Mentre le prospettive macro globali si fanno sempre più buie, gli investitori guardano con sempre maggiore interesse al bene rifugio per eccellenza, ovvero l’oro. Secondo le stime di David Roche, presidente e global strategist di Independent Strategy, le quotazioni del metallo prezioso hanno un potenziale di upside del 30% a $2.000. Livello, che secondo le previsioni dell’esperto, dovrebbe essere raggiunto il prossimo anno, dopo aver toccato quota $ 1.600 a fine 2019.
Un ulteriore balzo in avanti dopo che nell’ultimo anno i prezzi sono passati da 1.200 dollari l’oncia a 1.476,61 dollari, con picchi sopra i 1.500 dollari. Questa mattina, il metallo con consegna immediata guadagnava lo 0,2% e tornando sopra i 1.500 dollari l’oncia a 1.502 dollari l’oncia.
“L’oro è una buona alternativa alle valute, perché è sicura e inoltre non costa nulla possederla”, ha detto Roche.
I commenti di Roche arrivano mentre le principali banche centrali allargano le maglie per far fronte al rallentamento economico globale. A settembre, la Federal Reserve americana ha ridotto il tasso di riferimento dei prestiti overnight in un intervallo obiettivo compreso tra l’1,75% e il 2%. La Banca centrale europea ha tagliato il tasso di deposito principale a un minimo record del -0,5% e ha lanciato un nuovo programma di acquisto di obbligazioni. In Giappone, dove i tasso di interesse a breve termine sono già in territorio negativo, la BoJ ha segnalato una possibile allentamento a ottobre.
In questo contesto, Roche ha affermato che le banche centrali sono “giustamente preoccupate” per la prossima recessione, dopo aver fallito nel raggiungere i loro obiettivi di inflazione. “Questo è il nuovo sistema”, ha detto Roche. “Ecco perché compro oro.”