il grande obiettivo entro il quadro tempistico dei 18 mesi è di avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida” ha annunciato il presidente del Consiglio
Enrico Letta ribadisce nel programma del governo l’abolizione delle province in Costituzione. Il premier, parlando alla Camera, fa anche un riferimento alla messa a punto del titolo V della Costituzione.
Poi l’appello'Su legge elettorale governo-Parlamento lavorino. Nessuno pensi legge punitiva per altri'. Sulle riforme costituzionali "ci sarà una discussione aperta con tutte le forze di maggioranza" e si partirà dal lavoro del comitato dei saggi. Ma "chi farà saltare il banco ne risponderà ai cittadini che con referendum saranno comunque chiamati a valutare la riforma che ci farà scrollare di dosso l'immagine di un paese barocco" ha sottolineato il premier "Sulla legge elettorale sottolineo due aspetti: deve evitare l’eccesso di frazionamento che ci condannerebbe all’ingovernabilità e garantire una democrazia dell’alternanza. L’obiettivo è un meccanismo maggioritario”, ha aggiunto.
Ecco altri passaggi dell’intervento alla Camera del Presidente del Consiglio
Troppo tempo è passato dalle proposte fatte dal governo sull’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e perciò confermo la volontà di “completare definitivamente” questo percorso “entro l’anno con tutti gli strumenti a disposizione”.
“Il 2014 sarà il primo anno con il segno più dopo il buio della crisi. Un risultato non scontato” che ci farà “incassare il dividendo della stabilità”.
”Il nostro debito pubblico è colossale e lo stiamo aggredendo. E’ importante perché ce lo chiede l’Ue? Lo aggrediamo perché ci costa troppo, nel rapporto tra debito e Pil paghiamo 90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati”.
Enrico Letta indica una crescita del 2% nel 2015 e rimarca la necessità di misure strutturali a sostegno della crescita a partire da un uso più razionale dei fondi Ue e dall’eliminazione di quei ‘colli di bottiglia’ che frenano le piccole e medie imprese. ”Bisogna creare un clima favorevole agli investimenti – dice parlando alla Camera – sburocratizzando, semplificando e riformando anche la giustizia civile”.
“Nel 2014 completeremo riforma degli ammortizzatori sociali, in un clima di dialogo sociale, andando verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al posto di lavoro”.
‘Per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l’automatismo per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall’estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo dopo il confronto con le parti sociali”.
Venerdì in Cdm vareremo “Destinazione Italia”, per incentivare gli investimenti esteri, che conterrà misure per il “credito di imposta per la ricerca”, fondi per “incentivare la digitalizzazione delle Pmi” e una “riduzione di 600 milioni di euro sulle bollette” per l’energia.
Il premier Enrico Letta anticipa al Parlamento l’intenzione di valutare l’apertura, a breve, del capitale delle Poste e di altre imprese all’azionariato dei lavoratori, per un nuovo modello di impresa già avviato in Germania.
“Dal primo gennaio l’istruzione e la ricerca saranno messi in cima alle priorità”. Lo ha detto il premier Enrico Letta intervenendo alla Camera illustrando gli “impegni concreti per il rilancio delle università e della ricerca entro marzo”. Il premier ha anche annunciato una “costituente della scuola entro giugno” per far sì che “i ragazzi si diplomino prima e con competenze maggiori”. “Il ciclo della scuola, poi – sottolinea Letta – inizia con la scuola dell’infanzia perché è un diritto dei bambini e uno strumento per favorire la conciliazione famiglia-lavoro e le pari opportunità”. Sempre in tema di istruzione Letta ha affrontato il tema dei giovani ricercatori spiegando che bisogna fare di tutto “perché la burocrazia non li ingabbi” e promettendo che “nel semestre europeo lavoreremo a questo”.
L.elettorale: arriva anche in commissione Camera – La commissione Affari costituzionali della Camera ha calendarizzato la legge elettorale. La decisione è stata presa questa mattina dall’ufficio di presidenza, dietro richiesta della conferenza dei capigruppo. La discussione sui progetti di riforma è in corso anche al Senato: ora Boldrini e Grasso dovranno prendere accordi ed evitare una sovrapposizione. “Ma chi ha detto che qui non si fa più? Ci sarà un’intesa tra Camera e Senato”. Così la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, risponde ai cronisti che le chiedono della calendarizzazione della legge elettorale alla Camera.
