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Il Pd perde consensi, escalation tensioni interne. Al voto è boom per Lega e M5S

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ROMA (WSI) – Di primo acchito, si potrebbe dire che il Partito Democratico ha vinto in questa tornata di elezioni regionali e amministrative. D’altronde il Pd, nella battaglia tra centrosinistra e centrodestra, ha portato a casa il risultato di 5 a 2.

Per la precisione, il Pd si è assicurato il voto in Toscana, Marche, Puglia, Campania, Umbria.

Ma non basta molto per capire che il partito ha invece subito un duro colpo. Certo, il Pd si è confermato il primo partito con il 23,7% dei voti. Ma è un forte scivolone rispetto al 41% delle europee.

Secondo partito è Movimento 5 Stelle, con il 18%, si riprende proprio dopo le europee, in cui aveva perso colpi. Dal quadro che esamina i risultati ancora parziali del voto, si mette in evidenza la crisi di Forza Italia e, oltre alla ripresa del M5S, il boom della Lega Nord di Matteo Salvini, che è terzo partito con il 12,5%.:

Forza italia è al 10,7%, Fratelli d’Italia al 4,2%, Area popolare al 3,5%.

Vittoria piena all’astensione: vota appena un elettore su due con l’affluenza che si ferma al 52%. Alle urne si è recato solo il 50,6% degli aventi diritto, il 10,2% in meno delle precedenti consultazioni regionali.

Il vicesegretario del Pd Guerini, vicesegretario dei democratici, prova a minimizzare il risultato per il Pd e, stando a quanto riporta La Repubblica, afferma che: “rispetto al passato, oggi, nelle regioni che sono andate al voto da quando è in campo la segreteria Renzi, avremmo 10 governatori di centrosinistra e solo due di centrodestra”.

Tuttavia si parla di imminente rimpasto ai vertici del Pd, e si fanno a tal proposito i nomi di Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Forte – come racconta il retroscena di Repubblica sul quotidiano – è l’ira del premier nei confronti della minoranza interna.

“Purtroppo in Liguria si è verificato quello che temevo – dice ai suoi fedelissimi – la sinistra masochista è riuscita a far vincere gli avversari. Ma se quella regione doveva essere un laboratorio per la nuova “Cosa rossa”, l’esperimento è fallito: sulla protesta Grillo è più credibile di loro. E spaccando il Pd fanno rinascere Berlusconi”.

Ai democratici arriva la critica a caldo di Sergio Cofferati: “Il Pd ha fatto tutto da solo”.

Mentre è convinto del fatto suo Luca Pastorino candidato della sinistra appoggiato da ex esponenti Pd, che ai microfoni, commentandoi risultati delle elezioni regionali in Liguria, regione persa dal centrosinistra a vantaggio del centrodestra di Toti, sottolinea: “Siamo usciti dal Pd e lavoriamo a costruire un nuovo partito di sinistra. In Liguria abbiamo ottenuto un risultato molto importante”.

“Noi siamo stati denigrati in vari modi e liquidati con un tweet da Renzi: questo è il risultato, il pessimo risultato della Paita. Noi ripartiamo dal 10%” .

Intanto parla il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini in una conferenza stampa al Nazareno. “Questo risultato rafforza la nostra volontà di cambiare il Paese. Siamo qui per cambiare l’Italia e per farlo con determinazione. Si discute ma poi si decide. Nel confronto interno al Pd non ci siamo mai sottratti: abbiamo tenuto decine di direzioni”. Nella stessa conferenza stampa la vice segretaria Debora Serracchiani: “La sinistra che vuole cambiare il Paese sta con il Pd, l’altra non vuole farlo”, sottolineando. “che tutti i candidati del Pd erano all’altezza” delle sfide.

IL SUCCESSO DEI PARTITI A LIVELLO REGIONALE

Il successo del Carroccio si conferma in Veneto, regione in cui ottiene il 17% a cui si somma il 24% della lista Zaia: in Liguria prende il 20%, in Toscana il 16%, in Umbria il 14%, nelle Marche il 13%.

Sotto Roma la situazione cambia: La Lega fa appena il 2% in Puglia e non si è presentata in Campania.

Il Pd è al 46% in Toscana, al 35% nelle Marche e in Umbria, al 27% in Liguria, al 20% in Campania e in Puglia (la lista Emiliano è però quasi al 9%), al 16% in Veneto.

Il Movimento 5 Stelle è al 22% in Liguria, al 19% nelle Marche, al 18% in Campania, al 16% in Puglia, al 15% in Toscana, al 14% in Umbria e al 10% in Veneto.

Crisi Forza Italia, sotto il 10% in Veneto, Umbria, Toscana e Marche. In Campania è al 18%, in Liguria intorno al 13%, in Puglia al 10,8%. Risultato ad una cifra in Veneto (5,7%), Umbria e Toscana (8,5%), Marche (9,4%).

Fratelli d’Italia supera il 6% in Umbria e Marche, sfiorando il 5% in Campania.

In Puglia il derby tra Francesco Schittulli (Fitto-Fdi) e Adriana Poli Bortone (Fi-Lega-Pli) vede vincitore il primo (18% contro 14%) ma Forza Italia con il 10,8% supera la lista Fitto ferma al 9,52%.

CENTRODESTRA STRAPPA LIGURIA AL PD

La sorpresa è in Liguria, dove vince il candidato del centrodestra Giovanni Toti. Toti ha vinto con il 34,5% dei voti, staccando di quasi 8 punti percentuali la candidata del Pd, la renziana Raffaella Paita, che ha raccolto solo il 27,9% dei consensi, seguita dalla candidata del Movimento 5 Stelle, Alice Salvatore, con il 24,8% dei voti.

A pesare nel risultato elettorale sono state soprattutto la tensione all’interno del centrosinistra, con il candidato di Rete a Sinistra, l’ex deputato del Pd, Luca Pastorino, che si è attestato al 9,2% delle preferenze e la bassissima affluenza.

PD, DOVE VINCE

Si profilano le vittorie del Pd in Toscana (con Enrico Rossi intorno al 47%), in Puglia (con Michele Emiliano al 44,5%) e nelle Marche (con Luca Ceriscioli al 39%).

Pd avanti anche in Campania con Vincenzo De Luca che, nonostante la vicenda “impresentabili” si attesta intorno al 42,2% mentre l’uscente Stefano Caldoro, sostenuto dal centrodestra, è al 35%.

ZAIA STRAVINCE IN VENETO, BOOM LEGA

Luca Zaia vola verso una sicura vittoria con il 45,2% delle preferenze mentre Alessandra Moretti si fermerebbe al 26,6%. Al terzo posto si collocherebbe Flavio Tosi, il candidato ex leghista, con un 13,9%.

Gongola Matteo Salvini, leader della Lega: “Queste elezioni regionali e locali hanno un valore nazionale”. afferma intervistato da Agorà su Rai Tre. “In alcuni casi la Lega triplica e quadruplica la sua presenza. In Toscana siamo ora al 16%. Dal voto di oggi esce dalle urne un’alternativa al renzismo. I numeri ci dicono che dobbiamo sfidare e possiamo battere Renzi. In Liguria se fossimo andati da soli avremmo ottenuto un grande risultato ma ho preferito fare un passo indietro per vincere le elezioni”.