Il governo ottiene la fiducia, ma Berlusconi senza Fini cadra’. Alle urne in primavera
(in aggiornamento) Si’ della Camera alla fiducia al governo Berlusconi, decisivo nel voto il peso di Fli e Mpa. I presenti al voto sono stati 620, i votanti 617, la maggioranza richiesta di 309. I si’ sono stati 342, i no 275 e gli astenuti 3. I deputati Fli sono 35 con il Presidente della Camera Fini, i deputati Mpa sono 5.
I voti del gruppo di Futuro e Libertà e del movimento per l’Autonomia risultano decisivi per la maggioranza alla Camera. Senza il sì dei 34 deputati finiani e dei cinque del movimento di Raffaele Lombardo, infatti, il governo oggi non avrebbe ottenuto la fatidica ‘quota 316′, cioè la metà più uno dei componenti dell’Assemblea di Montecitorio. Se ai 344 voti con cui l’esecutivo ha ottenuto la fiducia oggi si sottraggono quelli di Fli e Mpa, la maggioranza si ferma a 305.
“Secondo me si va a votare a marzo, Bossi sta già spingendo”, anche dopo “i numeri di oggi”. E’ quanto avrebbe detto Silvio Berlusconi incontrando una ventina di deputate del Pdl a palazzo Grazioli. Con le quali ha spento le candeline del suo compleanno, su una torta da loro offerta accompagnata dal coretto “Tanti auguri, Presidente”.
Umberto Bossi esprime tutti i suoi dubbi sulla tenuta del Governo, dopo che la Camera ha dato la fiducia a Silvio Berlusconi ma con i finiani determinanti: “I numeri sono risicati, la strada è stretta”, dice in Transatlantico. Del resto, ricorda il leader della Lega, “nella vita è meglio prendere la strada maestra, e allora la strada maestra era il voto. Berlusconi non ha voluto, e ora siamo qui…”. Tra l’altro, se dovesse essere approvata la mozione di sfiducia individuale contro Umberto Bossi, la Lega non farà cadere il governo. Lo assicura lo stesso leader leghista, che spiega: “Se passa la mozione andrò a casa io, ma non cade il governo. Si incazzerà il nord, si incazzerà la gente…”.
Maroni: secondo me a marzo si vota. “Secondo me a marzo si vota”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, in una conversazione con Nichi Vendola e Franco Giordano, captata dalle telecamere del Tg7.
Senza Futuro e Libertà il governo non ci sarebbe, i finiani sono quindi determinanti. Lo rivendica Carmelo Briguglio, commentando i risultati del voto di fiducia alla Camera. “Il presidente del Consiglio – afferma il deputato di Fli – ha dovuto prendere atto in aula che il Gruppo di Futuro e Libertà c’è, si è conquistato il suo spazio e ha creato un’intesa politica e programmatica con l’Mpa di Raffaele Lombardo, essenziale per l’esistenza stessa della maggioranza di governo. Il risultato del voto ha detto agli italiani che senza Futuro e Libertà non ci sarebbe più questo governo”. “La politica ha battuto lo shopping di parlamentari e il tentativo di cambio della maggioranza. Berlusconi ne tenga conto e si impegni davvero ad assicurare coerenza tra le parole che ha pronunciato oggi e i fatti che dovranno seguire nei prossimi giorni”, conclude Briguglio.
Se sfiduciano Bossi, non penso proprio che riusciro’ a restare in un governo che vede in Parlamento una maggioranza che ha mandato a casa il mio segretario”. Lo dichiara il viceministro dei Trasporti Roberto Castelli.
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«È incommentabile, l’avete sentito anche voi. Non so in che Italia viva». È tranchant il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dopo il primo intervento in aula di Silvio Berlusconi. Nelle dichiarazioni di voto finali, bagarre in aula quando ha preso la parola Antonio Di Pietro, che tra l’altro ha definito Berlusconi «stupratore della democrazia». I deputati del Pdl hanno protestato vivacemente, abbandonando poi l’Aula, mentre lo stesso Berlusconi chiedeva a Fini di intervenire, unico scambio diretto fra i due.
Fini ha richiamato all’ordine due volte Di Pietro. «Lei – ha detto Di Pietro in dichiarazione di voto – non è un presidente del Consiglio, ma uno stupratore della democrazia». Una frase subito ripresa da Fini che ha chiesto di utilizzare «un linguaggio consono a quest’Aula». Il presidente della Camera ha precisato che non è in discussione la libertà di parola ma che «non sono accette ingiurie».
All’attacco di Di Pietro Berlusconi è rimasto dapprima imperturbabile, continuando a scribacchiare sul foglio di carta che ha sul banco. Ma quando il leader dell’Idv lo equipara «al suo predecessore Nerone», Berlusconi scoppia a ridere, poi si tocca tre volte la testa con il dito, come a indicare che Di Pietro è matto. Infine ha alza le braccia. Dai banchi del Pdl si inizia a rumoreggiare, e i deputati abbandonano l’aula. Di Pietro va avanti, in un crescendo rossiniano. Quando definisce Berlusconi «stupratore della democrazia» Fini, che aveva più volte scampanellato, interviene invitando Di Pietro a usare «un linguaggio consono a quest’aula». Parole al vento, con Di Pietro che incalza.
Berlusconi si alza dal banco del governo, si gira verso Fini e gli chiede di intervenire: è l’unico momento in cui gli sguardi dei due si sfiorano dall’inizio della seduta. Fini ricorda «che siamo in collegamento televisivo diretto», ed invita tutti «a cominciare dall’onorevole Di Pietro, a tenere un atteggiamento consono, a mantenere la calma». Nel frattempo nei banchi dell’opposizione i deputati restano fermi e zitti e godono della scena. Fini torna ad intervenire. «Non è uno spettacolo che il Parlamento può offrire al Paese. L’onorevole Di Pietro si assume la responsabilità di quello che dice davanti all’Aula e davanti al Paese». E lo richiama all’ordine per la seconda volta.
«Non ho detto una parola che non sia vera», ha poi detto Di Pietro, uscito dall’aula visibilmente soddisfatto, ai cronisti. «Stupratore», hanno chiesto i giornalisti, non è una parola a rischio-querela? «Forse è una parola forte – ha replicato – ma è inattaccabile. Io ho detto “stupratore della democrazia”. Berlusconi ha posto la fiducia su di sè, quindi è di lui che si parla. Io ho fatto solo la fotografia della sua situazione».
Bocchino: sì a fiducia e asse con Mpa. Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, annuncia il sì del gruppo finiano sulla fiducia al governo e sottolinea l’asse con i «colleghi dell’Mpa, che – dice – come noi si sentono vincolati al mandato degli elettori e alla realizzazione del programma di governo. C’è il nostro apprezzamento per il passaggio parlamentare che fa chiarezza rispetto al problema che esiste tra governo e la sua maggioranza che oggi con la fiducia avrà il sostegno di tre gruppi e non più due, di quattro soggetti e non più di tre, quattro anime di una stessa maggioranza che lei ha gli strumenti di gestire in un’armonia assennata», rimarca Bocchino, sottolinenando che Fli ed Mpa si muovono di concerto.
