ROMA (WSI) – Continua il pressing del Pdl dopo la condanna in Cassazione di Berlusconi nel processo Mediaset. Bondi evoca il rischio di una guerra civile. Dura reazione del Quirinale: dichiarazioni irresponsabili. In precedenza critiche erano giunte anche dal Pd: siamo all’eversione. In serata l’invito del premier Letta: no ricatti a Napolitano. E Lupi dichiara che per ‘evitare strumentalizzazioni domani i ministri non saranno alla manifestazione del Pdl. Infine Maroni: e questa sarebbe una maggioranza di governo? Letta go home, elezioni subito.
Asse Letta-Napolitano. Monito premier a Pdl sulla piazza – Ci sono ancora margini per evitare una crisi, ma bisogna mantenere nervi saldi e spegnere sul nascere inutili provocazioni che rischiano di far precipitare la situazione. Giorgio Napolitano ed Enrico Letta sperano ancora di poter salvare governo e maggioranza. Anche usando parole dure. Ecco spiegata la veemente reazione del Quirinale, che bolla come “irresponsabile” l’uscita di Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, che agita lo spauracchio di una “guerra civile” se non verrà garantita “l’agibilità politica” di Silvio Berlusconi.
Lo stesso motivo spinge palazzo Chigi a far trapelare l’insofferenza di Letta per i tentativi di coinvolgere il capo dello Stato: “Si tenga fuori il Quirinale e la si smetta di tirarlo in ballo in modo improprio e ricattatorio”, avverte il premier, che aggiunge: “Ascolterò con attenzione i contenuti e i toni dei discorsi di domani alla manifestazione” del Pdl. Come a dire: niente ulteriori provocazioni, non alzate ancora i toni o la corda potrebbe spezzarsi. Ma della strategia concordata al telefono da Napolitano e Letta fa parte anche una buona dose di sangue freddo. Per questa ragione presidente della Repubblica e capo del governo evitano di incontrarsi.
L’idea di un colloquio al Colle, reso possibile dal rientro di Napolitano dalla montagna, viene accantonata proprio per evitare di dare l’impressione di un clima “emergenziale”. La stessa ragione che spinge il capo del governo a non cambiare agenda: parte per Pisa per il fine settimana e conferma gli impegni di lunedì: incontro con Visco e Saccomanni e visita istituzionale a Bolzano. La partita, spiegano fonti della maggioranza, più che sulla grazia – strada che al momento appare preclusa viste le perplessita’ del Colle dove tra l’altro si fa notare come nessuno l’abbia richiesta formalmente – è sulle condizioni a cui sarà costretto Berlusconi durante il periodo in cui sconterà la condanna: il Pdl preme affinché la sua libertà, non solo personale ma anche politica, sia limitata il meno possibile, compatibilmente con il regime a cui sarà sottoposto. Solo così potrebbe restare leader della nascitura Forza Italia. E di questa partita fa parte il tentativo dei berlusconiani di dimostrare che la legge Severino non è applicabile nel caso del Cavaliere.
Pdl in piazza senza ministri – In questo clima torrido che si prepara la manifestazione del Pdl di domenica davanti a Palazzo Grazioli dove nel pomeriggio tornerà Silvio Berlusconi. Per il Cavaliere solo poche ore per di relax lontano da Roma. Berlusconi infatti ha lasciato nella mattina di sabato la Capitale con sua figlia Marina per tornare nel pomeriggio di domenica a prendere parte alla manifestazione davanti a palazzo Grazioli a cui sarà presente tutto lo stato maggiore del partito, ma nessun ministro, come ha precisato in serata Maurizio Lupi.
Nell’attesa, a tenere banco ci ha pensato Sandro Bondi che ha invitato a trovare ”una soluzione politica” per il Cavaliere altrimenti il rischio è quello di una ”guerra civile”. Parole che innescano un duro botta e risposta con il Quirinale. La partecipazione di Berlusconi, raccontano, è stata in dubbio fino alla fine. Le colombe pidielline gli consigliavano di non esserci per evitare di alzare la tensione. E poi, c’era anche il rischio di un flop di presenza: organizzare pullman da tutta Italia in pochissimo tempo ed nel week end dell’esodo di agosto non è stata cosa semplice per i dirigenti di via dell’Umiltà.
Ma d’altronde una manifestazione davanti a palazzo Grazioli senza la presenza dell’ex capo del governo avrebbe avuto poco senso. Ecco dunque la decisione dell’ex premier, salvo cambi di programma, di prendere parte alla kermesse nonostante il rischio di essere contestato dal Popolo Viola che ha annunciato la presenza a via del Plebiscito. La decisione di scendere in piazza a sostegno dell’ex capo del governo rappresenta, nella strategia pidiellina, un ulteriore strumento di pressione funzionale al tentativo di instaurare una trattativa sul futuro dell’ex capo del governo.
