ROMA (WSI) – Mistero a Wall Street sul flash crash che ha colpito improvvisamente il titolo Apple, durante le contrattazioni di Wall Street. Si parla di un enorme ordine di vendita, di un valore superiore ai $100 milioni.
Successivamente le quotazioni di Apple sono tornate a salire. Il sospetto è che l’investitore Carl Icahn stia iniziando a vendere Apple.
Eppure non è passato ancora un mese da quando, lo scorso 18 maggio, Carl Icahn scrisse una lettera all’amministratore delegato del colosso, Tim Cook, affermando che a suo avviso il titolo Apple era “drammaticamente sottovalutato” (un mese fa il titolo era scambiato attorno a $129, ieri a), alzando il target price a $240.
Icahn aveva motivato il proprio ottimismo con l’ingresso della società nel mercato televisivo e automobilistico.
Lo stesso investitore ha però giorni fa mostrato preoccupazioni riguardo alla stabilità del mercato azionario, in un’intervista rilasciata a Fox Business Network, affermando che, “nel mantenere i tassi di interesse così bassi, si sono create bolle di cui non si è neanche consapevoli”.
Detto questo, il target price su Apple è stato lasciato invariato. Un’analisi mette in rilievo comunque che, durante la crisi finanziaria, lo S&P 500 scese -48,4% dal 1° ottobre del 2007 al 31 marzo del 2009, a fronte di una flessione -32,8% di Apple. Certo il titolo fece meglio del mercato, ma comunque perse quasi un terzo del suo lavoro.
Ma non fu sempre così. Durante la recessione del 2002, lo S&P 500 scese -29,4%, ma il titolo Apple fece peggio, calando -37,8%. E peggio fu durante l’esplosione della bolla dot-com, quando nel periodo compreso tra l’aprile del 2000 e l’ottobre del 2001 lo S&P 500 scese -30,9%, e le quotazioni di Apple crollano -76,7%.
(Lna)