Un pacchetto di 40 voti che oggi va a sostenere il governo, domani servirà di volta in volta sui diversi capitoli che dovranno essere scritti sotto i titoli programmatici indicati oggi dal governo. «È stato un errore – dice ancora Bocchino – tentare la strada dell’autosufficienza, che rischiava di dare vita ad una maggioranza più ristretta e nuova, non coincidente con la volontà popolare che deve essere la nostra stella polare. Perchè non è corretto fare entrare in maggiorana parlamentari eletti con le opposizioni. Noi ribadiamo ancora il nostro ancoraggio al centrodestra, vogliamo portare avanti la legislatura fino all’ultimo giorno. c’è il nostro sì al programma e la disponibilità a discutere senza diktat e senza prendere o lasciare, senza preclusioni preconcette».
Bocchino è polemico quando dice: «Dubito che i cittadini del Sud, da qui alla fine della legislatura trarranno vantaggio dai tre annunci manifesto su banca del sud, ponte sullo stretto, Salerno-Reggio Calabria». Infine la giustizia. «Tema delicato – dice Bocchino – che per noi fa coppia con legalità. Sulla riforma lei ha elencato titoli condivisibili: decliniamoli ora in provvedimenti. Se saremo chiamati a contribuire, lavoriamo per non fare danni a cittadini, siamo favorevoli allo scudo per le alte cariche e allo smaltimento delle cause civili pendenti, ma non saremo mai d’accordo nel togliere la possibilità a un solo cittadino o azienda di non vedere riconosciuta la giustizia che attendono. E non saremo mai favorevoli ad una riforma punitiva della magistratura, per noi baluardo per garantire la giustizia».
Casini: il premier come Alice, tirerà a campare. Silvio Berlusconi come «Alice nel Paese delle meraviglie, ha seguito la scorciatoia del pallottoliere ed ha fatto un discorso di buone intenzioni. Ma sa già di non poterle realizzare con questa maggioranza. Si prepara a tirare a campare nel teatrino della politica come tutti gli altri prima». Casini ha preannunciato con chiarezza il no dell’Udc alla fiducia al governo. «I 316 voti non ci saranno, siete distanti. Noi prendiamo atto di questa realtà, siamo soddisfatti? No. Siamo tristi. Se il Paese non cambia strada andremo nel baratro. Cambiamo strada, facciamolo assieme e subito».
Casini ha premesso: «Questa giornata è l’epilogo di una stagione caratterizzata da odio, ricatti, dossier, troppi rancori verso le istituzioni e verso uomini colpiti anche nei loro affetti più intimi. Una stagione triste, che speriamo si chiuda oggi perchè ha disgustato gli italiani, alle prese con problemi più seri». Casini ha proseguito: «Noi continuiamo per la nostra strada, l’opposizione repubblicana, che coincide con la responsabilità e nulla ha a che fare con il trasformismo, cancro della vita democratica. Noi rispettiamo lei, speriamo lei rispetti noi». Casini ha accusato Berlusconi di aver «presentato un elenco di buone intenzioni: realizzi questi punti, noi li voteremo questi provvedimenti». Ma «questo non è il primo giorno di scuola, sono gli stessi buoni propositi dal ’94, se non li ha realzizati la colpa non può essere sempre e solo degli altri. È lei che ne deve rispondere».
«Con la lealtà sempre certa al voto popolare, la Lega Nord voterà la fiducia la nostro governo -. dice Marco Reguzzoni, presidente dei deputati della Lega Nord – Abbiamo giudicato bene discorso del presidente del Consiglio, ha delineato le linee per il futuro ponendo le basi per le riforme che il Paese ci chiede e partendo da quella del federalismo fiscale». Il capogruppo leghista ha rimarcato l’attenzione del Carroccio «alle cose concrete e non alle chiacchiere della politica». Per questo Reguzzoni a nome del gruppo ha ringraziato Umberto Bossi , sottolineando che «dai banchi della Lega non è mai mancato il supporto al governo, quando doveva essere verde era verde e quando doveva essere rosso era rosso (riferimento al colore dello schermo che registra i voti dei parlamentari alla Camera, ndr) sempre compatti e precisi».
Riferendosi ai finiani Reguzzoni ha detto che «certo fa notizia un parlamentare della maggioranza che parla contro il governo e non il contrario o un parlamentare che lavora nelle commissioni» ma ha sottolineato anche la convergenza su temi concreti come «la legge sulla etichettatura dei prodotti tessile» citando non a caso la collaborazione del deputato di Fli Enzo Raisi. Reguzzoni ha citati i «successi del governo»: il federalismo fiscale, il federalismo demaniale, il progetto di legge sulla incandidabilità per corruzione. Un capitolo a parte è stato poi dedicato al «problema dei problemi: il mancato sviluppo del Sud» in quanto «cento anni di politiche sbagliate gravano su noi, sulle nostre famiglie e aziende. La prima condizione per lo sviluppo del Sud è la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata e bene ha fatto questo governo».
Bersani: è la fiducia del cerino, andatevene. «Un discorso molto debole, pieno di promesse risapute, promesse che non arrivano mai. In questi due anni abbiamo vissuto l’epoca gloriosa del ‘ghe pensi mi’ con risultati che sono sotto gli occhi di tutti – attacca il segretario del Pd – È la seconda volta che la vediamo qui, la prima fu per l’insediamento del governo, poi più niente, 26 voti di fiducia e 54 decreti. Quella volta disse per venti volte la parola crescita ed invece abbiamo avuto il calo più grande della storia del dopoguerra. Ci stiamo staccando dal gruppo di testa dei paesi europei. Il punto di fondo è che non c’è comprensione del Paese, dell’Italia vera; gli italiani sono arrabbiati, c’è sbandamento, incertezza. Le tensioni sociali si acuiscono e abbiamo governo che spesso accende i fuochi.
Il punto è che non c’e abbastanza lavoro l’economia è troppo bassa. E non terrete a posto i conti con l’economia così bassa. Come dobbiamo dirvelo?. Ascoltate le piccole imprese. Vi diranno che ci sono più chiacchiere e più burocrazia. Avete nozione di cosa succede a scuola e nelle università? Lo sapete che i costi mense sono già raddoppiati?. Non raccontiamoci più queste cose. E non veniteci a dire ‘i soldi non ci sono’. I conti voi li avete solo fatti ballare». «Questa è una fiducia messa per debolezza, nessuno vuole il cerino in mano, è la fiducia del cerino. Ma ci vuole un passaggio elettorale, con più civili regole elettorali, perchè il paese non può più aspettare. Le elezioni ve le siete rimesse in tasca voi oggi non si apre una pagina nuova, si chiude una pagina vecchia».