A via del Plescito sanno bene che difficilmente il Capo dello Stato concederà la grazia al Cavaliere, ma questo non vuol dire non poter aprire una discussione sul resto e cioè il capitolo incandidabilità e le modalità in cui Berlusconi dovrà scontare la condanna per frode fiscale. Una partita complessa che apre diversi scenari ed è per questo che Berlusconi tiene aperta ogni strada come quella di far precipitare gli eventi e consegnare a sua figlia Marina, la staffetta della leadership.
“O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti”. Così Sandro Bondi (Pdl).
Interpellati sulle dichiarazioni odierne di Sandro Bondi che, tra le altre cose, ha evocato il rischio di una “guerra civile” dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale le definiscono “dichiarazioni irresponsabili”.
“Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale. E non accetto di essere indicato come un irresponsabile. I veri irresponsabili sono quelli che hanno fatto precipitare la situazione fino a questo punto”. Lo afferma in una dura replica il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi.
“So di essere una persona responsabile e ho sempre ricercato e ricerco nel mio impegno politico il confronto, la collaborazione, la conciliazione e il bene del nostro Paese. Questa mia indole tuttavia – osserva – non mi impedisce di esprimere liberamente le mie opinioni personali sulla storia d’Italia e sul rischio che, dopo la sentenza della Cassazione, in assenza di una soluzione politica che restituisca la libertà personale e l’agibilità politica al leader del più importante movimento politico italiano, tutto possa precipitare verso una nuova forma di strisciante guerra civile, che come tutti coloro che non sono ipocriti sanno è un tratto caratterizzante della storia d’Italia, dal dopoguerra in poi”.
“La richiesta di grazia di ieri è un’irricevibile provocazione, quella di mettere sotto controllo politico la magistratura è altrettanto irricevibile e le parole di questa mattina di Bondi sono al limite dell’eversivo. Abbiamo davanti due scenari: o il Pdl ritorna nell’alveo della normalità democratica, oppure i suoi ministri che hanno minacciato dimissioni siano conseguenti e si dimettano”. Così Stefano Fassina, viceministro dell’Economia ed esponente del Pd, ai microfoni di Sky Tg24.
“Qualcuno chiami un medico per Sandro Bondi che evoca la guerra civile: si tratta di un evidente caso di colpo di sole. Si rintracci lo stesso dottore che calmava Bossi quando parlava di dieci milioni di fucili pronti ad attaccare dalle Alpi”. Lo dichiara Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico.
Silvio Berlusconi ha lasciato la sua residenza romana, Palazzo Grazioli. Con lui la figlia Marina.
Consegnato a Digos Roma passaporto Berlusconi – E’ stato consegnato alla Digos di Roma il passaporto di Silvio Berlusconi, come previsto dopo l’emissione del decreto di esecuzione della pena nei confronti dell’ex-premier per il caso Mediaset. A disporre la revoca del passaporto era stata la Questura di Milano e, secondo la procedura, il provvedimento è stato eseguito dalla Digos della Questura di Roma. A ritirare il passaporto e’ stata la Digos di Roma perche’ l’ex premier ha da qualche tempo eletto la propria residenza nella Capitale. Berlusconi avrebbe quindi anche firmato il decreto di revoca del documento.
Nuti (M5S), nessuna apertura a governo con Pd – “Dopo il titolo falso di Repubblica di più di un mese fa su una cosa mai detta, oggi viene scritto di una nostra apertura al Pd ovviamente falsa. Lo abbiamo detto più volte: il Pd è il Pdl e con il Pd mai”. E’ quanto scrive il capogruppo del M5S, Riccardo Nuti, sul suo profilo facebook.
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E’ stato notificato a Roma dai carabinieri il decreto di esecuzione pena, con sospensione, per la vicenda Mediaset a Silvio Berlusconi. La notizia ha trovato conferma in ambienti giudiziari. L’ex premier avrà tempo fino a metà ottobre per chiedere misure alternative al carcere. La Questura di Milano, come è previsto dopo l’emissione del decreto di esecuzione della pena nei confronti di Silvio Berlusconi per il caso Mediaset, ha disposto la revoca del passaporto per l’ex premier.
Come prevede la procedura, il provvedimento sarà eseguito dalla Questura di Roma perché l’ex premier ha da qualche tempo eletto la propria residenza nella Capitale. Il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l’ordine di esecuzione con sospensione della pena per Silvio Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset. Da quanto si è saputo, la Procura ha affidato l’ordine di esecuzione della pena con sospensione, e dunque con la possibilità di richiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali o la detenzione domiciliare, ai carabinieri per la notifica dell’atto al Cavaliere.