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“E’ inaccettabile, inaccettabile che il Movimento cinque stelle attacchi i giornalisti quando non scrivono cose che sono a loro gradite. Cosa dovrei fare io che ogni giorno leggo cose strampalate e ingiuste? Ma sono strampalate e ingiuste dal mio punto di vista”. Lo ha detto il premier Enrico Letta nella sua replica alla Camera.
E’ “inaccettabile” che nelle aule parlamentari si dia costantemente dei disonesti alle altre forze poltiche. Il premier scandisce le parole, sillabando: “Qui siamo tutti cittadini, parliamo tutti a nome dei cittadini, questo tema di dare agli altri dei disonesti è un tema inaccettabile”.
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ROMA (WSI) – “Presidente lei ha la faccia come il bronzo, viene in aula a ripetere le stesse cose delle altre volte e si permette anche di offendere l’unica forza politica che ha fatto quello che ha detto”.
“Noi cittadini onesti vi faremo sparire. Non vi diremo vergogna perchè la vergona la possono provare solo i cittadini onesti che siamo noi e non voi”. Queste le parole del deputato del Movimento cinque stelle Riccardo Nuti, alla conclusione del suo intervento in aula sulla fiducia al governo Letta.
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ROMA (WSI) – “Le istituzioni vanno sempre rispettate soprattutto in tempi amari come questi” nei quali “si arriva a incitare le forze dell’ordine all’insubordinazione che sono fedeli alla Repubblica e voglio pubblicamente ringraziare”. Lo ha detto il premier Enrico Letta nell’aula della Camera nel giorno della fiducia al governo.
“Si tenta di immiserire questa aula con parole e azioni illegittime, figlie di una cultura politica che mette all’indice i giornalisti, avalla la violenza e vuole fare maceria degli edifici stessi della democrazia rappresentativa”. Letta non ha mai citato esplicitamente Beppe Grillo pur criticandone le ultime prese di posizione.
“Chi vuole isolare l’Italia non voti la fiducia, chi vuole giocare sul populismo anti europeo non voti la fiducia al mio governo”, ha detto.
Letta ha chiesto di “tracciare una linea” tra chi è europeista e vuole cambiare in meglio l’Ue e chi vuole distruggerla puntando sul populismo antieuropeo. Letta ha ribadito che “senza l’Europa non si salva nessuno, neppure il paese più forte dell’Ue”, la Germania.
Sul fronte delle privatizzazioni, il premier ha riferito che il governo procederà con il piano di dismissioni del patrimonio pubblico, ma non per “svendere e fare cassa”.
“Il primo blocco presentato vale tra i 10 e i 12 mld di euro, che andranno a riduzione del debito. Troppi errori sono stati fatti nel passato, nessuno si sogna di svendere per fare cassa, credo profondamente nel ruolo dello stato. Ma credo anche che lo stato per essere credibile e funzionante non possa fare di tutto. L’arrivo di capitali privati può essere il momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione e garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte: il caso è quello di Fincantieri e di Sace“.
Sono quattro i puntio di revisione della seconda parte della Costituzione indicati in Parlamento come parte di quell’“Impegno 2014”, su cui fonda la fiducia che chiede alla sua nuova maggioranza e che dovranno essere realizzate “in diciotto mesi” con le procedure ordinarie di rivisione costituzionale previste dall’art.138: riduzione del numero dei parlamentari, abolizione delle province, fine del bicameralismo perfetto, riforma del titolo V della Costituzione.
“Per raggiungere questi obiettivI – ha sottolineato Letta alla Camera- dobbiamo rapidamente definire i ddl costituzionali” che avranno come base “il lavoro utilissimo del comitato dei saggi”.
“Nei mesi scorsi non c’erano le condizioni per farlo, come chiesto più volte dal senatore Monti. Oggi invece le condizioni ci sono. C’è un nuovo segretario del Ps, il Nuovo Centrodestra, i nuovi ‘gruppi parlamentari per l’Italia. Il nostro obiettivo è avere entro 18 mesi istituzioni che funziono. Possiamo farlo con un’intesa e un’azione forte”.
Letta, parlando ha rinnovato l’impegno del Governo a “completare definitivamente entro l’anno l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti”, intervenendo con “gli strumenti a disposizione” per dare seguito alle proposte “già da tanto tempo” presentate dal Governo.
“Ho la determinazione a lottare con tutto me stesso per non rigettare il Paese nel caos proprio ora che si sta rialzando. E’ un nostro obbligo generazionale aiutare l’Italia a rialzarsi”.