«Chieda il Nobel per la pace, siamo a un passo da questa richiesta… – ha proseguito Bersani – Come si fa a prendere sul serio quanto ha detto? Oggi ha fatto un discorso debole, un discorso pieno di promese risapute. Non c’è un fatto nuovo, ma solo promesse che non si realizzano mai: sulla Salerno-Reggio Calabria, sull’abbassiamo le tasse, sul federalismo che risolverà tutto, sul piano per il Sud con tanto di banca e poi qualche minaccia alla magistratura… ma chieda il Nobel per la pace! Ormai siamo un passo da questa richiesta».
I deputati democratici, alla fine dell’intervento di Bersani, si sono alzati tutti in piedi per battere le mani. Particolarmente graditi i passaggi del discorso nel quale ha definito l’attuale fiducia «la fiducia del cerino». Bersani è stato applaudito anche quando ha invitato Berlusconi ad andare a Napoli con lui per vedere quale era ormai la situazione dei rifiuti nella città. Anche i finiani, in primis il capogruppo Italo Bocchino, hanno acclamato il segretario del Pd quando ha preso le difese del presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Dalla maggioranza è arrivata qualche protesta soprattutto quando ha definito Berlusconi «l’impresario di questo teatrino» della politica. Ma sono stati i leghisti i più accaniti: hanno gridato più volte all’indirizzo di Bersani sostenendo che stava dicendo solo bugie. Immediata la replica del segretario: «Quando avrete finito di osannare i vostri ministri sarebbe bello sapere come mai avete votato tutte le leggi della cricca…».
Cicchitto: «Mi auguro che il senso politico delle dichiarazioni dei finiani Silvano Moffa e Italo Bocchino sia il seguente: la fine di ogni guerriglia politica, di ogni tentativo di logoramento – ha detto il capogruppo del Pdl – Su questo terreno si misura l’intelligenza e la maturiità politica del centrodestra». A proposito dell’intervento del premier, Cicchitto ha detto che il «senso» delle sue parole è di «reagire a ogni deriva distruttiva». E a Bersani Cicchitto dice: «Le elezioni dopo quelle del 2006 sono state rifatte nel 2008 perchè voi del centrosinistra sieti implosi ed esplosi e ci avete lasciato in eredità l’emergenza rifiuti a Napoli.
Non potete farci nessuna lezione. Il centrosinistra non è un’alternativa, ma spera solo di approfittare delle divisioni interne a noi. Bersani è come lo smemorato di Collegno», aggiunge Cicchitto spiegando che il segretario del Pd si è dimenticato che quando cadde Prodi nel ’96 il governo D’Alema fu reso possibile grazie al «passaggio di 30 deputati e senatori dal centrodestra al centrosinistra». Quei parlamentari, sottolinea Cicchitto, «furono ricompensati con ministeri e sottosegretariati e a suo tempo fu una manovra esaltata come una grande operazione politica. È la solita storia dei due pesi e due misure, che è anche uno degli ostacoli al dialogo».
Dopo le dichiarazioni di voto dei gruppi, sono iniziate quelle individuali. Bruno Cesario, che ieri ha lasciato l’Api per il gruppo misto, ha annunciato il suo sì nell’interesse del paese: «Voto la fiducia – ha spiegato – per dare all’Italia e soprattutto al Mezzogiorno, su cui il presidente del Consiglio in quest’Aula ha assunto impegni importanti e specifici, una necessaria opportunità di crescita e di sviluppo. È una scelta difficile e sofferta fatta in libertà e senza condizionamenti, nell’esclusivo interesse del Paese». Paolo Guzzanti annuncia di non voterà la fiducia al governo Berlusconi. Accusa il presidente del Consiglio di ritenere come «liberale da mettere in cattedra il satrapo Putin». Poi definisce quella del governo «una politica illiberale». «Voterò no alla fiducia, voterò no a un sogno che è svanito».
Così Giorgio La Malfa, deputato del Pri, si rivolge al premier Silvio Berlusconi, annunciando il suo voto contrario. «Io voto la fiducia al governo, e non lo faccio a titolo personale ma in rappresentanza del Partito repubblicano italiano, la cui direzione nazionale ha deciso in questo senso con 17 voti a favore e tre contrari», ha replicato Francesco Nucara, in polemica con La Malfa. «Non è utile andare ore alle elezioni. Noi abbiamo fatto una scelta, non abbiamo fatto calcoli. Non saremo nè sostitutivi, nè aggiuntivi, saremo liberi da giochi di palazzo», ha detto Saverio Romano, leader dei parlamentari siciliani centristi, entrando in polemica diretta con Casini: «Chi ci accusa di trasformismo lo fa con la bocca, mentre con le mani in Sicilia fa il più grande ribaltone di sempre».
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E’ il giorno della verità. Berlusconi blinda il governo e mette la questione di fiducia sul documento illustrato oggi alla Camera. Il premier ha preso la parola questa mattina alle 11. Adesso è in corso il dibattito al quale il Cavaliere replicherà alle 16,30. La prima chiamata del voto inizierà questa sera alle 19. Fini ha annunciato che il suo gruppo voterà sì alla fiducia ma sulla giustizia «occorrerà verificare come verranno concretamente tradotte in iniziative legislative le parole del presidente del Consiglio».
ECCO LA GIORNATA IN DIRETTA:
13:15 – Franceschini: “Discorso tragicomico. Da ora è in mano ai finiani”
Il discorso di Berlusconi alla Camera è stato «tragicomico» e il suo governo da oggi «sarà in mano ai finiani». Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, dopo le comunicazioni del presidente del COnsiglio. «È stato un discorso tragicomico – ha detto Franceschini – di un uomo che ha fallito sia come capo di governo che come capo di partito. Dopo due anni da Mister Hide, ha rimesso la maschera da dottor Jeckill, quella degli inizi, ma non ha potuto nascondere la realtà». «In più – ha aggiunto – ha fatto un discorso pieno di promesse come se venisse dalla luna e non avesse invece governato per otto anni». «I numeri che usciranno oggi – ha concluso Franceschini – faranno del suo un governo in mano al gruppo di Fini»
13:10 – Fini: “Martedì il via al nuovo soggetto politico”
Riunito a Farefuturo con i gruppi di Futuro e Libertà, Fini ha convocato per martedì deputati, senatori e parlamenari europei «che costituiranno il comitato promotore del nuovo soggetto politico». La notizia è stata accolta da un caloroso applauso dei finiani.