Al momento non si sa se la notifica sia già avvenuta o meno. L’estratto esecutivo della sentenza della Cassazione che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi è arrivata al presidente del Senato Renato Grasso che l’ha subito trasmessa al presidente della giunta delle immunità Dario Stefano.
“Noi abbiamo solo un’idea” su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, “mi fa un po’ effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi”. Cosi’ la deputata Daniela Santanchè risponde a chi gli chiede se il Pdl intenda chieder la grazia al capo dello Stato per Silvio Berlusconi.
Epifani, grazia? Da Pdl pressione indebita – ”Dal Pdl arrivano ricette inquietanti: chiedere al presidente della Repubblica una cosa come la grazia e tirare in mezzo Napolitano è una pressione indebita”. Così il segretario del Pd Guglielmo Epifani, alla festa regionale del Pd dell’Emilia Romagna di Casalgrande. ”Una riforma della giustizia come vorrebbero loro se la scordano: vogliono piegare a loro uso e consumo scelte che nè questo governo nè noi vogliamo fare” ha anche detto Epifani . Eppoi: ”Il Pdl vuole buttare su di noi la responsabilità della rottura del patto di governo che invece vogliono fare loro: noi dobbiamo stare fermi a quanto abbiamo detto e prepararci a tutto”. ”Non ci facciamo trascinare nella rissa e rispondiamo colpo su colpo se si supererà la soglia”.
Berlusconi: ‘Riformare la giustizia o si vota’ – Non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni”. Ha affermato Silvio Berlusconi nel corso della riunione dei gruppi del Pdl dove è stato accolto da un lungo applauso e da cori ‘Silvio Silvio’. ‘Dobbiamo chiedere al più presto le elezioni per vincere. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo’.
‘La sentenza di ieri si basa sul nulla, sul fatto che non potevo non sapere’, ha detto Berlusconi spiegando che ‘L’unica nostra colpa è non aver mai preso il 51% e questo ci ha impedito di fare la riforma liberale perchè abbiamo subito i veti dei piccoli partiti”. Lo afferma Silvio Berlusconi, a quanto raccontano, nel corso della riunione. “Avevano pensato, con i fatti del 2012, per esempio con il tradimento di Fini, di averci allontanato dalla vittoria. Anche con una pressione del Colle, decidemmo di dare le dimissioni, anche se avevamo ancora i numeri e una forte maggioranza al Senato. Dopodiché, con l’appoggio al governo Monti e con il mio distacco dalla scena, dovemmo constatare che i sondaggi erano in fortissima discesa. Alfano, per questi motivi, mi costrinse quasi con durezza a scendere nuovamente in campo”. Così Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti all’incontro con i parlamentari Pdl.
Schifani,chiederemo a Colle ripristino democrazia – “Ci muoveremo a breve io e Brunetta perche’ ti possa essere restituito nel rispetto della Costituzione quello che ti spetta per la tua storia per quello che hai fatto per il Paese per ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato”.
Lo ha detto Renato Schifani, a quanto raccontano, ai gruppi del Pdl. I due capigruppo – viene riferito – hanno intenzione di chiedere a Napolitano di usare i ”poteri costituzionali per difendere la dialettica democratica”. “Se c’e’ da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la storia del presidente coincide con la nostra, siamo pronti alle dimissioni a partire dai ministri del governo”. Lo ha detto il vice premier Angelino Alfano alla riunione dei gruppi del Pdl.
Epifani,Senato non voti in difformità da sentenza- ”Sarebbe singolare che si votasse in difformità da una sentenza della corte di Cassazione, l’organo supremo che mette la parola fine alle sentenze e ai processi”. Così il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha risposto a chi gli chiedeva come si comporterà il Pd al Senato sul voto per la decadenza di Berlusconi. ”Bisogna tenere separate le questioni giudiziarie da quelle politiche: noi non possiamo più accettare o pensare che possa accadere quello che è accaduto quando la Corte di Cassazione fissò il giorno dell’udienza, attacchi alle istituzioni e all’autonomia della magistratura non sono tollerabili.
Il travaglio interno al centrodestra va visto con grande rispetto però c’è un limite oltre il quale non si può andare”. Così il segretario del Pd Guglielmo Epifani, a proposito dei riflessi politici della sentenza Mediaset che riguarda Berlusconi. La Cassazione ha confermato ieri la condanna a 4 anni per il Cavaliere accusato di frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset. La Somma Corte ha rinviato alla Corte d’Appello la decisione sull’interdizione che potrebbe diminuire da un massimo di 3 anni fino a un minimo di 12 mesi.
