Economia

Il Petrolio crolla sulla fiducia dei colloqui di pace fra Ucraina e Russia

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I prezzi del petrolio sono crollati nella giornata odierna proseguendo la fase di debolezza della sessione precedente, penalizzati soprattutto dalle notizie provenienti dalla Cina, che ha introdotto nuovi lockdown a Shanghai, e dalla Turchia dove i negoziati tra Ucraina e Russia sembrano fare progressi, ponendo potenzialmente fine al conflitto che ha agitato le forniture globali negli ultimi mesi.

Il greggio WTI ha perso fino al 8,48% arrivando a $99,52 al barile, mentre il Brent è sceso del 8,60% fino a quota $105,29. Entrambi i contratti benchmark hanno perso circa il 7% nella sessione di lunedì.

Grafico giornaliero Brent – 29 Marzo 2022

Grafico giornaliero Brent - Tradingview

 

I negoziatori russi e ucraini si sono incontrati in Turchia per i primi colloqui faccia a faccia in quasi tre settimane. Il massimo negoziatore russo ha detto che i colloqui sono stati “costruttivi”.

Tra gli investitori sta crescendo la fiducia sul fatto che questi incontri potrebbero portare presto a una svolta dopo che i rapporti hanno indicato come Mosca sia pronta a sospendere le operazioni militari vicino alla capitale ucraina Kiev come prova di buona volontà.

Inoltre, l’Ucraina ha proposto di adottare uno status neutrale in cambio di garanzie di sicurezza, il che significa che non si unirà ad alleanze militari né ospiterà basi militari, nonché offrirà un periodo di consultazione di 15 anni sulla Crimea.

“I prezzi del petrolio sono di nuovo sotto pressione a causa delle aspettative sui colloqui di pace tra Ucraina e Russia, che potrebbero portare a un allentamento delle sanzioni”, ha affermato Hiroyuki Kikukawa, direttore generale della ricerca presso Nissan Securities.

L’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni occidentali al secondo esportatore mondiale di greggio avevano spinto i prezzi ampiamente sopra i 100 dollari al barile all’inizio di questo mese.

Lockdown in Cina e problemi di produzione

Il greggio è crollato bruscamente lunedì alla notizia che Shanghai, il centro finanziario cinese, sarebbe stata bloccata per un periodo di otto giorni al fine di eseguire i test anti-Covid-19 dopo aver riportato un nuovo record giornaliero di infezioni asintomatiche.

La Cina è una delle principali fonti di domanda per il mercato del greggio, essendo il più grande importatore mondiale di petrolio e i timori di una ridotta attività economica hanno pesato drasticamente.

Tuttavia, permane una grande incertezza nel mercato del greggio visto che il ministero dell’Energia del Kazakistan ha dichiarato all’OPEC+ che perderà almeno un quinto della sua produzione di petrolio per un mese dopo i danni causati da una tempesta ai punti di ormeggio utilizzati per esportare greggio dal Caspian Pipeline Consortium.

Rimane da capire cosa deciderà l’Opec: i paesi esportatori di petrolio e gli alleati del cartello si incontreranno giovedì per discutere sui livelli di produzione futuri.

Il cartello dei produttori è stato sottoposto a crescenti pressioni per pompare più greggio da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, ma i ministri dell’Energia dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, membri chiave dell’OPEC+, hanno dichiarato martedì che non dovrebbero impegnarsi in questioni politiche.

Ciò ha suggerito che il gruppo si atterrà al suo piano precedentemente annunciato cioè di aumentare la produzione di 400.000 barili al giorno a partire da maggio, anche se le notizie del Kazakistan lo rendono ancora meno probabile.