“Oggi l’alibi dell’io sono fatto così non va bene, giocheremo all’attacco e non permetteremo che il Paese sprofondi invece di ripagare i sacrifici che gli italiani hanno fatto”.
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ROMA (WSI) – Un altro anno di lavoro: per una svolta in Italia attraverso le riforme istituzionali e la nuova legge elettorale, e per una svolta in Europa attraverso un semestre italiano improntato alla crescita. Con primi segnali evidenti (approvazione in almeno un ramo del Parlamento sia per le prime che per le seconde) già in tempo per il “tagliando” delle Europee.
Enrico Letta ritorna a chiedere la fiducia delle Camere, per quel passaggio ritenuto necessario dopo l’uscita di Forza Italia.
E nel discorso – preparato nei giorni scorsi e steso nella versione definitiva sul volo che lo riporta a Roma da Johannesburg – spiegherà perchè un altro anno di governo delle larghe intese sia indispensabile per poi aprire una nuova stagione. Passaggio senza pathos, dall’esito scontato, tanto più dopo che Matteo Renzi ha confermato di voler dare “un anno a Letta per fare le cose che vanno fatte”; e dopo l’ulteriore ammonimento di Giorgio Napolitano che anche ieri ha insistito sulle riforme spiegando che le elezioni non sono all’orizzonte.
Esito talmente scontato che Filippo Patroni Griffi ha già annunciato un Cdm – giovedì mattina – per i primi provvedimenti che marcheranno il cambio di passo anche sull’economia: probabile il varo del ddl Sviluppo del piano Destinazione Italia, forse qualcosa anche sul versante della spending review, altro caposaldo dell’azione di governo per il 2014.
Il premier ricorderà allora che quell’orizzonte temporale, 18 mesi dall’insediamento, era stato fissato dallo stesso Letta proprio all’inizio della sua esperienza governo: un anno e mezzo per superare la crisi economica e gettare le basi della ripresa anche attraverso il cambio di rotta a Bruxelles, un anno e mezzo per modificare le regole del gioco in Italia e rendere di nuovo “praticabile” il terreno.
Un percorso disegnato 6 mesi fa, e le cui ragioni non sono venute meno. Anzi: “La necessità di modificare la Costituzione, di abolire il bicameralismo perfetto, di ridurre i parlamentari, di scrivere una nuova legge elettorale è ancora davanti a noi, con sempre maggiore forza”, spiegano uomini a lui vicini. “E se non lo facciamo – aggiungono – avremo sprecato un altro anno di tempo, per poi ritrovarci nella stessa situazione di adesso”. Letta spiegherà dunque – riferisce chi al discorso ha contribuito – che le riforme istituzionali saranno la priorità del 2014: con il Comitato se Fi voterà la quarta lettura alla Camera, con la procedura standard del 138 se si sfilerà. Perchè stavolta Letta prenderà “impegni precisi in tempi certi”.
Quanto alla legge elettorale, il premier non entrerà nel dettaglio: ricorderà che per quanto ha potuto fin dall’inizio del suo mandato ha chiesto un intervento delle Camere, spiegherà ancora una volta che la materia è parlamentare. Probabilmente il modo per evitare di entrare nella spinosa contesa Camera-Senato.
Perchè se ieri Renzi ha sostenuto che “anche Letta è d’accordo” sul passare la palla a Montecitorio, i suoi spiegano che “qualche resistenza in Senato ancora c’è”. La questione dovrebbe essere dunque materia da affrontare nelle prossime settimane, insieme al resto del patto di programma su cui far ripartire la nuova maggioranza de-berlusconizzata.
Ma anche gli uomini del premier sono fiduciosi che un’intesa si troverà: e probabilmente nella direzione indicata da Renzi. La legge elettorale alla Camera, l’abolizione del Senato allo stesso Senato, per una sorta di “galateo” istituzionale.
“I due treni viaggeranno su binari paralleli: una volta passato il primo step, prima delle Europee, non si fermeranno più”. Resta da capire però se Renzi vorrà “forzare” coinvolgendo Berlusconi e magari anche Grillo a scapito degli altri pezzi della maggioranza, Alfano in testa. E resta da capire quanto Renzi insisterà sul rimpasto: richiesta avanzata ancora lunedì nel colloquio a palazzo Chigi, ma sulla quale il premier tiene duro: “Non è all’ordine del giorno”, ribadiscono i suoi collaboratori. Tanto più che alcuni dei nomi indicati, Cancellieri ed Alfano, “non sono nella disponibilità del Pd”. (TMNEWS)