13:05 – Bindi (Pd): “Presidente, si dimetta”
«Si dimetta, Presidente, passi la mano. Il Paese ha bisogno di essere governato da forze realmente democratiche e riformiste». A rivolgere l’appello al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è il vicepresidente della Camera Rosi Bindi. Nel suo intervento, al termine del discorso programmatico di Berlusconi, Rosi Bindi, ha criticato punto per punto quanto sostenuto dal Cavaliere. «Per fortuna – ha aggiunto rivolgendosi a Berlusconi – ci ha risparmiato il capitolo delle emergenze, perchè sarei stata davvero curiosa di sentire cosa avrebbe detto ancora sui rifiuti di Napoli…». Berlusconi ha ascoltato le parole di Rosi Bindi seduto ai banchi del governo con la fronte appoggiata sulle mani
12:50 – Fini: “Sì alla fiducia. Su giustizia Fli valuterà”.
Gianfranco Fini incontra i suoi parlamentari e dà un sostanziale via libera alla fiducia sul discorso programmatico di Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda la giustizia spiega che occorrerà verificare come verranno concretamente tradotte in iniziative legislative le parole del presidente del Consiglio
12:43 – Veltroni (Pd): “Il suo è un mondo immaginario”
«Quello che ha descritto Berlusconi è un mondo immaginario, televisivo: il Paese reale è un altro, e ci sono imprenditori in difficoltà e lavoratori che perdono il posto». Lo ha detto Walter Veltroni, commentando a Montecitorio il discorso del presidente del COnsiglio. «È un mondo a parte – ha insistito Veltroni – e questo dà la misura della sua distanza dagli italiani. Non è un caso se nel discorso non è stata mai pronunciata la parola che oggi è pronunicata in tutte le famiglie italiane, e cioè ’precarietà».
12:42 – Casini: “Un discorso da primo giorno di scuola”
«Un discorso da primo giorno di scuola, se lo avesse fatto nel ’94 sarebbe stato credibile, ma tutte le cose che dice e si pone come obiettivi condivisibili in realtà non sono state fatte finora». Così il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, commenta l’intervento del Premier in Aula:«Sono solo parole»
12:40 – Di Pietro: “Interessato solo all’impunità”
«Berlusconi si è dimostrato un serpente a sonagli che racconta un Paese diverso da quello reale e cerca di abbindolare così gli italiani. E tra le righe del suo discorso si capisce che l’unico suo interesse è quello di fermare i magistrati, assicurarsi l’impunità e continuare a governare nella logica della P2, di cui lui è il rappresentante legale». Lo ha detto Antonio Di Pietro a Montecitorio, commentando il discorso di Berlusconi alla Camera. Di Pietro attacca anche sulla forza della maggioranza parlamentare: «è una maggioranza venduta, comprata e ricattata che si tiene insieme solo perchè è attaccata alla poltrona. Però – ha conclusa governo e maggioranza dovranno misurarsi nei prossimi mesi con la rivolta sociale, perchè mentre loro parlano di Lodo Alfano le fabbriche chiudono»
12:35 – D’Alema (Pd): “Mette pezza a crisi con vergognose bugie”
«Il discorso di Berlusconi è un elenco vergognoso di bugie ma non riesce a nascondere la realtà di una crisi alla quale si può mettere una pezza ma di fatto è cominciata». Così Massimo D’Alema commenta l’intervento in aula del premier Silvio Berlusconi. «Non si può fare finta – afferma D’Alema – di essere ad inizio legislatura, una gran parte dei progetti di governo dovevano essere già fatti. È interessante notare poi che due dei principali successi sbandierati più volte, il terremoto dell’Aquila e la spazzatura di Napoli oggi ha avuto la decenza di non ricordarli. Vuol dire che sono successi molto volatili»
12:28 – Bossi (Lega): “Niente è eterno ma nessuno lo farà cadere. Hanno paura”
«A lungo termine non regge niente. Non c’è niente di eterno». Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, conversando con i cronisti a Montecitorio, risponde così a chi gli chiede se, dopo il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera, il governo reggerà. «Nessuno ha intenzione di far cadere il governo. Hanno pausa del voto e quindi lo sosterranno anche a sinistra. Il discorso di Berlusconi – aggiunge – era quello che ci si aspettava». Il governo non rischia sul voto di oggi? «Andremo a vedere con i voti di questo pomeriggio – conclude – È dura ma ce la faremo».
12:23 – Napolitano: “Non ho finito di ascoltare l’intervento del premier”
Presidente, verso cosa si va? A questa domanda dei giornalisti che lo aspettavano davanti alla Maison d’Italie di Parigi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto: «non so verso che cosa si vada perchè non ho finito di ascoltare l’intervento di Berlusconi»
12:21 – Della Vedova (Fli): “Verso il sì. Adesso ci riuniremo”
Futuro e Libertà voterà la fiducia al governo Berlusconi? «Direi proprio di sì. Comunque ora ci riuniamo e decidiamo»: così il deputato di Fli Benedetto Della Vedova uscendo dall’Aula di Montecitorio replica ai cronisti che gli chiedono di commentare il discorso di Silvio Berlusconi. «Anche se non è stato fatto in modo esplicito un riferimento a Futuro e Libertà – dice Della Vedova – c’è stato un riferimento al nuovo gruppo. C’è un riconoscimento alla riarticolazione del quadro parlamentare». Il discorso è stato «equilibrato, in linea con ciò che chiedevamo da subito, e alla luce del quale è solo difficile spiegare quanto accaduto in precedenza», conclude Della Vedova.
12:19 – Capezzone (Pdl): “Ora stop a fibrillazioni”
«Il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera propone un chiaro ventaglio di riforme liberali, a partire dal tema cruciale della riduzione delle tasse e della riforma fiscale, fino alla questione di una profonda riforma della giustizia in senso garantista». Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce Pdl. «Ora i cittadini si attendono non solo un sì da parte di una vasta maggioranza di parlamentari, ma che da domani non riprenda lo stillicidio di fibrillazioni che ha avvelenato la vita italiana degli ultimi mesi. Oltre al sì di oggi, serve dunque la serietà e la serenità di domani. I cittadini, giustamente, non accetterebbero altre polemiche. Il Premier ha in questo senso dato un esempio chiaro e positivo, ora attendiamo alla prova dei fatti tutti gli altri», conclude.
12:15 – Orlando (Idv): “Mancava solo la benedizione Urbi et Orbi”
Va tutto bene niente panico. Il discorso di Berlusconi sembrava il remake del film comico l’aereo più pazzo del mondo. L’aereo della maggioranza sta candendo in picchiata ma il premier vende fumo e fa finta di nulla. Mancava solo la benedizione finale Urbi et Orbi». Lo ha affermato in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, commentando l’intervento in Aula alla Camera del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Berlusconi fa un uso politico delle istituzioni – conclude Orlando – con il solo scopo di non essere processato e di salvaguardare i suoi interessi e quelli dei suoi amici della cricca piduista».
