Mercati

Il momento migliore per vendere opzioni

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ROMA (WSI) – I mercati sono un luogo dove è più importante avere un quadro della situazione generale piuttosto che capire il perché certe cose accadono e cercare di trovare risposte razionali a qualcosa che di razionale spesso ha pochissimo.

Se il mercato fosse razionale, sarebbe prevedibile e se fosse prevedibile, non sarebbe remunerativo.

Perciò, senza chiederci come mai tutto ciò è avvenuto, prendiamo atto che finalmente abbiamo avuto un po’ di movimento su tutte le principali piazze.
Con la chiusura dei mercati venerdì 13 dicembre, l’S&P 500 ha registrato una delle peggiori performance da un po’ di tempo a questa parte (-1,7% da inizio settimana).

Non molto diverse le performance di Nasdaq (-1,5%), Russell 2000 (-2,3%) e Dow Jones (-1,6%).

L’SP500 si è appoggiato al livello di supporto attorno a quota 1780 punti, che per ora sembra essere in grado di resistere.

La volatilità implicita ha reagito di conseguenza e il VIX ha guadagnato oltre il 14% chiudendo la settimana a 15.76 punti percentuali.

L’outlook è parzialmente cambiato, il trend si è indebolito e un nuovo ritracciamento si fa sempre più probabile.

I segnali sono misti. Gli indicatori di momentum sono in fase d’ipervenduto, mentre le volatilità sulle opzioni con scadenza gennaio rimangono piuttosto contenute.

Sembra che gli operatori non si aspettino grossi movimenti per la fine dell’anno e che il classico rally di Natale potrebbe ripresentarsi puntuale anche questa volta.

Queste fasi, dal punto di vista del trader in opzioni, sono particolarmente interessanti. Le opzioni sono leggermente più care, ma il mercato resta sostanzialmente rialzista. Il momento dell’anno è statisticamente noto per essere il più tranquillo dell’anno.

Queste sono occasioni in cui il trader in opzioni può valutare strategie non direzionali e godere del decadimento temporale delle opzioni vendute.

La vendita di call e put out of the money può essere la giusta strategia per sfruttare al meglio il passaggio del tempo ed eventuali oscillazioni nella volatilità implicita.

Tra i settori industriali dell’S&P 500, gli energetici sono i più sotto pressione. L’andamento del settore è ben rappresentato dall’ETF XLE, di cui potete vedere il grafico nell’immagine.

A parte Exxon, che gode ancora dell’entrata di Buffet, tutti gli altri titoli del settore sono in difficoltà.

Chevron, Schlumberger, Occidental Petroleum, EOG Resources, solo per citare i più importanti in termini di capitalizzazione, sono in fase ribassista, con prezzi sotto le medie 30 e 10 periodi.

Anadarko ha ricevuto un duro colpo venerdì 13 (e in America venerdì 13 non porta bene). Ha perso il 6,4% per una probabile causa legale con risarcimento danni per 14 miliardi di dollari.

Questi sono titoli da poter tenere d’occhio per possibili ingressi sempre al ribasso con strategie da valutare titolo per titolo.

L’autore Alessandro De Angelis è analista di Professioni e Opzioni e collabora come Autore con TRADERS’ Magazine Italia

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Traders’ Magazine – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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