Sono tanti gli strumenti disponibili per gestire al meglio la fase della successione aziendale. Abbiamo approfondito il tema nell’intervista al dottore commercialista Andrea Vasapolli
Utilizzare al meglio gli strumenti disponibili è fondamentale per gestire correttamente il passaggio generazionale. Ne abbiamo parlato con Andrea Vasapolli, commercialista, senior partner dello studio Vasapolli & Associati.
Quali strumenti offre l’Italia per la gestione del passaggio generazionale?
Gli strumenti giuridici che il nostro ordinamento ci mette a disposizione per pianificare il passaggio generazionale sono molteplici, si può dire che vanno dal testamento ai trust, passando per le varie modalità di donazione ivi compreso il patto di famiglia, le differenti tipologie di società che è possibile impiegare con funzione di holding o di cassaforte di famiglia tra le quali le società semplici, le molteplici regole di governance che è possibile adottare, le polizze vita, e così via. Spesso le soluzioni che meglio soddisfano le esigenze specifiche sono quelle che utilizzano un mix, di volta in volta variamente composto, di tali strumenti.
Di quelli che ha elencato qual è, secondo lei, lo strumento più importante?
Non c’è uno strumento più importante degli altri non esistendo una soluzione standard che vada bene per tutti; ciò in quanto ogni caso è profondamente diverso per innumerevoli fattori, quali la composizione del patrimonio, le specifiche esigenze del singolo nucleo familiare, come esso è formato, la cultura della famiglia, dell’impresa e del soggetto che vuole pianificare il passaggio generazionale, la prospettiva temporale nella quale tale pianificazione si pone, e così via. Se però vogliamo evidenziare i due strumenti più duttili, certamente lo sono la società semplice e il trust.
E quello che secondo lei viene sfruttato meno, è meno conosciuto ma ha un grande potenziale?
Il trust non è ancora diventato uno strumento giuridico diffuso anche se sta avendo sempre maggiore successo. Di tutti è lo strumento in assoluto più duttile, che assomma molteplici ragioni di interesse e che consente di soddisfare moltissime esigenze di pianificazione patrimoniale e successoria che nessun altro strumento consente di soddisfare con pari efficacia. Al tempo stesso è lo strumento giuridico più complesso, richiede lunghi anni di studio e ad oggi solo pochi professionisti sono in grado di utilizzarlo con la dovuta competenza.
Come funziona in altri Paesi e l’Italia com’è rispetto agli altri?
In molti altri Paesi, soprattutto in Paesi di common law, la cultura della pianificazione patrimoniale e del passaggio generazionale è più diffusa che da noi. Si apprezza maggiormente il valore che una corretta pianificazione è in grado di creare e le problematiche che è in grado di prevenire. Non da ultimo, infine, e questo avviene soprattutto con l’utilizzo del trust, si attribuisce adeguata importanza al valore rappresentato dal mantenere unitario il patrimonio, evitando che si frantumi sempre di più ad ogni passaggio generazionale.
Si parla in generale di wealth planning, pianificare, gestire e trasmettere agli eredi un patrimonio, non è una cosa semplice. Ci spiega di cosa si tratta e come ci si deve muovere?
Wealth planning è un termine inglese che racchiude tre concetti, realizzare un’efficiente intestazione del patrimonio, pianificare correttamente il passaggio generazionale e proteggere il patrimonio, o parte di esso, dai ‘rischi della vita’. Occuparsi di wealth planning è una delle attività più complesse che un professionista può affrontare in quanto richiede approfondite competenze interdisciplinari e una lunga pratica professionale.
Bisogna studiare in modo approfondito il diritto successorio e quello societario, molteplici e differenziati istituti giuridici, il diritto tributario sia delle imposte sul reddito sia delle imposte indirette, molti profili di fiscalità internazionale, e così via. È necessario individuare un professionista che si occupi in modo specialistico di wealth planning e con lui studiare le soluzioni specifiche che si adattano al proprio caso, sapendo che pianificare si può, farlo bene richiede tempo.