12:09 – Bersani: “Discorso incommentabile”
«È incommentabile, l’avete sentito anche voi. Non so in che Italia viva». È tranchant il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, all’intervento in aula del premier Silvio Berlusconi
12:05 – Standing ovation per Berlusconi ma Fli non applaude
I parlamentari del Pdl, non appena il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, finisce il suo intervento nell’Aula di Montecitorio, si alzano tutti in piedi tributando al proprio leader una standig ovation. I deputati finiani, stretti attorno al capogruppo Italo Bocchino, non applaudono e parlano tra di loro. Subito dopo l’intervento di Berlusconi il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, riunisce i suoi ai banchi centristi per un improvvisato colloquio. Anche loro non hanno mai battuto le mani. In tutto, i deputati di Lega e Pdl hanno tributato al Cavaliere una cinquantina di applausi. Finito di parlare Berlusconi è stato circondato da tutti gli esponenti di governo che gli hanno stretto la mano facendogli i complimenti per il discorso e anche gli auguri di compleanno. Con Bossi il saluto del pugno contro pugno ormai caratteristico del leader del Carroccio.
11:56 – “Finiamo la legislatura. No alternative a questo governo”
«È assoluto interesse del nostro paese non rischiare in un periodo di instabilità una crisi. Occorre fare uno sforzo perchè ciò non accada e moltiplicare l’impegno comune per portare a termine legislatura», ha dichiarato Berlusconi concludendo il suo intervento, anche perchè «non ci sono alternative a questo governo».
11:55 – “A me e al governo critiche aprioristiche”
In questi mesi «si è assistito a critiche aprioristiche al governo e a chi è stato chiamato a guidarlo dalla volontà popolare». Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio. «Uno degli obiettivi più importanti che mi sono posto – aggiunge il premier – è stato quello di riunire i moderati italiani in una unica grande forza politica nel nascente bipolarismo».
11:53 – “Perseguire con convinzione la strada verso il nucleare”
La strada dell’energia nucleare «è da perseguire con convinzione e determinazione» per sganciare il paese «da que4sta pericolosa dipendenza energetica». Lo ha detto il presidente del onsiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo alla Camera. Il premier ha dedicato un lungo passaggio del suo intervento alla necessità di dare una spinta competitiva al sistema produttivo italiano spiegando che occorre «semplificare il lavoro delle aziende da una serie infinita di regole che rappresentano uno svantaggio competitivo fabbricato in casa», ma occorre anche dare corpo a quella «riforma liberale il cui principio deve essere che ’tutto è consentito tranne ciò che è vietato».
11:50 – “Il governo ha lavorato bene. Perchè allora la frattura nel Pdl?”
«Siamo convinti che il nostro governo in questi 3 anni ha lavorato sodo e con risultati positivi ecco perchè, visti i risultati, viene da chiedersi perchè sono sorte dentro la maggioranza distinzioni e divergenze che hanno portato deputati della maggioranza a staccarsi e fare un nuovo gruppo». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi,
11:47 – “Deficit non crea crescita ma solo disugliaglianze”
«Dobbiamo essere chiari con i nostri cittadini: non esiste una scelta tra rigore e crescita», l’una garantisce l’altra, poichè «il deficit pubblico non crea crescita», ma solo «disuguaglianza e povertà» fra le generazioni future. È un passaggio dell’intervento del premier Silvio Berlusconi a Montecitorio. «Non può esserci crescita duratura ed equa senza stabilità dei conti pubblici»
11:45 – “Sbarchi clandestini ridotti dell’88%”
«Abbiamo ottenuto un grande risultato sull’immigrazione clandestina, con sbarchi ridotti dell’88 per cento. Intendiamo proseguire nell’azione già intrapresa ed intesificarla, favorendo nel contempo l’integrazione degli immigrati regolari». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi.
11:43 – “Nel 2013 completamento Salerno – Reggio Calabria”
«Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno nei prossimi anni con investimenti per 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli tutali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento del Salerno-Reggio Calabria». Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio.
11:39 – “Mai inferti così tanti colpi alla mafia”. Elogio alle forze dell’ordine
Mai nella storia della Repubblica sono stati inferti tanti colpi alla mafia e alla criminalità organizzata». Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio. «Abbiamo approvato – aggiunge – la normativa antimafia più efficace al mondo per contrastare la criminalità organizzata». Berlusconi ribadisce che la lotta alla criminalità è una priorità assoluta del governo. E al riguardo ha più volte elogiato, nel suo intervento alla Camera, il lavoro svolto da tutte le forze dell’ordine. ’C’è una grande squadra che si chiama finalmente Stato«
11:35 – “Ridurre la durata dei processi”
A proposito del «tema della ragionevole durata dei processi», che rappresenta una «piaga» per troppi cittadini in attesa di un giudizio definitivo, «il governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento dei processi» e la «delega» per la riforma della magistratura ordinaria. In questo contesto «riteniamo indifferibile un ulteriore aumento delle risorse della giustizia». È un passaggio dell’intervento del premier Silvio Berlusconi
11:30 – “Riforma costituzionale e separazione delle carrriere”
«Occorrerà intervenire con la riforma costituzionale del Csm, con due organi giudicanti: uno per i magistrati inquirenti e uno per quelli giudicanti, con conseguente rafforzamento della separazione delle carriere». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi
11:29 – “Ridurre la pressione fiscale”
«L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale rimasto invariato nelle sue parte fondamentali, fin dalla riforma dei primi anni 70, tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire entro la legislatura al varo di norme con revisione su famiglie lavoro, ricerca». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi
11:28 – “Obiettivo del quoziente familiare”
«Resta fondamentale l’obiettivo del quoziente familiare, che si sta parzialmente sperimentando in una rete di comuni tra cui la Capitale», ha detto Silvio Berlusconi.
11:25 – “Centralità della persona e difesa dei valori della vita”
«La centralità della persona e la difesa dei valori della vita rappresentano un fondamentale asse di orientamento dell’azione di governo e crediamo che sia arrivato momento» per lavorare alla «attuazione dell’agenda bioetica e della vita, perchè non c’è mai un vero sviluppo economico senza sviluppo demografico». È un passaggio dell’intervento del premier Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento a Montecitorio
11:24 – “Il federalismo farà da cerniera fra Nord e Sud Italia”
«Il federalismo fiscale è stato votato nel suo percorso non solo dalla maggioranza ma da quasi tutte le forze di opposizione e non prevede la benchè minima ipotesi di divaricazione tra Sud e Nord: è vero il contrario. Il federalismo sarà la cerniera unificante del Paese e a vantaggio di tutte le aree e soprattutto del Sud», ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Con il federalismo fiscale gli italiani dovranno poter usufruire di servizi pubblici di uguali livelli e qualità su tutto il territorio nazionale».