Sarebbe un “delitto” non andare avanti, fermarci “malamente”, perché il lavoro del governo comincia a dare i suoi “frutti”: i risultati “sono a portata di mano e possiamo già toccarli”. Così il premier Enrico Letta che si e’ detto ‘assolutamente convinto che debba prevalere l’interesse del Paese, che è anche la lotta all’evasione fiscale e che tutti i partiti oggi devono assumersi le proprie responsabilità e fare scelte che riguardano il futuro”. “Naturalmente l’interesse non è un logoramento e non considero che continuare a tutti i costi sia nell’interesse del Paese”.
“Sono assolutamente consapevole del momento delicato, ma io sono tra quelli che mette davanti a tutto l’Italia e se c’è chi vuole mettere davanti altre priorità io penso che sia invece importante mettere davanti il Paese poi vengono altri interessi”, ha spiegato Letta. “Spero che prevalgano gli interessi generali per il bene del Paese e non gli interessi di parte e sono anche convinto che questo accadrà”.
Sono “inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati, fino alla Corte di Cassazione, insulti e attacchi che si risolvono in un’aggressione nei riguardi dell’intera magistratura”. Lo afferma l’Anm, a fronte delle “dichiarazioni diffuse ieri” dopo la sentenza Mediaset. L’Associazione nazionale magistrati sottolinea che, “se è lecita la critica nei confronti dei provvedimenti giudiziari, specialmente quando questa provenga da quanti sono direttamente destinatari della condanna, tuttavia sono inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati”.
Il Pdl e’ sul piede di guerra con Daniela Santanchè che dice: ‘pensate che la sentenza sia giusta e non politica? Abbiate le palle di mettere Berlusconi in galera’ e poi rilancia sul nome di Marina Berlusconi. Per il capogruppo Renato Brunetta, “dopo il Cavaliere ci sarà solo Berlusconi. Il Popolo della libertà, Forza Italia, è il primo partito oggi. Un italiano su tre vota per il Popolo della libertà, per Forza Italia, per Berlusconi. Questo è il patrimonio più bello, questo è l’orgoglio più bello di vent’anni di vita politica. Questo patrimonio – ha sottolineato – non va disperso, ma va semmai ulteriormente valorizzato.
Questo il senso del videomessaggio di ieri sera di Berlusconi. Un grande atto d’amore, ancora un grande atto d’amore da parte di Berlusconi, per cambiare l’Italia”, conclude Brunetta. Intanto l’esercito di Silvio annuncia un presidio permanente davanti al Quirinale da lunedi’ per far partire una petizione per chiedere la concessione immediata della grazia per il presidente Berlusconi”.
Grillo, nessuno provi a modificare giustizia con Cav – Il M5s chiede al presidente Grasso che il Senato deliberi ”immediatamente” sulla decadenza di Silvio Berlusconi e chiede la convocazione immediata della giunta delle immunità e dell’aula di Palazzo Madama. “Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente. Il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori. La Costituzione non si tocca. Messaggio inviato. Quirinale. Messaggio inviato”.
E’ quanto scrive il leader di M5S Beppe Grillo sul suo blog. “Le coincidenze non esistono e questa fretta di riformare la Giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta. Letta Nipote la vuole. Servirebbe a tirare a campare. Capitan Findus Letta ama Berlusconi, grazie a lui è diventato presidente del Consiglio, senza diventerebbe come la descrizione che Bossi diede di Miglio ‘una scoreggia nello spazio’, ha persino invitato a votarlo al posto del M5S alle elezioni politiche ‘Meglio il Pdl piuttosto che il M5S'”, scrive Grillo nel suo post, intitolato ‘Il Fantino della Repubblica’ corredato da fotomontaggio di un Berlusconi sorridente che sprona da una biga un cavallo da corsa con il volto del premier Enrico Letta.
“Deve tenere il pallino del governo delle larghe intese voluto da Napolitano. Difficile ritornare nel retrobottega a giocare a Subbuteo invece di fare annunci quotidiani, puntualmente disattesi, con tweet ripresi in modo entusiasta da tutti i giornalai nostrani. I famosi Lecca Letta”, è la stilettata di Grillo, secondo il quale “la condanna per frode fiscale per Mediaset ha una conseguenza. La revoca delle concessioni delle frequenze televisive nazionali che non possono essere assegnate a un pregiudicato. Per le sue comparsate a reti unificate gli resteranno sempre le reti Rai a guida pdmenoellina”.
“C’è però un’altra revoca quella di Cavaliere della Repubblica, un titolo impensabile per un condannato. Potrebbe essere sostituito da Fantino della Repubblica, più appropriato”, continua il leader di M5S precisando come “accanirsi contro Berlusconi sia però ingeneroso. In vent’anni non ha fatto tutto da solo”. Per questo, è la sua conclusione, “questo governo e questo parlamento non sono legittimati a modificare le regole del gioco. La Costituzione non può in alcun modo essere modificata da un partito di nominati guidati da un pregiudicato”. (ANSA)