Economia

Il rally del petrolio non basta. Wall Street chiude in rosso

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NEW YORK (WSI) – Nonostante il rally del petrolio, gli indici a Wall Street chiudono la seduta in perdita. Il mercato resta nervoso alla luce dell’incertezza sulle possibili mosse della Federal Reserve, che a settembre potrebbe decidere di iniziare ad alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006. Il focus della settimana e’ sul rapporto sull’occupazione di agosto che il governo Usa diffonderà venerdì. Dati solidi alimenterebbero le attese per una stretta imminente.

Il Dow Jones cede lo 0,69%, a quota 16.528 punti. L’S&P 500 perde lo 0,85%, a quota 1.972. Il Nasdaq segna un -1,06% a quota 4.777. Il petrolio a ottobre ha guadagnato l’8,8% a 49,2 dollari al barile.

Le preoccupazioni per un rialzo dei tassi della Fed e una frenata dell’economia cinese continuano a innervosire i mercati. Ci sono voci secondo cui Pechino ha deciso di fermare il piano di acquisti di azioni su larga scala volto a sostenere il mercato interno. Invece le autorità cinesi sembrano vogliano concentrarsi sulla lotta contro coloro che “destabilizzano” l’azionario. Queste voci insieme all’ennesima flessione dello Shanghai Composite hanno pesato sulle piazze asiatiche e si fanno sentire su quelle europee e Usa.

Intanto nell’Eurozona l’inflazione ad agosto, per quanto migliore delle attese di alcuni analisti, aumenta l’attesa per la riunione di giovedì della Banca centrale europea: sono attesi un taglio delle stime sui prezzi al consumo e indicazioni per un possibile ampliamento del piano di allentamento monetario iniziato lo scorso 9 marzo e teoricamente destinato a terminare nel settembre 2016.

Negli Usa invece il mercato è diviso sulle possibili mosse future della Federal Reserve. Stanley Fischer, vicepresidente della banca centrale americana, sabato ha fatto capire che una stretta il mese prossimo non è da escludere. Ma la Fed trascorrerà le prossime settimane a capire da un lato il quadro economico interno e dall’altro i venti contrari in arrivo dall’estero.

Tra i singoli nomi, Twitter è stata promossa a Buy da Hold da SunTrust Robinson Humphrey. Il titolo guadagna nel finale il 3,5%.

Il simposio di Jackson Hole che si è svolto nel weekend non ha fatto nulla per chiarire quali saranno le prossime mosse della banca centrale americana, anzi non ha fatto che incrementare il livello di incertezza sui tassi di interesse, secondo Nour Al-Hammoury, chief market strategist di AG. In una nota l’analist scrive che “i mercati stanno accettando la realtà secondo cui non c’è una direzione chiara presa e decisa dai banchieri della Fed”.

La quota di investitori e analisti convinta che il rialzo dei tassi di interesse sarà rimandato è salita negli ultimi tempi dopo lo scoppio della crisi dei mercati cinesi e il rallentamento delle maggiori potenze emergenti, fatta eccezione per l’India.

Ma suggerendo che le tensioni di mercato possono placarsi in fretta, il vice presidente della Fed Stanley Fischer ha aperto la porta a una stretta già a partire dalla riunione di settembre. Un occhio particolare verrà rivolto chiaramente al rapporto occupazionale di venerdì.

Intanto in Asia l’indice della Borsa di Shanghai ha chiuso agosto con un calo del 12,5%. A influire negativamente nella seduta odierna è stato un articolo del Financial Times secondo cui il governo sarebbe prossimo a mettere la parola fine agli intervenenti di sostegno ai mercati finanziari. Sono giorni di tensione sui mercati e gli investitori l’hanno usata come scusa per vendere.

In ambito valutario, l’euro +0,21% a $1,1209. Dollaro/yen -0,37% a JOY 121,26. Euro/yen -0,15% a JPY 135,92. Euro/sterlina invariato a GBP 0,7268. Euro/franco svizzero +0,50% a CHF 1,0818.

Tra le materie prime, focus sui prezzi del petrolio, reduci dal guadagno, su base settimanale, maggiore in più di quattro anni, con +9,9%, complice il rally +10% della sessione di giovedì. I futures sul petrolio americano a ottobre ha guadagnato l’8,8% a 49,2 dollari al barile.. Oro -0,16% a $1.132,20, argento -0,37% a $14,50.

(DaC-MT)