11:22 – “Ripartire con una legislatura costituente”
«Si deve ripartire per dare un senso a questa legislatura che negli auspici di molti era considerata costituente». Lo dice Silvio Berlusconi parlando in Aula a Montecitorio. «L’allora leader del Pd Veltroni citò una riflessione di Piero Calamandrei, che condivido in tutte le sue parti e non solo in una parte. Il padre costituente diceva – dice ancora il premier – ’Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza che deve avere rispetto per la legittimità della maggioranza e del governò. Da qui si deve ripartire per dare un senso a questa legislatura che negli auspici di molti era considerata costituente».
11:20 – Berlusconi: “Abbiamo evitato i licenziamenti di massa”
«Abbiamo evitato i licenziamenti di massa, tutelato i lavoratori maggiormente colpiti rendendo più flessibile lo strumento della cassa-integrazione, esteso gli ammortizzatori ai lavoratori precari e a tanti altri come gli apprendisti, gli interinali». Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Montecitorio. «Il governo ha merito di non aver compiuto l’errore di aumentare il deficit con la spesa pubblica nell’illusione che questo avrebbe fatto ripartire la spesa pubblica – spiega il premier -. L’Italia aveva bisogno di rigore e lo abbiamo fatto tenendo in regola i conti pubblici».
11:19 – Applauso bipartisan per i militari italiani all’estero
Applauso bipartisan dell’Aula della Camera quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ricordato l’impegno dei militari italiani all’estero, definendoli «fiore all’occhiello dell’Italia». L’applauso si è ripetuto, da tutte le parti dell’emiciclo, quando ha ricordato le vittime italiane in Afghanistan.
11:16 – “C’è ancora troppo odio. Andare avanti con saggezza”
«C’è ancora troppo odio, l’Italia è vittima di un passato che non passa». Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento programmatico alla Camera. «È necessario guardare avanti con saggezza e con realismo».
11:13 – “Nel 2008 prima grande riforma voluta dal popolo”
«Con il voto del 2008 ci fu la prima grande riforma voluta e certificata dal popolo nel segno di un bipolarismo maturo, mettendo in archivio le pratiche della vecchia politica» e «gli elettori hanno raccolto e premiato il nostro appello a rendere chiaro il panorama politico». Lo ha detto nel suo intervento alla Camera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi sottolineando come fu positiva «la riduzione drastica della frammentazione politica» che ha segnato «un grande cambiamento»
11:10 – Il premier: “Minoranza deve rispettare legittimità di maggioranza”
La minoranza «deve avere rispetto per la legittimità della maggioranza e del governo». È un passaggio dell’intervento del premier Silvio Berlusconi a Montecitorio.
11:07 – Berlusconi: “Tra Camere e governo no contrapposizioni”
«Signor Presidente e Signori deputati oggi il governo che ho onore di presiedere si rivolge al Parlamento che è il luogo in cui la sovranità popolare trova la sua più alta espressione. I Governi democratici traggono il loro buon agire dal consenso, tra Parlamento e il governo non possono esserci contrapposizioni». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, nel corso del suo intervento in aula alla Camera.
11:00 – Il premier arriva nell’aula di Montecitorio
Sono iniziate nell’Aula della Camera le comunicazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla situazione politica. In Aula c’è il tutto esaurito, così come nelle tribune della stampa e del pubblico. Berlusconi siede tra i ministri Tremonti e Frattini. Davanti a lui c’è il sottosegretario Gianni Letta. Il banco del governo è pieno di ministri e sottosegretari. Come non succedeva da diverso tempo, è affollata la tribuna riservata al corpo diplomatico
10:49 – Via libera del Consiglio alla Decisione di finanza Pubblica
Via libera del Consiglio dei ministri alla Decisione di finanza pubblica (ex Dpef) presentata dal ministro Tremonti che rivede a rialzo la previsione di crescita del Pil per quest’anno: 1,2% dall’1% della precedente stima. Nel 2011 invece il Pil crescerà meno delle ultime previsioni, 1,3% rispetto all’1,5%.
10:43 – Calearo presenta denuncia: “Minacce contro di me”
Massimo Calearo, a poche ore dal suo probabile passaggio dai banchi di opposizione a quelli di maggioranza, rende noto di aver ricevuto «lettere con minacce scritte e via sms che non provengono certamente da persone che hanno votato Pdl e Lega», tutto «materaile al vaglio degli organi competenti». Una pressione, dunque, di cui accusa l’opposizione ma che non è destinata a fargli cambiare idea. «Non cedo a ricatti» e poi «ci sono troppi esaltati in giro per l’Italia».
10:40 – Il compleanno di Berlusconi
Compleanno di “palazzo” per Silvio Berlusconi. Alle prese con i numeri ballerini della sua maggioranza, il premier si presenterà oggi, giorno dei suoi 74 anni, alla Camera per chiedere la fiducia sui 5 punti programmatici del Pdl. Stavolta, quindi, il Cavaliere sacrificherà la famiglia e difficilmente troverà il tempo per spegnere le candeline. Il premier ha iniziato la giornata a palazzo Chigi, dove sta presiedendo il Cdm che autorizzerà il ricorso alla fiducia. In questa occasione non mancherà un brindisi di auguri da parte dei suoi ministri. Già dalla prima mattina Berlusconi ha ricevuto messaggi e telefonate di auguri.
1o:38 – Iniziata la riunione del governo
Il Consiglio dei ministri è iniziato a palazzo Chigi. Lo riferiscono fonti governative. Il premier Silvio Berlusconi è arrivato nella sede del governo qualche minuto dopo le 10.30
10:24 – Luca Barbareschi (Fli): “Ascolterò il premier, poi voterò con coscienza”
Se si votasse ora, prima di ascoltare il discorso di Silvio Berlusconi in Parlamento, «non darei la fiducia». Lo dice Luca Barbareschi, deputato di Futuro e libertà, intervenendo ad “Agorà” su Raitre. «Prima voglio ascoltare cosa dice il premier, poi ci sarà una riunione di Futuro e libertà, infine voterò con coscienza», aggiunge l’esponente finiano.
10:00 – Frattini: “Alla fine il governo ne uscirà rafforzato”
Chiedere la fiducia, da parte di Berlusconi è stata una «scelta limpida e trasparente» perché «si deve decidere se la legislatura va o non va avanti». È l’opinione del ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da “Uno Mattina” poco prima dell’intervento del presidente del Consiglio alla Camera. Frattini ne è convinto: «Voteranno (i cinque punti fondamentali dell’azione di governo, ndr) quelli che l’avevano già votato, e anche alcuni che all’inizio della legislatura non avevano votato a favore». «Alla fine – conclude il ministro – la maggioranza e il governo ne usciranno rafforzati».
