ROMA (WSI) – Se c’è un parametro capace di misurare le condizioni di salute dell’economia reale, questo è sicuramente il trend dei trasporti di merci. E, almeno negli Stati Uniti, l’indice relativo, il Cass Freight Index, mostra come, nel mese di ottobre, le consegne di merci nel Nord America siano scese su base annua del 5,3%, scivolando al livello più basso dal 2011. Questo, dopo aver sofferto il settembre peggiore dal 2010.
A eccezione di gennaio e febbraio, l’indice ha sofferto ribassi su base annua ogni mese, nel corso del 2015. Cass, la società che stila l’indicatore, ha così commentato:
I livelli delle scorte rimangono un problema, in un contesto in cui la Federal Reserve sta sempre più alludendo a un aumento dei tassi di interesse a dicembre. La combinazione tra i livelli record di scorte e l’aumento dei tassi provocherà un incremento significativo dei costi di trasporto. E tutto ciò si tradurrà molto probabilmente in una crisi molto simile a quelle che abbiamo visto nel 2009 e 2010.
Insomma, si teme che il mix tra l’adozione della prima manovra restrittiva da parte della Fed, nel mese di dicembre, e le condizioni preoccupanti in cui versano le consegne di merci, avrà un impatto micidiale sui fondamentali dell’economia.
Ancora, sulle flessioni di ottobre, Cass fa notare:
Il ribasso di questo mese è stato molto più netto che negli ultimi anni e la flessione può essere direttamente collegata ai cali delle importazioni e delle esportazioni, così come anche a livelli domestici di produzione manifatturiera che sono stati ridotti. Le aziende, oppresse dalla forte crescita delle scorte, e caute a causa di un possibile aumento dei tassi di interesse da parte della Fed, hanno ridotto i nuovi ordini, negli ultimi tre-quattro mesi. Ciò si sta traducendo in un calo dei volumi di importazione, in minori merci che vengono consegnate e in un quadro della produzione industriale incerto. Con il dollaro che si rafforza ancora, la crescita delle esportazioni ha poi rallentato il passo nel terzo trimestre.
L’indice compilato da Cass ha una copertura ampia, in quanto include i dati sulle consegne di tutti i tipi di aziende, a prescidendere dai mezzi di trasporto a cui ricorrono, che possono essere autocarri e treni merci. Ma non copre comunque i trasporti delle materie prime più importanti, come petrolio, grano, carbone. L’indicatore si basa – come afferma la stessa società – “su transazioni di mercati del valore di $26 miliardi che vengono studiate da Cass su base annua, per conto della sua base di clienti, formata da centinaia di grande aziende attive nel ramo della consegna”. E tali clienti appartengono a tutti i tipi di settori: auto, alimentare, chimico, attrezzature pesanti e retail.
Il rallentamento delle consegne è un elemento inquietante e per certi versi inspiegabile, soprattutto se si considera che avviene in un contesto reduce da politiche monetarie espansive, mai adottate in precedenza nella storia. Nonostante ben sette anni di enormi stimoli fiscali e monetari, la verità è che i fondamentali dell’economia globali si stanno deteriorando. Le testimonianze di imprenditori attivi nel comparto delle consegne non mancano:
Sono proprietario di 15 autocarri che consegnano tutti i tipi di merci, e vi posso dire che il business va estremamente a rilento. Questa dovrebbe essere la nostra stagione più alta, (riferendosi al quarto trimestre dell’anno), ma sembra di essere a gennaio. Con il prezzo dei diesel basso e i minori trasporti di merci, le tariffe per i carichi sono scese in modo significativo. Allo stesso tempo, i costi assicurativi salgono ogni anno. Ho parlato con diversi intermediari di merci e anche loro dicono la stessa cosa.
Ancora, l’Associazione americana delle Ferrovie ha reso noto che a ottobre il traffico è sceso del 4,3% rispetto ai livelli del 2014. In più il ‘carload traffic’ – ovvero il traffico della maggior parte di commodities, come carbone, prodotti agricoli e minerali diversi dai metalli, che avviene con vagoni merci – ha subito a ottobre un crollo -20,7% su base mensile. Sempre su base mensile il traffico intermodale – che include diversi beni, che vanno dalle biciclette alle componenti di auto, dai tagliaerbe ai giocattoli e ai computer, in uno specifico contenitore (container) o meglio Unità di Trasporto Intermodale (UTI) – è scivolato del 20,3%.
Le ferrovie sono state colpite in modo particolarmente duro dal rapido calo delle materie prime industriali, provocato a sua volta dalla flessione della produzione industriale.
Cass ha infine affermato che la crescita del Pil Usa relativa al terzo trimestre “è stata indicativa degli ostacoli a cui fa fronte l’economia”. Tra questi, il rafforzamento del dollaro e il rallentamento dell’economia globale.