Il petrolio è scivolato quest’oggi, appesantito dalla prospettiva di una crescita economica globale più debole, tassi di interesse più elevati e nuovi lockdown in Cina che hanno frenato la domanda di greggio. Oltre a tutti questi elementi c’è da considerare che l’Unione Europea sta studiano un divieto alle importazioni del petrolio russo, che restringerebbe ulteriormente l’offerta.
Il Fondo monetario internazionale questa settimana ha tagliato le sue previsioni di crescita economica globale, mentre giovedì il presidente della Federal Reserve ha affermato che un aumento di mezzo punto dei tassi di interesse “sarà sul tavolo” alla prossima riunione politica della Fed a maggio.
Il greggio Brent è sceso dell’2,05% al momento della stesura, mentre il greggio WTI cede l’1,9%.
“In questa fase, i timori per l’economia in Cina e l’inasprimento da parte della Fed, che limita la crescita degli Stati Uniti, sembrano bilanciare le preoccupazioni che l’Europa amplierà presto le sanzioni sulle importazioni di energia russe”, ha affermato Jeffrey Halley, analista presso OANDA.
Grafico giornaliero petrolio Brent
Si intensificano le preoccupazione per domanda e offerta
Le attese per la domanda in Cina, il più grande importatore mondiale di petrolio, continuano a pesare sulle attese degli operatori. Shanghai ha annunciato un nuovo ciclo di misure sanitarie, inclusi i test giornalieri per il coronavirus, che si aggiungono alle altre misure rigorose già introdotte per frenare gli ultimi focolai.
La carenza di offerta di greggio dopo le interruzioni in Libia, che sta perdendo 550.000 barili al giorno di produzione, grava sul mercato. Inoltre, l’offerta potrebbe essere ulteriormente ridotta se l’Unione Europea imponesse un embargo sul petrolio russo.
La Commissione europea sta lavorando per accelerare la disponibilità di forniture di energia alternativa per cercare di ridurre i costi del divieto del petrolio russo e convincere le nazioni riluttanti ad accettare la misura.
“Un boicottaggio dell’energia russa da parte dell’UE porterebbe inevitabilmente a un aumento dei prezzi dell’energia, almeno nell’immediato”, ha affermato Stephen Brennock del broker petrolifero PVM. “Sembra essere un caso di se, non di quando.”