Esporsi alle obbligazioni high yield e ai bond convertibili, aumentando di un po’ la quota destinata al cash, riducendo al contempo al parte dell’azionario, ancor meglio se non europeo. È questa in sintesi la ricetta per un portafoglio difensivo da parte degli esperti di asset management per prepararsi a un finale d’anno che si preannuncia volatile per i mercati finanziari.
“Le opportunità bussano alla porta dei bond convertibili“, dice Jasper van Ingen, Senior Portfolio Manager Convertible Bonds di NN Investment Partners, sottolineando come questa tipologia di obbligazioni – la cui consegna può avvenire (a discrezione del possessore) richiedendo un titolo di altra specie e di uguale valore – abbia fatto meglio delle azioni negli ultimi 20 anni, peraltro con una volatilità quasi dimezzata (inferiore del 35%).
Notevole è anche il potenziale valore aggiunto apportato dai bond high yield ai portafogli degli investitori. Come spiega Michalis Ditsas di SYZ Asset Management sono “grandi” i vantaggi offerti dalle obbligazioni da questa classe di attivi, che gode di una “bassa correlazione con strumenti a tasso fisso e una performance simile a quella delle azioni con minore volatilità e rendimenti positivi”.
In un contesto di tassi in aumento di 50 punti base e in assenza di una riduzione dello spread, “il mercato high yield registrerebbe un ribasso pari circa alla metà della sua duration, ovvero del 2%. I dati storici mostrano però che dal 1999 a oggi vi sono stati 17 periodi in cui i tassi d’interesse sono saliti di 50 pb e oltre, e in 15 di questi gli spread delle obbligazioni high yield si sono ridotti”.
Nel 2018, ad esempio, il mercato high yield statunitense ha registrato un rendimento del 2,5% malgrado i ripetuti rialzi dei tassi operati dalla Fed. Per questi motivi e come insegnano le esperienze passate, “la presenza in portafoglio di una posizione in titoli ad alto rendimento integrativa o alternativa ad una azionaria può risultare vantaggiosa per gli investitori”.
Tanto più che le caratteristiche positive del settore, ovvero “i tassi di insolvenza ai minimi storici, la riduzione dei coefficienti di indebitamento, l’elevato indice di copertura degli interessi e i bassi livelli di emissioni sul mercato primario”, rendono il settore high yield “in grado di generare performance positive e di svolgere un importante ruolo di diversificazione del portafoglio“.
Sovraperformance bond convertibile risale agli Anni 80
Tornando invece ai bond convertibili, le analisi di NN Investment Partners mostrano che queste obbligazioni “possono essere anche un efficace strumento di diversificazione all’interno dei portafogli: dall’analisi si evince infatti che questo tipo di bond ha mostrato una correlazione dell’85% alle azioni negli ultimi 20 anni ma correlazioni più basse rispettivamente del 71% e del 39% ai bond high yield e a quelli investment grade, nonché una correlazione negativa del -11% con i titoli sovrani”.
“La sovraperformance delle convertibili e delle azioni sull’obbligazionario in un contesto di rialzo dei tassi d’interesse è un modello abbastanza coerente che risale agli anni 80. In periodi di aumento dei tassi, l’azionario ha tradizionalmente riportato buone performance dato che i tassi aumentano per far fronte a un surriscaldamento dell’economia, spingendo quindi i rendimenti delle convertibili”.
Allo stesso tempo, rispetto a quelle non convertibili, queste obbligazioni – osserva van Ingen – “sono meno influenzate dal rialzo dei tassi di interesse a causa delle loro duration più basse. I tassi al rialzo costituiscono inoltre un forte incentivo per le aziende ad emettere bond convertibili dal momento che i rebate che gli emittenti ricevono sulle cedole diventano più consistenti. Ciò offre ancora più scelta agli investitori. Ciò detto, non sorprende il forte momentum positivo nell’emissione globale di bond convertibili nel 2018, il più alto dal 2007”.
“Il nostro convertible bond investment team utilizza un approccio tematico per individuare opportunità d’investimento interessanti a medio termine. Al momento riteniamo che sussistano diversi temi chiave che offrono un potenziale eccezionale nel mercato delle convertibili”.
Un primo tema è quello della componentistica elettronica, che “beneficerà di un aumento della domanda di dispositivi elettronici provvisti di ulteriori componenti ad elevata funzionalità”. Come secondo tema si può citare la spesa sanitaria, che “trae vantaggio dal trend di invecchiamento della popolazione e da un numero sempre più alto di persone in grado di permettersi tali servizi”. Infine, c’è il tema del cloud computing, “che sta crescendo con lo sviluppo massiccio di sistemi di archiviazione cloud dei dati”.
Aumentare percentile cash in portafoglio
In ottica di difesa del portafoglio, in contesti di mercato incerti, i manager di NN IP reputano “fondamentale contrastare le eventuali perturbazioni di mercato, selezionando i titoli convertibili con solidi fondamentali di credito”.
Un altro suggerimento che circola molto a Wall Street è quello di aumentare le posizioni cash, senza tuttavia uscire del tutto dall’azionario. È il consiglio per esempio degli strategist di Goldman Sachs secondo cui gli investitori in asset misti dovrebbero fare il possibile per diminuire i rischi in portafoglio e incrementare la cash allocation.
“Il cash rappresenta una classe di asset in grado di competere con l’azionario per la prima volta in diversi anni”, dicono gli analisti della banca americana.
Ken Adams, head of tactical asset allocation presso Aberdeen Standard Investments spiega che è meglio evitare l’azionario europeo e che servirebbe un catalizzatore credibili e forte per alimentare l’interesse per le Borse europee.I rialzisti rimangono nelle retrovie dopo che la regione ha deluso in termini di aspettative di crescita e mentre il contesto politico generale rimane – sotto l’influenza delle situazioni incerte di Italia e Brexit – poco favorevole.