09:09 – Cicchitto: “E’ una seconda fiducia”
«Non mi aspetto sorprese. Ascolteremo il dibattito: non è in sé scontato, perchè viene dopo qualche mese di turbolenza quindi è un momento di verifica. È una seconda fiducia, in un certo senso, dopo la prima avvenuta due anni fa sulla base del voto dell’elettorato. Quelle di oggi alla Camera e quella di domani al Senato, non sono due giornate di ordinaria amministrazione in cui tutto è scritto in anticipo». Così Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, commenta la giornata di oggi intervenendo alla “Telefonata” di Maurizio Belpietro, su “Mattino Cinque”.
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E’ il momento della conta in Parlamento per Silvio Berlusconi, che oggi compie 74 anni. Il premier, che ieri ha incassato il «sì» di sette deputati dell’Udc e dell’Api, ha parlato per un’ora alla Camera e poi ha chiesto la fiducia sul suo intervento. Il voto è previsto in serata.
Nel suo discorso il premier ha attaccato i magistrati, chiesto un nuovo scudo per le alte cariche, aperto ai finiani e lanciato un appello ai moderati e alle forze responsabili dell’opposizione per un lavoro comune. Vado avanti, non ci sono alternative a questo governo, no alle elezioni, ha detto in sostenza Berlusconi.
Gianfranco Fini, dopo il discorso del premier, ha incontrato i suoi parlamentari e dato un sostanziale via libera. Per quanto riguarda la giustizia spiega che occorrerà verificare come verranno concretamente tradotte in iniziative legislative le parole del presidente del Consiglio.
Nasce il nuovo partito finiano. Fini, con i gruppi di Futuro e Libertà, ha convocato per martedì deputati, senatori e parlamenari europei «che costituiranno il comitato promotore del nuovo soggetto politico». La notizia è stata accolta da un caloroso applauso dei
finiani.
Il discorso del premier a Montecitorio. «È assoluto interesse del nostro paese non rischiare in un periodo di instabilità una crisi. Occorre fare uno sforzo perchè ciò non accada e moltiplicare l’impegno comune per portare a termine legislatura», ha scandito il premier.
Troppo odio divide il Paese, bisogna ritessere il filo della coesione nazionale. «C’è ancora troppo odio, un odio che può armare la mano dell’eversione. L’Italia è vittima di un passato che non passa», ha detto il presidente del Consiglio, secondo il quale «i segnali si sono intensificati e tutti dobbiamo esserne preoccupati».
La politica ristabilisca il primato sulla giustizia. «L’uso politico della giustizia è stato e continua ad essere un elemento di squilibrio tra ordini e poteri dello Stato ed è dovere della politica ristabilire il primato che le viene, non dai privilegi di casta ma dalla volontà popolare», ha poi affermato il presidente del Consiglio. Quindi Berlusconi ha continuato: «Alla politica spetta di fare le leggi, ai magistrati applicarle». «Intendiamo completare tutti i punti di una riforma complessiva della giustizia sia civile che penale per dare efficienza al servizio ai cittadini affinché sia assicurata parità tra accusa e difesa e affichè in un processo ci sia la tutela per le vittime che la garanzia per gli indagati», ha continuato.
Serve nuovo scudo per alte cariche. «La stessa Corte costituzionale ha riconosciuto» che il «sereno svolgimento delle funzioni delle alte cariche dello Stato» «costituisce un interesse apprezzabile». E questo «può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto», ha inoltre rilevato Berlusconi, che nel suo discorso ha affrontato brevemente il tema dello scudo per le alte cariche.
A proposito del «tema della ragionevole durata dei processi», che rappresenta una «piaga» per troppi cittadini in attesa di un giudizio definitivo, «il governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento dei processi» e la «delega» per la riforma della magistratura ordinaria. In questo contesto «riteniamo indifferibile un ulteriore aumento delle risorse della giustizia».
«Ho sempre sostenuto che ferma restando l’intangibilità del programma di governo tutto si può dibattere e migliorare». È stato un altro passaggio dell’intervento del premier a proposito della nascita del gruppo di Fli.
«Su problemi nuovi o sulla realizzazione del programma è necessario e legittimo il dibattito tra partiti della maggioranza per individuare la strategia più efficace alla risposta dei bisogni e per raccogliere maggiore consenso. La mia indiole personale è da sempre incline alla ricerca soluzioni nel confronto», ha detto ancora il premier.
In questi mesi «si è assistito a critiche aprioristiche al governo e a chi è stato chiamato a guidarlo dalla volontà popolare», ha continuato il presidente del Consiglio. «Uno degli obiettivi più importanti che mi sono posto è stato quello di riunire i moderati italiani in una unica grande forza politica nel nascente bipolarismo».
I finiani non applaudono ma voteranno sì. «Prima ci dobbiamo riunire per decidere, ma mi sembra probabile che voteremo sì alla fiducia». Ad annunciarlò e il finiano Benedetto Della Vedova. «Ora ci riuniremo per fare il punto tutti insieme, non so se ci sarà anche il presidente Fini». I deputati finiani, stretti attorno al capogruppo Italo Bocchino, non hanno però applaudito il premier dopo il suo discorso a Montecitorio. I parlamentari del Pdl, non appena il presidente del Consiglio, finisce il suo intervento nell’Aula di Montecitorio, si alzano invece tutti in piedi tributando al proprio leader una standig ovation.
In tutto, i deputati di Lega e Pdl hanno tributato al Cavaliere una cinquantina di applausi. Finito di parlare Berlusconi è stato circondato da tutti gli esponenti di governo che gli hanno stretto la mano facendogli i complimenti per il discorso e anche gli auguri di compleanno. Con Bossi il saluto del pugno contro pugno ormai caratteristico del leader del Carroccio.
«A lungo termine non regge niente. Non c’è niente di eterno». Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, conversando con i cronisti a Montecitorio, risponde così a chi gli chiede se, dopo il discorso di Berlusconi il governo reggerà.
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Sono durate 54 minuti le comunicazioni del Governo alla Camera da parte del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, concluse con un appello a moderati e riformatori di maggioranza e “anche delle forze di opposizione” a non far mancare il sostegno all’azione riformatrice promessa a nome del Governo da qui alla fine della legislatura.
Il discorso è stato salutato da una standing ovation da parte dei banchi del centrodestra. Nel ringraziare Berlusconi per l’intervento, il Presisdente della Camera Gianfranco Fini ha sospeso la seduta fino alle 12,15 quando avrà inizo la discussione generale alla quale si soni iscritti 27 deputati.
Alle 16 è prevista la replica di Berlusconi. Dalle 19 avrà inizio il voto di fiducia al Governo, autorizzato dal Consiglio dei MInistri. A porre la fiducia dovrà essere lo stesso Premier, dopo aver ascoltato gli interventi dei deputati e le posizioni dei gruppi parlamentari.
