ROMA (WSI) – Fine dei rendimenti senza mettere in conto un po’ di rischio. E’ il nuovo scenario con cui gli investitori europei dovranno fare i conti a lungo dopo il taglio dei tassi Bce ai minimi di sempre (0,15%). D’ora in poi toccherà osare strategie più azzardate per portare a casa un po’ di guadagno. Sennò si rimane a terra, il che può essere meno peggio di quel che sembra visto che anche l’inflazione è allo 0,5%.
I passi da decidere non sono semplici, data anche la difficile congiuntura economica in Europa e le incertezze su una solida ripresa, specie per l’Italia mentre l’estate è alle porte e i mercati, che attraversano sempre la pausa dei mesi più caldi con qualche oscuro timore di fondo, si trovano su livelli record. Meglio obbligazioni, azioni, materie prime e oro o è il momento di guardare a qualche investimento più “solido”? E che cosa è meglio evitare?
Le obbligazioni e soprattutto i titoli di Stato dell’Italia sono il primo pensiero di molti investitori italiani. Ma con i tassi giù in cantina perderanno appeal. Allo stesso tempo lo spread Btp/Bund è in ritirata e dunque i rendimenti calano. Eppure, se si guarda alle nuove emissioni, le cedole sono ancora sopra a un buon 4%. Questo livello così alto è offerto però soltanto dalle lunghissime scadenze, si deve infatti andare sui 30 anni e il rischio sovrano per periodi così lunghi torna di nuovo tutto in primo piano. Per restare sui 5 o sui 7 anni ci si deve accontentare di un meno generoso ma tranquillo 2%.
E fuori dalla solita Italia? «Un’idea può essere quella di scendere nella qualità creditizia e puntare su scadenze bassissime – dice Fabrizio Biondo, gestore del fondo Lemanik Value Opportunities – Da anni insistiamo su orizzonti sotto i 18 mesi e una vita media di portafoglio tra i 4 e i 9 mesi con bond di 35 Paesi. E’ una strada che negli ultimi 7 anni ha generato 3 punti netti sopra il tasso Libor con una volatilità annua intorno all’1%». Vuol dire un rischio molto basso.
E se non sono obbligazioni? Gli strategist, dopo la Bce, guardano ancora di più alle azioni nonostante i prezzi alti. I rischi non mancano specie con l’estate alle porte e la liquidità che si assottiglia. Eppure gli esperti consigliano ancora di stare su un 15% di azioni in portafoglio. «Meglio andare con i piedi di piombo e guardare a titoli di società che hanno un business prevedibile e di tipo continuativo che sono poco sensibili al ciclo – suggerisce Piergiacomo Braganti, responsabile investimenti di Banca Albertini Syz -. Riscoprirei le utilities e anche le multi utilities locali. Tra le grandi punterei su Snam e Terna che sono i migliori esempi in questa categoria».
L’oro è sempre un chiodo fisso per molti. Eppure ha perso lucentezza, non ha più le proprietà di un tempo. Per crederci adesso bisogna avere un’indole un po’ spericolata. «Per i nostri clienti l’oro è da vendere – racconta Massimo Siano, head of Italy and France per Etf Securities a Londra -. Questo mese abbiamo assistito al più grosso deflusso di titoli in oro da settembre 2013. Gli investitori continuano a virare verso asset più ciclici e rischiosi vendendo appunto beni rifugio come il metallo giallo».
Per l’esperto, se il prezzo dell’oro si abbasserà ancora attorno ai 1.180 dollari l’oncia si troverà a un bivio: salire o scendere ancora. Le banche centrali potrebbero tornare a fare acquisti ma se non succederà allora le quotazioni potrebbero calare di nuovo. «Consideriamo il prezzo dell’oro interessante a questi livelli non come investimento ma in un’ottica di “assicurazione” qualora le previsioni positive da parte del mercato sulla crescita del Pil mondiale e dei tassi si rivelassero sbagliate» dice Siano.
Il mattone? Ai prezzi ribassati potrebbe rappresentare la soluzione ideale in questo momento. Più però nell’ottica di ristrutturare casa approfittando della bassa fiscalità (bonus del 50 e del 65%). Adoperare una parte dei propri risparmi in lavori di efficientamento energetico alla fine potrebbe risultare un impiego preferibile dei propri risparmi. Le cedole arriveranno direttamente in bolletta tra qualche anno con il risparmio sui costi.
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