A giudizio di Berlusconi “c’è stata un’opposizione spesso preconcetta, che qualche forza politica ha spinto verso un linguaggio pieno di odio. C’è in giro troppo odio, che spesso ha armato la mano dell’eversione. I segnali di intolleranza politica si sono moltiplicati, tutti ne dobbiamo essere consapevoli e preoccupati: è indispensabile riprendere il filo della coesione nazionale”. Dunque, “riparta la legislatura, senza compromessi al ribasso”.
Il premier ha ricordato il discorso di Onna, e ha ripetuto: “Dobbiamo lasciarci alle spalle i residui della guerra fredda che divide il Paese, per schieramenti ideologici e non per legittime contrapposizioni democratiche. Purtroppo non è successo, l’Italia è vittima di un passato che non passa”.
Citando un passaggio di Pietro Calamandrei, il premier ha sottolineato anche l’importanza che la minoranza abbia “rispetto per la legittimità costituzionale della maggioranza e del governo”. Insomma, bisogna “guardare avanti con saggezza e realismo” e “a questo fine mi soffermerò su principali obiettivi legislatura, e lo farò senza eludere i nodi politici, senza esimermi dall’affrontare le ragioni che hanno portato alla lesione della maggioranza”.
Passando alla crisi economica nel suo intervento alla Camera, Berlusconi ha affermato che il nostro Paese l’ha affrontata meglio di altri, non solo grazie al governo ma anche al ‘modello’ Italia.
“Avevamo avvertito – ha detto – che si annunciavano tempi difficili per l’economia, non ci siamo trovati impreparati di fronte al precipitare crisi, ma nessuno poteva pensare sarebbe stata così grave e profonda. L’Italia pur partendo da difficoltà, ha affrontato crisi con misure giudicate positivamente, posso dire che ha affrontato la crisi meglio di altri, non solo per merito del governo ma anche del modello italiano fondato sulle piccole e medie imprese, sul risparmio delle famiglie e su un sistema bancario solido grazie alla propensione al risparmio. Il Governo ha avuto il merito di aver sostenuto questa realtà e non commesso l’errore di aumentare il deficit, nell’illusione che l’aumento della domanda avrebbe fatto ripartire economia”.
Berlusconi ha poi ribadito che la “riforma della giustizia è la priorità del paese”. “L’uso politico della giustizia è un elemento di squilibrio tra ordini e poteri dello Stato ed è dovere della politica ristabilire il primato che viene non da privilegi di casta ma dalla volontà popolare”.
“In ottemperanza al programma – ha aggiunto – intendiamo completare gli altri punti”, per cui il governo procederà a una “riforma complessiva della giustizia, con l’obiettivo di rendere più efficiente e effettivo l’articolo 111 della Costituzione, affinché nel processo sia assicurata la parità tra accusa e difesa, a tutela delle vittime e a garanzia degli indagati”.
“La durata dei processi, che per la loro lentezza rappresentano una delle piaghe della giustizia italiana sofferta da tanti cittadini (ci sono 9 milioni di processi pendenti e l’Italia è il Paese più condannato) sono un macigno che dovremmo tutti voler rimuovere”.
Il Premier ha annunciato “un piano straordinario per lo smaltimento delle cause civili pendenti, la delega sul rito dei processi civili” oltre alla riforma della magistratura ordinaria e delle professioni. Anche per questo è indifferibile un ulteriore aumento delle risorse per la giustizia”.
Durante il discorso alla Camera ha accennato al Lodo Alfano e ha sottolineato come “la Consulta ha riconosciuto che il sereno svolgimento” delle funzioni delle alte cariche dello Stato “costituisce un interesse apprezzabile che può essere tutelato in armonia con i pilastri” della Costituzione.
Ennesimo riferimento anche alla necessità di ridurre le tasse. “L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale rimasto invariato nelle sue parte fondamentali, fin dalla riforma dei primi anni 70, tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire entro la legislatura al varo di norme con revisione su famiglie lavoro, ricerca”.
Il dibattito è “legittimo” perché il confronto aiuta ad affrontare i problemi, soprattutto quelli nuovi che si pongono, ma “è indubbio che negli scorsi mesi la dialettica interna” alla maggioranza “ha superato i limiti fisiologici del confronto” e “si è assistito a critiche aprioristiche al governo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento a Montecitorio, in cui ha affrontato le ragioni dei problemi interni alla maggioranza e ha sottolineato la sua “amarezza” per quanto accaduto.
“Siamo convinti – ha sottolineato – che il governo in questi anni ha lavorato sodo e con risultati positivi. Perché allora sono sorte in maggioranza distinzioni e divergenze che hanno portato all’uscita di alcuni parlamentari dal Pdl e alla formazione di un nuovo gruppo?”.
Al di là del programma “tutto si può dibattere – ha sottolineato Berlusconi – e il governo dopo le elezioni si può trovare alle prese con problemi nuovi come quelli scatenati dalla crisi che può portare a scelte nuove. Su problemi nuovi ci può essere legittimo dibattito, la discussione può servire a mettere a punto risposte ai bisogni. La mia indole è aperta alla ricerca delle soluzioni migliori attraverso contributi diversi. Ma è indubbio che negli scorsi mesi la dialettica interna ha superato i limiti fisiologici del confronto sulle idee, si è assistito a critiche aprioristiche al governo”.
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Intanto poco prima il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, ospite di buon mattino di Maurizio Belpietro sub Canale 5 per la sua ‘Telefonata’, si era così espresso: “Noi non ci aspettiamo sorprese, la scelta per un voto di fiducia è stato un gesto di chiarezza che mi pare sia stato da tutti apprezzato”. “se da domani si ricomincia con la rissa continua non c’e’ altra soluzione” al voto anticipato, dice commentando la convinzione di Roberto Calderoli che elezioni a breve abbiano una probabilità del 75%.
“Non mi aspetto sorprese – dice fra l’altro Cicchitto sul dibattito di oggi- ascolteremo con attenzione il dibattito: in sè non è in se’ scontato”. Anche perchè di fatto quella che il Premier chiederà oggi e domani in Parlamento “è una seconda fiducia”, dopo la prima di due anni fa all’indomani del successo elettorale del centrodestra.
“Sono abituato a fare i conti – dice prudente Cicchitto sui numeri su cui oggi la maggioranza può conrtare alla Camera- nel momento stesso in cui i parlamentari votano. Diversamente da altri, non mi sono mai impiccato a un numero preciso. Il problema nella dialettica parlamentare non dipende da un voto, dipende da molti voti”. In ogni caso, obiettivo di Berlusconi e del Pdl dopo la rottura con Fini e la nascita di Fli, è di puntare “a raccogliere un consenso che vada oltre il voto sulla fiducia” per “evitare un’azione di logoramento” e che “già il giorno dopo del voto del Parlamento, si ricominci con polemiche corrosive”. E “questo richiede un chiarimento politico che verificheremo nei comportamenti concreti da domani in poi.